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Musica

Recensione: Morbid Angel - Kingdoms Disdained

Dopo Illud Divinum Insanus recuperare un briciolo di dignità era un'impresa difficilissima, ma i Morbid Angel ce l'hanno (quasi) fatta.

Povero George Michel Emmanuel III Trey Azagthoth. Trent’anni passati a suonare come un pazzo, a costruirsi una credibilità nel mondo del death metal (anzi, a inventare il mondo del death metal all’interno del quale poi costruirsi una credibilità), e tutto va a puttane con un unico, misero dischetto da cinquanta minuti. Illud Divinum Insanus ormai va per i sette anni, ma nessuno, nessuno è ancora riuscito a dimenticarlo.

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Quell’album faceva così schifo che i Morbid Angel, una delle cinque formazioni più importanti della storia del death metal, sono diventati lo zimbello di chiunque; per i metallari ormai “Too Extreme” è paradigma di quanto anche la loro musica preferita possa fare incontrovertibilmente cagare e diventare parodia di se stessa. I Morbid Angel stessi non devono aver vissuto benissimo la cosa: Pete Sandoval, che non partecipò alle registrazioni per problemi alla schiena, ma aveva assicurato che sarebbe tornato dietro le pelli in tempi brevi, piuttosto che riprendere il suo posto alla batteria del gruppo che aveva contribuito a rendere leggendario, ha preferito leggere la Bibbia e trovare Dio. David Vincent, a sua volta, ha di nuovo abbandonato il gruppo, stavolta per trasferirsi ad Austin, Texas, e dedicarsi al country.

Morale: quell’anima pia di George Michel Emmanuel III Trey Azagthoth si è ritrovato senza una band e con una reputazione minata fin nelle fondamenta. Da vero imprenditore, ha optato per l’unica soluzione possibile: salvare il salvabile, far contenti gli azionisti e limitare al massimo il rischio di un’ulteriore débacle. Per fare questo ha richiamato nientemeno che Steve Tucker (intanto fresco di resurrezione con i discreti Warfather), mi piace immaginare con una telefonata del tipo “ciao Steve, senti, lo so che non abbiamo usato proprio i guanti di velluto l’ultima volta, però Formulas e Gateways erano dei bei dischi, e io ho proprio bisogno di un altro bel disco per tirare avanti la baracca, non è che torni?”. A questo si aggiunge un batterista giovinastro e sconosciuto che probabilmente non ha grosse pretese sulla spartizione del cachet perché, insomma, a neanche trent’anni suona coi Morbid Angel, e un altrettanto misconosciuto giovane chitarrista che parrebbe essere il webmaster del sito ufficiale della band. Voilà, Kingdoms Disdained.

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Viste le premesse, Kingdoms Disdained è uscito esattamente come preventivato: un disco per i fan. Buon death metal, neanche lontanamente ispirato come la prima parte di carriera dei Morbid Angel, ma per fortuna altrettanto distante da quella cacata imperitura di IDI. Le chitarre sono tornate a suonare come dovrebbero su un album death metal, Tucker dietro al microfono è riconoscibilissimo e in grande spolvero e le canzoni hanno un groove d’altri tempi, sputato direttamente dall’Abisso. L’unico vero neo di un disco dichiaratamente passatista è l’aver calcato un po’ troppo la mano sulla produzione: la batteria, soprattutto, è perennemente in primo piano, sovrasta tutto e tutti con una pulizia di suono e una perizia tecnica che avvicinano un po’ troppo l’Angelo ai territori freddi e asettici del tech death. Ogni tanto mi farebbe anche piacere distinguere le chitarre dal trigger perenne.

Il nome Morbid Angel in copertina poi ha il suo peso, perché è vero che se Kingdoms Disdained fosse uscito a nome Marcellino Pane e Vino nessuno se lo sarebbe filato di striscio, ma questo è un altro problema. D’altronde, rispetto alle uscite in studio degli ultimi quindici anni, abbiamo finalmente tra le mani un album che si fa ascoltare e non annoia né soprattutto schifa dopo pochi minuti, e già questo è un risultato in cui ammetto di non aver mai davvero osato sperare. Insomma, nonostante una copertina in CGI così brutta da far tenerezza e dopo gli Obituary (cui rimane il primato per il disco più cazzone del 2017), i Morbid Angel sono il secondo gruppo resuscitato dell’anno.

Kingdoms Disdained è uscito il 1 dicembre per Silver Lining.

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