Ci siamo fatti spiegare "Teenage Kicks" da John O'Neill degli Undertones
Illustrazione: Ben Thomson.

FYI.

This story is over 5 years old.

Musica

Ci siamo fatti spiegare "Teenage Kicks" da John O'Neill degli Undertones

Un'intervista per capire meglio una delle migliori canzoni punk e power pop della storia.

Se vi capita di passare per il paese di Great Finborough, Suffolk, potreste fare una deviazione e fermarvi al cimitero della chiesa di St. Andrew, dove troverete la tomba del leggendario speaker radiofonico della BBC John Peel, con il verso "our teenage dreams so hard to beat", tratto da "Teenage Kicks" degli Undertones scolpito sulla lapide.

Peel, morto nel 2004, è stato il più grande sostenitore di questo inno scritto dalla band punk nord-irlandese; è risaputo che la sera che ricevette il disco in redazione mandò la canzone due volte di seguito nel suo programma radio, dicendo "non c'è niente di meglio". Per tutta la sua vita ha continuato a considerarla la sua canzone preferita.

Pubblicità

Seymour Stein, presidente della Sire Records, che si trovava a Londra per affari, sentì la canzone trasmessa da Peel e mise sotto contratto la band a settembre 1978.

Scritta nel 1977 dal chitarrista John O'Neill e registrata il 16 giugno 1978 ai Wizard Studios di Belfast, la canzone fu inizialmente pubblicata a settembre dalla etichetta indipendente della città, Good Vibrations. Ora è universalmente considerata una delle migliori e più famose canzoni punk e power pop di tutti i tempi.

Il gruppo fu formato a Derry nel 1974 da cinque amici che inizialmente si ispiravano a Beatles e Small Faces. Con l'arrivo dell'esplosione punk il loro mix di melodie new wave e il ringhio del cantante Feargal Sharkey divenne sinonimo di rabbia adolescenziale da fine anni Settanta. Per quanto abbiano pubblicato tredici singoli e quattro album tra il 1978 e il 1983, quando Sharkey lasciò il gruppo, nessuno di questi riuscì a eguagliare l'urgenza e la potenza di "Teenage Kicks", una delle più grandi canzoni punk di tutti i tempi.

RIP John Peel.

Noisey: Come ci si sente ad aver scritto la canzone preferita di John Peel?
John O'Neill: È stato uno di quei momenti magici che arrivano una volta nella vita. Ascoltavo John Peel da circa il '73 e lui fu il primo DJ a promuovere il punk nel '76 quando tutti lo usavano come termine dispregiativo. Lui sapeva esattamente che cosa significasse e quando disse che era la sua canzone preferita, beh, meglio di così non si può!

Pubblicità

Sei stato sulla sua tomba?
Sì, ci siamo andati lo scorso novembre. Ci è voluto un po' per trovarla ma ne è valsa la pena, è stato molto toccante.

È vero che la canzone era stata rifiutata diverse volte prima che lui l'ascoltasse?
No. Avevamo registrato il demo in un piccolo studio su quattro piste insieme ad altre quattro o cinque canzoni. Lo mandammo a diverse case discografiche indipendenti ma la qualità non era un granché quindi non piacque a nessuno. La prima volta che John sentì la canzone fu quando gli spedimmo l'EP Good Vibrations, la famosa volta che mandò la canzone due volte di fila.

Ti ricordi dove e quando la scrivesti?
Suonavamo regolarmente in un piccolo bar di Derry, tutti i mesi da circa metà del '77, e non avevamo abbastanza canzoni nostre per coprire le due ore di concerto che ci chiedevano. Quindi facevamo spesso cover di New York Dolls, Stooges, MC5, Velvet Underground e della compilation garage punk Nuggets. Tuttavia ci sembrava fondamentale continuare a scrivere pezzi nostri e "Teenage Kicks" era soltanto un altro brano per quanto mi riguardava. Più o meno tutte le canzoni del nostro primo LP sono state scritte a casa con chitarra acustica e registratore a cassetta, come facevano quasi tutti a quei tempi.

Com'era la vita da giovane a Derry negli anni Sessanta e Settanta? Abitavi a Creggan [quartiere popolare di Derry che fu al centro di una stagione di violenza tra polizia, Nazionalisti e Unionisti, conosciuta come i "Troubles"]? Come cambiò la tua vita dopo i Troubles?
Vivevo a metà strada tra Creggan e la Bogside. Suonare in una band era un modo per sfuggire a quello che succedeva attorno a noi. Era un modo positivo per occupare il tempo invece di partecipare alle rivolte. Discriminazione, emigrazione e disoccupazione erano cosa di tutti i giorni per un cattolico nel nord dell'Irlanda. Sapevamo che questo era ciò che il movimento per i diritti civili stava cercando di cambiare.

Pubblicità

Che cosa facevate per divertirvi ai tempi?
Giocavamo a pallone, non c'era molto altro…

Che musica ascoltavate?
Prima del punk ascoltavamo i Rolling Stones, i Beatles, Bob Dylan, ecc. che ci passavano i nostri fratelli maggiori e cominciammo a comprare dischi nell'epoca glam rock dei primi anni Settanta. Ero affascinato dall'idea dell'arte del singolo pop da tre minuti, e quando finalmente mettemmo le mani sulla compilation di garage anni Sessanta americano Nuggets, quello divenne il nostro punto di riferimento.

"Il nostro istinto era di essere aggressivamente faceti… sembrava troppo banale scrivere slogan triti e ritriti su 'la guerra'"

Le canzoni parlavano più di relazioni che di politica.
Insieme ai Clash e ai Sex Pistols, le nostre band preferite nel '77 erano i New York Dolls/Heartbreakers, i Ramones e i Buzzcocks. Proprio come le canzoni delle band garage, la maggioranza delle loro canzoni parlavano sempre di relazioni problematiche o delle conseguenze della fine di un rapporto, cose che succedono indipendentemente dall'ambiente in cui vivi. Ero anche un adolescente molto naïf e diffidente. Non avevo la sicurezza per scrivere della situazione politica e trattarla con competenza. Come band, il nostro istinto era di essere aggressivamente faceti, fare il contrario di quello che ci si aspettava da noi. Sembrava troppo banale scrivere slogan triti e ritriti su "la guerra".

È stato detto molto sul posto da cui venite, ma la canzone stessa ha di base un sentimento universale e suona come la California degli anni Cinquanta o un pezzo dei Ramones.
Ascoltavo un sacco di uptown R&B, Shangri Las, Phil Spector, ma anche i primi Beach Boys quindi immagino che fosse inevitabile che queste influenze passassero. Le stesse influenze si sentivano nei Ramones quindi probabilmente stavo copiando loro!

Pubblicità

Come andò la registrazione?
Registrammo le quattro canzoni dell'EP in un giorno e tornammo il giorno dopo, mi sembra, per il mix. Non penso che fosse tutto 'sto granché a dir la verità. Quando mi arrivarono le copie ero piuttosto deluso di come suonava. E questo dimostra quanto ci capissi!

Come mai non fu inserita sul vostro album di debutto nel 1979?
Quello era il nostro idealismo punk, e anche un ritorno allo stile anni Sessanta, quando i singoli non comparivano sempre sugli LP.

Il battimani ha sempre fatto parte della canzone?
Non dal vivo. È stato inciso in studio come omaggio alle canzoni degli anni Cinquanta e Sessanta.

Chi fece lo striscione che si vede nel video?
Mi sembra che l'avessimo fatto tutti insieme sul posto, un'idea dell'ultimo minuto per distogliere l'attenzione dal nostro imbarazzo per il playback. Probabilmente fu buttato a fine riprese.

In quel video tra l'altro indossate dei maglioni bellissimi!
Faceva freddo in studio! Non badavamo molto agli abiti, volevamo avere lo stesso look con cui ci avresti visto in giro per Derry.

Molte band hanno coverizzato questa canzone. C'è una versione che preferisci? Cosa ne pensi di quella dei One Direction?
La versione dei Nouvelle Vague è bella. Non penso di aver mai sentito quella dei One Direction ma è stato gentile da parte loro, se capisci cosa intendo.

Cosa pensi dell'eredità di "Teenage Kicks"?
Penso che la nostra versione sia ottima, ma non l'ho mai vista come una "grande" canzone. Il fatto che sia associata a John Peel è un grande privilegio. Senza di lui non credo che la gente la considererebbe così speciale, a dir la verità. Quindi mi sento molto fortunato.

Illustrazione: Ben Thomson.

Segui Noisey su Twitter e Facebook.