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Musica

Kanye ha perso la testa, ma è ancora capace di scrivere un bel disco

Con 'Ye', Kanye West ci parla dall'abisso e non dobbiamo starlo a sentire, se non per goderci la musica.
kanye west ye

È uscito un nuovo album di Kanye West, e per la portata del personaggio è comunque una notizia. Non solo per la sua importanza musicale ma anche perché ormai è una superstar a tutti i livelli, un personaggio della cultura pop contemporanea.

A me, per esempio, da questo punto di vista aveva rotto le scatole, e quando è uscito The Life Of Pablo ne avevo talmente le palle piene di ritrovarlo in ogni momento su ogni testata, e del suo aspetto TMZ/Kardashian ecc. che per mesi non ho neanche ascoltato il disco. Sbagliando. Perché quando poi dopo avere sentito un po’ di pareri in giro mi sono deciso a farlo ho scoperto un capolavoro. Secondo la mia umile opinione TLOP non solo è il suo disco più bello, ma è anche uno degli album migliori usciti negli ultimi anni. È un disco che avrebbe potuto fare Prince se fosse cresciuto in tempi diversi, con strumenti diversi, con una storia diversa, un disco di black music americana a 360 gradi.

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Kanye West è una delle figure chiave dell’hip hop degli ultimi anni, prima come produttore, per esempio con il lavoro sui dischi che hanno reso JAY-Z uno dei più grandi rapper viventi, e poi con il suo viaggio personale. Prima con dischi originali ma comunque ancora nel solco della tradizione, poi cominciando a prendere altre strade, ampliando la visione, sbandando, facendo un po’ di tutto. My Beautiful Dark Twisted Fantasy era il disco magniloquente, il kolossal, il tentativo di portare a casa tutto il piatto, poi è arrivato il disco matto con Yeezus: bello, ma in fondo gran parte del merito di quel lavoro era quello di avere chiamato i nomi giusti a lavorarci, o di ispirarsi alle tendenze giuste.

Poi arriva Pablo. Se un marchio di fabbrica del Kanye produttore (già dall’epoca di JAY-Z) era sempre stato quello di utilizzare anche i vocal campionati come parti integranti delle basi, e non solo le ritmiche o le linee melodiche come si fa più comunemente, in Pablo quegli inserti memorabili non erano presi solo da classici del soul ma anche “fatti in casa”, con l’aiuto di molti ospiti. Da un certo punto di vista è anche un disco in cui dimostrava quasi una certa umiltà, paradossalmente, nel suo chiamarsi fuori e a volte non comparire con la sua voce per lunghi minuti. È probabile che l’idea che ci sta dietro fosse più quella di essere il grande capo dietro tutto, il mecenate, il boss, però il dato di fatto è che c’era meno protagonismo di quanto pensassi, almeno dal punto di vista musicale.

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Intanto i testi diventavano sempre più matti e assurdi, più personali, più senza vergogna. Un po’ come le cose che accadevano nella sua vita, che va sempre più a braccetto con la sua scrittura. Con quel disco comunque Kanye dimostrava di essere ancora in grado di dire la sua nel panorama musicale, e di non essere affatto artisticamente finito

Tutto questo lungo preambolo su un altro disco serve a inquadrare anche Ye, che ne è a tutti gli effetti il fratellino.

Prima di Ye arrivano le crisi più profonde dal punto di vista personale, i ricoveri, le dipendenze e i problemi psichiatrici ormai non più segreti. Arriva anche quella famosa frase sulla schiavitù, e il mio ennesimo “ok, ha perso la testa del tutto, lasciamo perdere, è stato bello fino a qui, ma adesso basta”. Poi esce Ye e non riesco a non pensare che sia comunque un buon disco.

È un mezzo disco, in realtà. Perché se è vero che non se ne può più dei dischi troppo lunghi è anche vero che non so quando abbiamo cominciato a considerare album interi dei lavori di 20 minuti. Non si capisce perché sembri non andare più di moda la via di mezzo, i dischi da 40 minuti come si sono sempre fatti (no, ok, il perché si sa: sui dischi lunghi già abbiamo fatto un articolo e su quelli brevi non è difficile immaginare quali siano i motivi).

Però su sette pezzi, anche a voler essere proprio stronzi, almeno quattro sono davvero belli (mi piacciono di meno la prima, l’ultima e “All Mine”, ma sono comunque buoni) e una è un mezzo capolavoro (“Ghost Town”). La formula è quella di Pablo: tante voci diverse, questi campioni che rimbalzano in giro, suoni belli rotondi, una produzione molto personale, una forte vena soul, e Kanye che rappa delle sue follie.

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Ecco, i testi. Kanye è sempre stato un po’ scemo, ha sempre detto un sacco di cazzate e cose che forse sarebbe stato meglio non dire, o che un altro non avrebbe detto (in Pablo c’è una strofa in cui racconta di quando suo cugino gli ha rubato il laptop che conteneva video in cui si scopava delle tizie e ha voluto non so quanti mila dollari per ridarglielo), ma in questo caso forse si va un po’ troppo oltre.

Abbiamo sempre perdonato un po’ più del dovuto ai testi nell’hip hop e in particolare a Kanye perché “beh, è Kanye”, è fatto così, è il suo personaggio, e in più i pezzi sono belli. Però le fantasie sul femminicidio di “I Thought About Killing You” (ma forse sta parlando di una delle sue personalità? O del chirurgo che ha operato sua madre che poi è morta? Chissà), la rivendicazione orgogliosa di un problema psichiatrico (“che bello essere bipolare, è il mio superpotere, non è una malattia” sembra un po’ uno sputo in faccia a chi vive questa condizione in una situazione economica e sociale diversa dalla sua), l’orribile dinamica “donna santa o puttana” del pezzo di chiusura sono effettivamente problematiche, soprattutto in un momento come questo e parlando a un pubblico così ampio.

Credo che non dovremmo prenderlo come un intellettuale, come qualcuno di cui ascoltare la voce, qualcuno che ci sta raccontando qualcosa del mondo (in questo senso per esempio la parte lirica dell’ultimo di JAY-Z potrebbe essere un TED Talk, neanche un disco), ma come un personaggio, come fosse il protagonista di un libro, leggere i suoi monologhi dall’abisso senza farci influenzare. E tenerci la musica, che ancora una volta è molto buona. Ci ha fregato ancora.

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Ye è uscito il primo giugno per G.O.O.D. Music.

Ascolta Ye su Spotify:

TRACKLIST:
1. I Thought About Killing You
2. Yikes
3. All Mine
4. Wouldn't Leave
5. No Mistakes
6. Ghost Town
7. Violent Crimes

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