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Musica

Recensione: Bad Gyal - Worldwide Angel

Bad Gyal è andata "fuera de España", si è slegata completamente dalla trap e ora canta l'imprevedibilità delle notti a forza di reggaeton e dancehall della miglior qualità.

C'è un po' di confusione su quello che Bad Gyal fa e rappresenta. Fondamentalmente, è una ragazza catalana che canta con l'autotune su basi che devono in egual misura al reggaeton e alle tradizioni dancehall e dembow, così come all'elettronica luminosa ridotta all'osso che alla Giamaica deve tanto di scuola Mixpak. Unisce quindi lingue e stili, Bad Gyal, felice di ballare e far ballare affermandosi ambasciatrice del perreo portoricano e del wine giamaicano. Questo frullone di stili e riferimenti ha fatto sì che si parlasse, noi compresi, di lei come regina di un po' di tutti gli stili e i generi qua sopra, con l'aggiunta della trap (colpa dell'autotune). Lei, in tutto questo, ha rilasciato interviste in cui ha dichiarato di non voler astrarre la musica dal contesto socio-culturale in cui nasce: "Ciò che faccio musicalmente non ha nulla a che vedere con la politica", ha detto quando l'abbiamo intervistata qualche mese fa rispondendo a una domanda sull'indipendenza catalana.

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Quello che Bad Gyal sembra voler fare, invece, è fare musica che spacca e fa ballare. I suoi inizi erano marcati da una vocalità spudoratamente melodica che Pitchfork ha brillantemente paragonato ai gorgoglii di Young Thug. Parla come tanti altri di culi scossi, seduzioni da dancefloor, vestiti e soldi, Bad Gyal, ma lo fa con una fragile vibrazione acquosa nella voce che rende le sue parole, soprattutto all'orecchio di chi non parla spagnolo, un richiamo all'affascinante promessa di ignoto del fare serata. E questo fa ancora oggi, come faceva un tempo nel suo paesino sulla costa del Mediterraneo; solo, su scala molto più grande, sia a livello geografico che sonoro.

"Jacaranda", il suo ultimo singolo prima di questo Worldwide Angel, era forse il suo pezzo più riuscito: una dichiarazione d'intenti che affermava la sua volontà di fare le cose in grande. Il 2017 era el año del dancehall, le ragazze muovevano las nalgas, le chiappe, e Bad Gyal sarebbe andata fuera de España. Così è stato, con la stampa internazionale che le ha dedicato interviste e profili, e queste nuove canzoni celebrano il suo nuovo status di stellina extra-europea. Gli unici (minori) cambiamenti sono nei beat dei suoi producer, che hanno osato nascondere tra i loro pezzi parti di chitarra latineggiante (Dubbel Dutch su "Candela"), sporcizia iper-prodotta (DJ Florentino su "Blink") e brevi pause dall'incalzare del ritmo (Fakeguido e Paul Marmota su "Realize").

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Per il resto Bad Gyal continua a fare quello che ha sempre fatto, cioè a cantare di quanto sia ok lasciarsi andare ai bisogni e ai capricci del proprio corpo e della propria mente. Siamo come a metà della metaforica serata che la sua carriera può rappresentare. Sono le due e la pista è piena di gente persa in un filastroccare di niñas che quieren tra e in gorgheggi di vita tutta alcohol, buena vida e mucho work. L'alba sembra lontana, ed è bello credere nella promessa di un after leggendario.

Worldwide Angel è uscito venerdì 23 febbraio per Puro Records e CANADA.

Ascolta Worldwide Angel su Spotify:

Tracklist: 1. Intro
2. Internationally
3. Tra
4. Yo Siguo Igual
5. Candela
6. Trust
7. Blink
8. Tu Moto
9. Realize

Elia è su Instagram: @lvslei

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