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Musica

Il sogno di Populous in una giungla a raggi X

Ovvero come intervistare Populous e farsi regalare un remix di Nic Sarno.

Foto di Elisa Leaci

Da quando conosco Populous la nostra interazione è stata sempre basata su condivisione di cazzate, musica, esperienze bizzarre di vita, ansie, biglietti di metropolitana, foto di gatti, foto di noi al mare, insulti a Gabriele Ottino dei Niagara, io che gli chiedo se per caso lui e il rapper Diluvio sono la stessa persona, lui che mi manda a cagare. In sostanza, gli voglio bene. Avevo già ascoltato pezzi del suo ultimo LP, Night Safari, prima ancora che uscisse, e devo dire che trovarmi di fronte il disco in carne e ossa, quando mi è giunto negli uffici di VICE come un raggio di sole pugliese che fende la nebbia lombarda, ho pensato che fosse un prodotto dell'amore, e lo so che è da figlia dei fiori questa espressione, ma che ci posso fare. Night Safari è il frutto di ammucchiate musicali di babbo Populous con tante madri o padri diversi (Pop, se fossi in te questa frase la inserirei in qualche press release ufficiale) a partire da Bad Panda, label per cui è uscito, fino ai featuring presenti nell'album (Digi G'Alessio / Clap! Clap!, DJ Khalab, Iokoi, Giorgio Tuma), ai video (come quello di "Brasilia" girato da Naro Watanabe) alle grafiche (la cover art dell'album di Kae a coronare un gioiellino), fino ai remix, vedi quello di Go Dugong per "Fall" o quello di Nic Sarno, che vi presentiamo in anteprima e free download oggi, per "Vu".

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Noisey: Ciao Andrea caro, eccomi che ti chiamo dalla sala riunioni, dopo i nostri fruttuosi tentativi di intervistarci via messaggio vocale.
Populous: ciao Virginia. Noto con piacere che c’è un’acustica incredibile dalla sala riunioni.

Sì, oltretutto ti sto anche registrando con Garageband, quindi poi utilizzerò la tua voce per una traccia ambient per fare yoga.
Devi mettermi un po’ di delay allora.

Senti, a proposito di interazioni yogiche, come mai Night Safari è nato quest'anno? Sentivi che il 2014 sarebbe stato un momento astrale giusto per rinascere?
Ci sono stati un po' di elementi che mi hanno fatto venir voglia di tornare a far musica come Populous, dopo un periodo in cui non ero stato molto bene. Negli ultimi anni mi sono sempre trovato a lavorare in condivisione con altre persone, nei miei progetti paralleli, che è una modalità che mi faceva sentire più sicuro. L'anno scorso, per puro caso, mi sono trovato un attimo in stallo con quei progetti e ho deciso di rimettermi in piedi come Populous, con una nuova estetica, una nuova veste musicale.

Penso che comunque la tua formazione collaborativa si rifletta anche nel fatto che in un certo senso questo è un disco corale, e che il nome Populous sia un catalizzatore, un punto attorno cui ruota un gruppo di artisti. Sembra quasi che questo disco, in questo momento, sia una fotografia di una certa scena italiana del 2014.
Mi trovo spesso a parlare di quest'argomento con i diretti interessati, cioè con le persone che popolano questa piccola scena, che io chiamo famiglia, mi piace tantissimo il fatto che tra di noi non c'è assolutamente competizione, anzi, ci aiutiamo, collaboriamo, facciamo cose insieme, e mi piace tantissimo che questa sensazione traspaia dal mio disco.

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Questo disco oltretutto ha un immaginario molto potente, è uno dei pochi concept album italiani degli ultimi tempi, sembra che tu abbia preso un sacco di suggestioni da fonti diverse, anche visive, e poi le abbia messe nel prodotto finale.
Guarda, io prima mi facevo tirare dentro molto di più dal cinema, da queste cose, poi, dopo che ho avuto problemi agli occhi, ho un po' smesso di stare di fronte agli schermi in generale. Sono tornato ultimamente ad appassionarmi alle immagini, alle foto, ai paesaggi, e quando dovevo fare il disco stavo guardando un sacco di documentari…

Oddio, quindi anche per te NatGeoWild è la vita…
Esatto, poi immagina quando ho deciso che il disco si sarebbe chiamato Night Safari, ho iniziato proprio a fare ricerca mirata su documentari di quel tipo. Passavo ore e ore a guardare video di safari notturni fatti con le telecamere a infrarossi, tipo Blair Witch Project, robe inquietanti, e mi sono fatto guidare da queste immagini brutte e sfocate di animali di notte.

Comunque si vede che il tuo disco è un prodotto in cui nulla è casuale, anche a livello grafico.
Pensa che quando stavo facendo ricerca per l'immagine di copertina ho subito pensato a Kae, volevo lei perché mi serviva una persona che potesse capire a fondo l'estetica del viaggio che stavo facendo, le ho spiegato tutto, le ho fatto sentire i demo, tanto che la copertina era pronta prima ancora che il disco fosse finito. Il concept del disco è definito, anche se ti lascia molto spazio per l'immaginazione, va in tante direzioni, in tanti continenti diversi. Quando Kae mi ha mandato la prima prova della cover (che poi è un riadattamento moderno del quadro di Rousseau) dato che il disco non era ancora finito, ho usato quell'immagine come linea guida per chiuderlo.

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Oltretutto lei è un po' anche la chiusura del cerchio tra te e Clap! Clap!
Esatto, era forse l'unica persona adatta a rappresentare il percorso che stavamo facendo.

Dimmi invece qualcosa di questo remix che ti ha fatto Nic Sarno.
Allora, Nic è una di quelle poche persone in Italia che trovo siano sempre un passo avanti. Avrei sempre voluto collaborare con lui (come Life&Limb avevamo fatto un remix per la sua etichetta). Poi, quando è tornato a produrre dopo qualche ritiro sui monti, gli ho subito chiesto di dare un ascolto al mio disco. Lui mi ha fatto il remix di "Vu" e la prima versione in cui me l'ha mandato si chiamava Susumu Yokota—capito, sapeva che avrebbe fatto breccia chiamandolo con questo nome, dato che Susumu Yokota è un musicista ambient che entrambi amiamo tantissimo. Ci ho messo un po' a capire questo remix, che dura 10 minuti ed è un mantra, un viaggione, ma ho avuto l'illuminazione e l'ho colto a pieno un giorno, mentre coglievo i pomodori in giardino. È una cosa incredibile.

Dato che la verità non sta mai da una sola parte, come insegna Rashomon, ho voluto anche la versione di Sarno e gli ho estorto un paio di informazioni sul suo mix.

Ho lavorato a questo mix in montagna, e non in città. Credo influisca, anche se dentro ci ho messo un sacco di cose brasiliane… È un periodo che sto ascoltando un sacco di musica ambient, e la prima stesura era una versione pseudo drone di 20 minuti… Senza beat… Robe da matti. Poi ho pensato che oggi nessuno abbia voglia di dedicare 20 minuti a una canzone e ho deciso di ridurlo. No, in realtà mi sono messo a giocare con la drum machine, ho aggiunto percussioni varie, e mi funzionava di più.
Non ho mai nessun tipo di piano quando lavoro a un pezzo, quindi boh, è venuto fuori così alla fine. A questo, in particolare, ho lavorato parecchio, anche perché era molto che non lavoravo su roba di altri. Avrò cambiato lo stile e la stesura 7 o 8 volte.
L'unica roba che avevo in testa era che volevo fare qualcosa di molto diverso dall'originale… Qualcosa che stupisse anche. Ma poi mi sono accorto che era un po' arrogante voler stupire. Anche perchè che cazzo vuoi stupire? Per cui mi sono concentrato sul farlo funzionare nel miglior modo possibile.
Credo sia andata così più o meno.

Due info tecniche:
Questo remix è pieno di registrazioni ambientali.
I fruscii che si sentono spesso in sottofondo li ho registrati in un bellissimo prato a 2000 metri di altezza, dove ho passato parecchie ore quest'estate a farmi le canne e leggere Jack London.
Gli urli sono scimmie del Borneo, ma non ci sono mai stato. Il suono però era bello.
Alcuni cicalii di insetti idem.
Pop e Clap sono due capi.