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Musica

Le hit estive che ci perseguiteranno quest'anno

Abbiamo raccolto le venti hit che affliggeranno l'Italia quest'estate e le abbiamo classificate dalla meno alla più fastidiosa.

Già, è arrivato quel periodo dell'anno in cui siamo certi che gireranno con gireranno con. E come ogni estate la nostra fonte più probabile di inquinamento acustico saranno stabilimenti balneari, baracchini sulla spiaggia e zarri con lo stereo che gasa e i finestrini giù.

Come se non bastasse, sono passati i bei tempi in cui le hit estive regalavano perle di insensatezza e assurdità tipo "Frena che voglio andare al mare" della poi conosciutissima Carlotta o il tormentone che si scoprì troppo tardi contenere messaggi satanici: "Asereje" delle inquietanti Las Ketchup. Nel 2016, ahinoi, non abbiamo moltissima scelta: le hit estive si suddividono in una semplice categorizzazione che vi illustro di seguito: simili a "Lean On" di Major Lazer / dancehall tipo Sean Paul / simili a "One Day Baby We'll be old" / simili alle canzoni di Enrique Iglesias (in questa categoria rientrano effettivamente alcune canzoni di Enrique Iglesias).

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Insomma, quali sono le hit infestanti di questa stagione estiva e quanto sono infestanti? Ho pensato fosse il caso di ordinare le idee con una classifica che terrà conto di dati sensibili quali la quantità di fastidio, l'insistenza e la persistenza, ossia per quanto tempo una determinata hit ci perseguiterà. Ed ecco i risultati:

20. SIA - CHEAP THRILLS FEAT SEAN PAUL

È indubbio che questo pezzo sia infestante, per questo è in questa classifica—non so se sia un onore o un disonore. La metto in fondo perché comunque è indubbio pure che il duo responsabile di questo scempio auricolare sia composto da numeri uno. Sia è una che si è fatta il culo per quarant'anni e poi ha deciso che avrebbe dominato le classifiche ed è indubbio che se la meriti tutta. Sean Paul… Cosa si può dire di Sean Paul se non che fa praticamente tutte canzoni uguali, ma pure lui sono mille anni che lo fa, quindi è difficile incolparli se cavalcano l'onda "Lean On", perché in ogni caso il loro CV li tutela dall'essere semplicemente degli emuli. O meglio, emuli sì ma non è dato ai comuni mortali di rompere i coglioni perché comunque, pure se emulano, lo fanno meglio di tutti gli altri. Ciononostnate, questa traccia, uscita insieme all'album a dicembre dell'anno scorso, prevedeva già a lungo termine la propria esplosione durante il periodo estivo, quindi anche per questa lungimiranza va premiata con un posto d'onore nella classifica della merda.

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19. JENNIFER LOPEZ - I AIN'T YOUR MAMA

Si fa sempre l'errore di sottovalutare la carriera musicale di Jennifer Lopez, che zitta zitta ha portato a casa quasi solamente hit dignitose e ha dalla sua il fatto che nessuna figa latina è figa e latina quanto lei. Da un paio di anni Jenny From The Block cavalca l'onda "vagina power" della collega Beyoncé (pure citata in questo pezzo quando J-Lo dice "we used to be crazy in love"). Insomma, Jennifer, tu e Beyoncé vi scegliete degli uomini un po' del cazzo e poi scrivete canzoni da women empowerment per recuperare dal fatto che siete un po' miopi in fase iniziale. Ma non è mai troppo tardi per emanciparsi e per far sapere all'inetto che avete a fianco che non avete intenzione di piegargli i calzini mentre vi fa le corna. Nonostante l'alto potenziale infestante e la poca fantasia compositiva di questa hit, il livello di fastidio rimane contenuto dato che, a differenza di altre menate estive, "Ain't Your Mama" contiene addirittura dell'autoironia.

18. FABIO ROVAZZI - ANDIAMO A COMANDARE

Mi rendo conto che per molti il pezzo di Rovazzi sia l'emblema del fastidio, so che il ragazzo è stato equamente massacrato e osannato, e io non voglio contribuire né all'una né all'altra parte e mantenermi equa per tre semplici ragioni: la prima è che, come Jennifer Lopez, Rovazzi possiede una certa dose di autoironia, la seconda è che poverino è astemio e non si fa canne e questa grave problematica gli fa più male di qualsiasi insulto, la terza ragione per cui questo tormentone non è poi così fastidioso è che ho scoperto che i ragazzini dei paesini di montagna adorano questo pezzo perché ha risollevato, con la storia del trattore, una sorta di orgoglio campagnolo che io rispetto e stimo. Per questo, "Andiamo a Comandare" fa male, ma non malissimo e sta in una zona abbastanza neutrale della classifica.

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17. ADELE - SEND MY LOVE (TO YOUR NEW LOVER)

Pare che Adele non abbia superato la fase passivo-aggressiva nei confronti del suo ex, nonostante ora sia sposata con figli. Stavolta però quantomeno il prodotto derivante dal trauma non è esso stesso un trauma, ma una roba più o meno movimentata—tanto che immediatamente è diventata una hit estiva. Non è possibile odiare Adele (nonostante credo fermamente che lei odi tutti noi) perché comunque si veste da divano e fa la faccia schifata e risulta a modo suo simpatica—un po' come le battute degli inglesi, quel tipo di humor. Sospetto però, se non è già accaduto, che questo pezzo ce lo porteremo dietro ancora più delle sue nenie sentimentali perché è molto adatto a stare sotto a promo di trasmissioni televisive e come colonna sonora di pubblicità dei telefonini.

16. DRAKE - ONE DANCE FEAT. KYLA & WIZKID

Sul lungo e inutile disco di Drake se ne son dette già di ogni, quindi è superfluo ribadire quanto sia superfluo Views. Questo è un pezzo pseudo-dancehall sull'onda di altri pezzi pseudo-dancehall della scuderia OVO. Ad essere onesti, questa non è la peggiore schifezza che Drizzy e i suoi abbiano pubblicato in vita loro e non è nemmeno così fastidioso, sta in questa posizione della classifica semplicemente perché se ne poteva fare a meno, come d'altronde di quasi tutto Views.

15. GIULIA LUZI - UN ABBRACCIO AL SOLE

Com'è possibile che nel 2016 non esista ancora una legge per punire con il carcere chi scrive canzoni così di merda e tassare pesantemente chiunque si permetta di comprarle. Se credete che io sia troppo severa, lasciate che vi sottoponga a un breve estratto del testo:

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La mia essenza resta appesa
ad ogni passo trasformo l'attesa
Quante maschere siamo, in un viso nascosto c'è un mondo e viviamo

Ma la vita che cos'è
Un abbraccio al sole
Ogni istante lascerà segni sulla pelle
E in un attimo ci sfugge
Catturiamola in quel battito di eterno fra di noi

Guarda che luna
Ogni notte la stessa ma sempre diversa
Gioca da sola ma la sua luce brilla ancora

Ora capite che il responsabile dovrebbe scontare dai due ai sei anni di lavori socialmente utili per compensare al danno artistico che ha provocato.

14. ALVARO SOLER - SOFIA

Preterizione: non parlerò del fatto che questa canzone è praticamente la versione ispanofona di "Counting Stars", che è una delle robe più cantate dai concorrenti dei talent di tutto il mondo, mischiata a "Little Talks" degli islandesi (forza Islanda!) Of Monsters And Men. Parlerò invece della faccia di Alvaro Soler, che sembra stia già soffrendo (sopracciglia da guilty dog) della sua futura contiguità con Manuel Agnelli. Praticamente Alvaro Soler, e la musica latina in generale, vivono solamente d'estate, e l'estate è l'unico momento dell'anno in cui le nostre radio si rendono conto che esiste un mercato internazionale che parla lingue che non sono l'italiano e l'inglese. Quel mercato comunque è composto unicamente da Shakira, Alvaro Soler e Enrique Iglesias.

13. ENRIQUE IGLESIAS - DUELE EL CORAZÓN

A proposito di Enrique Iglesias: questo è uno che lavora praticamente soltanto d'estate, poi non fa un cazzo (piccolo) tutto l'anno. Nei mesi di inefficienza, comunque, si limita a prendere hit latinoamericane tipo "La Camisa Negra" e mischiarle ad altri pezzi che aveva già scritto. Sfaticato, Enrique! Questo, in aggiunta alla sua canzone famosa dell'altr'anno, ha addirittura un fastidioso suono di synth che sembra proprio messo lì per ricordarci il suono più fastidioso dell'estate che è la zanzara. Duele molto el corazón a pensare che stipendiamo questo riciclo umano ambulante in cambio di un'infestazione perenne delle nostre radio.

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12. CALVIN HARRIS - THIS IS WHAT YOU CAME FOR (FEAT. RIHANNA)

Questo pezzo non è nemmeno così fastidioso di per sé, ma attenzione perché uno dei nostri criteri di valutazione e classificazione è la potenzialità infestante e persistente, e tutte le canzoncine in cui le parole sono sostituite con urletti sono, in potenza, future pubblicità di compagnie telefoniche o stacchetti televisivi, ricordatevelo, quindi è bene rendersi conto fin dal primo istante del pericolo che corriamo: non ci libereremo, per mesi, forse per anni, di quelle U di Rihanna.

11. JUSTIN TIMBERLAKE - CAN'T STOP THE FEELING

La sola esistenza di una hit estiva interpretata da Justin Timberlake significa che ogni singolo interprete del mondo la vorrà interpretare, da qui ad, almeno, l'agosto del prossimo anno. E che ogni singolo montatore, pro o amatoriale, vorrà montare le foto delle sue vacanze sulle allegre note di questa canzone. Quindi diciamo che il livello di fastidio può essere comparato a quello che fu di "Happy": inizialmente dici oh che bel ritmo, dopo la tremillesima volta preferiresti bucarti i timpani con un punteruolo.

10. WILLY WILLIAM - QUI TU ES?

Dimenticavo: ogni estate ci rendiamo conto che esistono anche i cantanti francofoni che di solito confezionano hit che sembrano cori da stadio (che, come immaginerete, è sinonimo di qualità). In questo caso Willy William, reduce da un coro da stadio precedente, è riuscito a farne un altro che ricorda pure un po' "Roma-Bangkok", quindi potenziale infestante massimo.

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9. LUCA CARBONI - HAPPY

A proposito di cori da stadio: uno che non è capace di farli è Luca Carboni. Scelto per la sigla dell'Italia agli europei, finché l'Italia non perde, nessuno si renderà conto di quanto stride con la cieca felicità da tifoso di calcio e l'esistenzialismo para-depresso, metadonico, della voce di Luca Carboni. Per ora rimane l'unico motivo, per me, di divertimento onesto durante le partite, pensare che proprio Carboni sia la sigla del calcio. La vita è buffa. Triste e buffa.

8. KUNGS VS COOKIN' ON 3 BURNERS - THIS GIRL

Un rip-off in versione #Ibiza2016 del pezzo di cui già aveva fatto la cover tempo fa Ariel Pink. Il motivo per cui questo brano sta a questo punto della classifica è semplicemente la media del tempo impiegato per comporlo (credo sia bastata un'ora e mezza, se di più c'è un problema cerebrale) con il tempo in cui questa roba rimarrà dentro alle radio italiane. Troppo.

7. ZUCCHERO - PARTIGIANO REGGIANO

Ci avviciniamo alla zona calda della classifica e incontriamo uno Zucchero in cerca di fama estiva con un pezzo in cui non si è nemmeno impegnato a mettere le parole. Bang Bang / Libero / Unico / Yeah / Black Cat / Bon bon sono i termini inseriti in un normale giro blues. Ne avevamo necessità? A questo non so rispondere. Avremo necessità di sottoporci a lobotomia dopo un'estate insieme a questa roba? Certamente sì.

6. J-AX E FEDEZ - VORREI MA NON POSTO

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Ragazzi dai 12 ai 16 anni, lo avete capito che dovete mangiarvi il cornetto?

5. COLDPLAY - HYMN FOR THE WEEKEND

In questo video, chiaramente copiato da quello di J-Ax e Fedez, è riassunto bene il concetto che alcuni definiscono "appropriazione culturale". Più che stare a parlare di britannici che fanno i belli nelle proprie colonie sottolineando quanto sono spirituali e sani quei bambini che corrono a piedi nudi nello sterco di mucca mentre un inglese vestito di lino gli passa accanto. Ma il vero motivo per cui questo pezzo sta quasi in vetta alla classifica sono quelle cazzo di polverine colorate del festival Holi, che già erano una merda infestante prima che se ne appropriassero i Coldplay, figuriamoci ora.

4. DAVID GUETTA FEAT. ZARA LARSSON - THIS ONE'S FOR YOU

Immagina di essere solo con David Guetta su un jet privato, bloccato lì per, diciamo, una decina di ore. Durante queste dieci ore i diffusori del jet passano, ininterrottamente, la sua versione calcistica di "Lean On". Ora immaginati la voglia di tagliare le dita a David Guetta che proveresti dopo questo ascolto forzato e concentrato. Ecco, pensa che la stessa quantità di traumi psicologici ce l'avrai diluita nel tempo, perché non sarai (spero) veramente obbligato ad ascoltarti dieci ore ininterrotte di questo pezzo tutte insieme, la tortura sarà molto più crudele perché sarà centellinata e diluita nel tempo, tipo stillicidio.

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3. JOVANOTTI - RAGAZZA MAGICA

"Allora Lorenzo, è passato un po' di tempo da quando è uscito il disco, le casse piangono, che vogliamo fare, un altro tour? Un best of? Un DVD del concerto live?" "No dai il tour no, boh, mandiamo fuori un singolo." "Eh ma chi lo gira il video?" "Ma no, piglia quelle immagini delle mie fan che ballano e dai cento euro a un montatore, digli di metterci un po' di grafiche HIPSTER, un po' di glitter, un po' di space." "Ok, dai, ti lascio alla tua apericena con Massimo." "Bella lì."

2. MIKE POSNER - I TOOK A PILL IN IBIZA

Non voglio nemmeno approfondire cosa dice questo testo, ma mi sembra di capire che si tratti di un brano per drogati che parla dei danni della droga. Niente di male eh. Ognuno decide come passare la propria estate, ragazzi, e se voi volete passarla insieme ai sensi di colpa, fate pure.

1. BABY K - ROMA-BANGKOK (FEAT GIUSY FERRERI)

Non ve l'aspettavate? Io sì (vabbè, sono io che ho compilato la classifica). Ecco, nonostante i vari tentativi di imitazione di questa imitazione, "Roma-Bangkok" rimane ancora il pezzo più suonato dagli stabilimenti balneari e, sostanzialmente, da ogni speaker che incontrerete per la strada. Forse la sfrontatezza ha pagato? O forse il fatto che fosse la prima italianizzazione di "Lean On"? Poco importa, Giusy Ferreri e Baby K continuano a cantare senza sapere quando si leveranno dai coglioni.

BONUS: UO O O OH!

Dedicato a tutti gli abbonati Vodafone.

¯\_(ツ)_/¯

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