Il pop secondo Petit Singe

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Musica

Il pop secondo Petit Singe

Abbiamo parlato con Petit Singe del suo nuovo EP Akash Ganga e dei motivi per cui il pop non va demonizzato, soprattutto se suoni per una nicchia.
Sonia Garcia
Milan, IT

La fotografia in copertina è di Riccardo Fantoni Montana.

La seguente intervista ad Hazina Francia aka Petit Singe non sarebbe dovuta avvenire su Skype, come infatti è avvenuta, ma di persona, da persone umane che vivono nella stessa città da innumerevoli anni quali siamo. E invece tutto è stato organizzato a distanza, dato che io mi trovo a Duràn, Ecuador e Hazi in Italia, a Forlì. Motivo per cui l'unica testimonianza del nostro lungo e intenso scambio è lo screen qua sotto. Di buono c'è che non siamo venute male.

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L'autrice (quella piccola) e Petit Singe (quella non piccola).

Le ultime coordinate su Petit Singe hanno come protagonista la fertilissima Haunter Records, che negli ultimi mesi ha curato ben due release ufficiali: il 7" Kind A, di marzo di quest'anno, e, un mese dopo, Akash Ganga, mini-album di cinque tracce che, come vedremo, è frutto di suggestioni, riflessioni, ripensamenti ed esperienze personali avvenute tra 2015 e 2016. L'energia che ne scaturisce è inconfondibile stilisticamente, anche se evidenze che qualcosa è in continuo fermento ed evoluzione ce ne sono eccome. In pratica abbiamo concluso che il pop, tanto per cambiare, deve smettere di essere demonizzato. Già, e we're not even sorry.

Noisey: Mi ricordo che già un anno fa, quando hai aperto al set di Moro a Macao, mi parlavi del tuo disco. Mi pare dicessi già che ti era venuto a noia…
Petit Singe: Sì perché all'epoca era praticamente già pronto! O meglio, la buona parte delle tracce era pronta. Ho cambiato qualcosina ancora forse, ma il numero delle tracce c'era, e anche il mood. Se potessi farlo uscire adesso sarebbe un pochino diverso. Ovvero come?
Ci sono delle parti di pezzi, anche solamente di "Akash Ganga," che cambierei già. Ci ho lavorato dall'estate del 2015 e tutto il 2016, facendo e rifacendo cose. Molte robe in realtà le ho buttate via, ma più o meno i tempi sono stati quelli. Comunque parlando anche con altri producer in giro, ho avuto conferma che è una cosa normalissima lavorare a un album e quando esce sentirlo già vecchio. Certo. Infatti ti avrei voluto chiedere proprio come sono cambiate le influenze e i riferimenti in questo lasso di tempo, dato che pure io di anno in anno mi ritrovo ad ascoltare robe disparatissime e per nulla contigue, spesso.
Ho ascoltato un sacco di roba in questi ultimi due anni, e non è un caso se ci ho messo tantissimo a finire questo EP. Mi hanno sicuramente influenzato una serie di uscite ballabili, altre un po' più pese, in stile Janus, altre ancora melodiche—e lo si capisce perché ci sono un sacco di vocal. Da dove li hai presi?
Quasi tutti sono campioni di canti indiani originali, presi da concerti lunghissimi, da cui ho selezionato solo delle mini parti e le ho rilavorate. Spesso faccio così, quando devo inserire elementi non miei nelle tracce. Oppure per altri pezzi ho fatto diversamente: ho chiesto alla mia amica di passarmi delle sue canzoni, che poi ho completamente distrutto e ricostruito a mio piacere. Lei ha una bellissima voce e fa delle cover, non per lavoro ma per passione. Mi ha passato canzoni varie, tra cui una di Tori Amos, e altre sempre di grandi classici. Io da melodie ipernote che sono le faccio diventare un pochino più "arabeggianti", diciamo così. Spesso faccio così: mi faccio mandare vocals da amici, o anche miei, e li stravolgo. Anche tuoi?
Sì, ma preferisco quelli degli altri. In realtà ne ho usato uno mio nell'ultimo pezzo del disco, si sente proprio pochissimo. È che mi vergogno, ho paura di essere riconosciuta e che la gente rida…

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No! In realtà a me capita il contrario quando sento vocals nelle tracce: penso sempre siano chissà di chi, poi quando viene fuori sono dei/delle producer stessi/e sono solo più contenta.
Sì lo capisco. Però vergognandomi un po' in generale è più facile che li usi in modo molto più sottile, come nel disco, di durata brevissima e totalmente pitchati, quindi irriconoscibili. Per dire, ora devo fare una traccia per una compilation di Midlife, che uscirà a luglio circa, e avevo pensato di prendere dei sample da alcuni canti di un mio amico, che è greco, e combinarli con le mie basi. Sta venendo fuori una cosa un po' da trip… la tipica cosa che ascolti per farti un viaggione sdraiato sul letto. E sì, mi piaceva l'idea di usare la sua voce. Non ho mai avuto a che fare con la musica greca, né cantata né musicata, sarebbe la prima volta. Una specie di miscuglio tra la musica popolare greca e la mia musica folklorica indiana. Capito, fico.
Se ne ho la possibilità cerco sempre di includere qualcosa di particolare, in termini di vocals. Vedremo come va. Devo partecipare anche un'altra compilation, per Stoscha, che uscirà a luglio e ancora devo capire cosa tirare fuori. Oltre al trip per la musica greca, e all'onnipresente riferimento all'India, che altre suggestioni stai avendo ultimamente?
Ho sempre avuto un lecito trip per l'India, sarà perché ancora non ci sono stata, o non so. Mi sento molto legata al fattore melodico: appena sento una melodia particolare sono inevitabilmente incuriosita. Mi piace moltissimo. Un'altra cosa che mi piace da morire è ballare, e ho notato che in nessun mio pezzo in realtà si balli. Diciamo che da una parte c'è questo split Grecia-India per la compilation di Midlife, e dall'altra, magari per quella di Stoscha, la componente fisica, più che parlata. Mi piacerebbe mettere più ordine, in quello, in modo da renderlo ballabile. Come "Oxo", per esempio, che è un pezzo molto veloce, carico, pieno di percussioni, ma è disordinatissimo a livello di ritmo. La traccia a cui sto lavorando per Stoscha la vorrei dedicare a un ritmo più ballabile, proprio perché vorrei concentrarmi su quello. Questi sono i miei trip del momento. Speriamo bene, perché sono due cose praticamente opposte: una melodica, l'altra ritmica, quasi più pop. Mi piacerebbe anche allegarci un video in cui si capisca che il ballo è la chiave.

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Ci sta come esperimento, sono già molto curiosa.
A parte che mi dicono tutti che sono troppo ferma, anche quando salgo sul palco. E io stessa me ne rendo conto, sono sempre molto concentrata e statica. Nonostante la mia musica sia comunque piena di percussioni e ritmi diversi, io sono sempre lì immobile, come se non riuscissi a giocare con la mia stessa musica. Per questo vorrei provare a fare questa traccia con cui giocare di più. Questi sono i miei scopi per l'estate, poi chissà che verrà fuori. Non parlo ovviamente di cassa dritta…

No figurati, l'avevo capito.
Eh, esatto. A volte nei live o dj set finisco con un po' di techno, così per colorire, ma a livello di uscite evito. Per ora vorrei fare questa traccia e basta, che appunto accompagnerei con un video autoprodotto, visto il poco budget che mi ritrovo . Com'è andata a Loose?
Bene! Mi sono divertita molto. Il mio set è cominciato con robe molto calme, senza cassa. Ho messo pezzi di Soda Plains, Sky H1, poi mi sono spostata più su roba tipo NON, Staycore, qualcosina di NAAFI. Ho fatto una ricerca abbastanza recente, volevo fosse qualcosa di fresh. Era un dj set in apertura di un live, quindi ho deciso proprio a priori di non metterci cassa se non un po' di "riscaldamento". Non volevo forzare troppo, ecco, perché quando lo fanno con me di solito mi dà fastidio. Se mi chiamano a suonare live, e il dj set prima di me è molto spinto, in genere non mi piace per niente. Mettendomi quindi nei panni di Klein, a cui dovevo aprire, sono rimasta più calma.

Una volta hai detto che ti piace il reggaeton. Da grande fan quale sono pure io, ti chiedo: che artisti segui di più?
Mi piace da morire l'etichetta Mixpak, di Palmistry. La seguo sempre perché ci sono cose mega ballabili, e quasi tutti gli artisti che ci escono mi piacciono. Poi vabe', anche se è un pochino più "sporca", seguo Bala Club, un sacco di mix di Dinamarca in cui c'è sempre un sacco di reggaeton e dancehall. Da lì piano piano mi cerco robe per conto mio. Mi sono molto d'aiuto questi collettivi ed etichette perché la vera scena reggaeton non la conosco poi così bene, anche per questioni geografiche. Soundcloud per questo è fantastico, così come i podcast in generale. Sono mega di spunto. Dato che siamo in tema, parliamo di pop. Così facciamo incazzare tutti gli accaniti integralisti dell'underground.
Ho adorato il tuo articolo dove ne parlavi, specie in riferimento ai dj set. L'esempio che uso sempre è quello della Crampton che riarrangia "As Long As You Love Me" di Justin Bieber. Quel pezzo lo metto abbastanza spesso, e ne sono anche molto orgogliosa. Lo misi al primissimo show su NTS, mixato con un altro pezzo di Mixpak… a me piace tantissimo l'accento pop. Non che il resto faccia schifo, perché magari detto così sembra così, però è paragonabile a una boccata d'aria. Mi dà il senso di boccata d'aria. Se in un dj set sento due minuti di una canzone che non mi aspetterei di sentire, provo quasi sollievo. È bello, ci sta. Chissenefrega se è un pezzo che va su MTV. La cosa che mi sta sul cazzo, effettivamente, è che ad esempio a Loose ho messo "Beautiful Sea" di Isis Scott, cioè "Diamonds" di Rihanna. Ecco, se lo faccio io sembra che faccia cacare, se però lo fa qualcuno di NON può addirittura finire su una release ufficiale. A me questo preme: c'è gente che ha capito il potenziale di questo processo di assimilazione. Se suoni per una nicchia, non fai peccato ad attingere dal pop. Mi fa incazzare tantissimo questa roba. L'ha pure fatto Bonaventure, di recente, un bootleg con Missy Elliott. Però se provo a farlo io sai il disastro… [Ride] Mi sono già espressa in merito ma sottoscrivo tutto, ovviamente. Perché non lo fai pure tu? Che ti frega, a sto punto.
Sicuro dovrei fare una self-release, in caso. E mi beccherei lo stesso un botto di critiche. [Ride] Vedremo… dipenderà anche da come vanno le uscite estive. Però sì, ci può stare. Intanto lo sperimento nei dj set, con roba di altri, certo, ma inizierei con questo approccio qui. Un altro esempio di gente che fa dj set "senza freni" è quello di Uniti, collettivo di Londra che personalmente mi fa impazzire. Una volta in un podcast ci ho pure sentito le T.A.T.U… Che bomba. Ora col fatto che ho altro da fare in ste settimane non sto tanto più dietro a Soundcloud, ma c'è un sacco di gente che sta spaccando con edit di questo tipo, ultimamente. Soprattutto italiani.
Sì, ha qualcosa di geniale, questa gente. Tanto di cappello. Spesso sono proprio dei "cuccioli", nel senso che sono giovani. Mi vengono in mente Ramirexx, Nahshi… Io arrivo a conoscerne alcuni tramite Soundcloud e Instagram, che si è rivelato un social infinitamente più valido di Facebook.

Facebook sta lentamente cedendo il posto a Instagram.
Sì, decisamente. Il promo del mio disco ha ricevuto come 140 like su Instagram, stessa caption e stessa foto su Facebook: 20 like. Lo uso spessissimo per conoscere queste realtà più piccole, che altrimenti farei fatica a trovare. Non so perché stia avvenendo questo fenomeno, forse perché Instagram è più diretto. Secondo me molti artisti mi hanno conosciuta proprio a seguito di like e follow. Comunque tornando alla necessità di una svolta pop italiana, mi sono sempre chiesta perché nessuno ha mai pensato a un edit di qualsiasi pezzo di Tiziano Ferro—a me fa impazzire "Perverso", che è già bella veloce.
Io volevo fare la cover di "Non me lo so spiegare", alla Marselleria, come Hazina assieme ad Elena Radice. È bellissimo quel pezzo. Lo farei suonato al pianoforte, assieme a pezzi di Elysia Crampton, Senni, Amnesia Scanner e altri. All'inizio avevo pensato di fare Tiziano, in chiusura le All Saints. Vediamo, ancora come struttura non l'ho pensata. Segui Noisey su Twitter e Facebook.
E segui anche Sonia su Twitter: @acideyes Akash Ganga è fuori ora su Haunter Records. Una versione con remix di Aïsha Devi, Jesse Osborne-Lanthier, ZULI e Weightausend sarà fuori a fine maggio/inizio giugno. Vai a vedere Petit Singe dal vivo alle date qua sotto: 27 maggio – Macerata
30 maggio – Podcast Berlin Community Radio [Berlino]
31 maggio – Haunter Records Showcase [Berlino]
21 luglio – NTS Radio Show [Londra]
21 luglio – Live Cafè Oto [Londra]