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Musica

Questo era il MySpace di Skrillex nel 2006

Sonny Moore era ed è rimasto la versione esagerata di ognuno di noi.
Emma Garland
London, GB

Oggi siamo abituati a considerare le pagine dei social media come consideriamo le scoregge: terribili, a meno che non siano le tue. Dieci anni fa, invece, la storia era diversa—era più innocente. Gli unici troll che conoscevamo erano personaggi dei fantasy, non ci passava nemmeno per la testa di usare la cautela con cui ora carichiamo immagini di croissant all'amarena sul nostro profilo Instagram per caricare autoscatti decisamente poco clementi e sì, eravamo tutti un po' più bruttini e adolescenti e tutta questa verità la condividevamo su un solo portale: MySpace.

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Lanciata alla cuspide di un'epoca nella quale membri di My Chemical Romance, Fall Out Boy e Brand New erano osannati con il fervore che prima si riservava solamente alle boyband, MySpace era il modo più semplice e diretto per mettersi in contatto con i propri idoli musicali. Nel 2004 nessuno aveva la minima idea di come funzionasse l'internet. Ogni idea sembrava una genialata semplicemente perché era la prima volta che la si sperimentava: mettere tutti i filtri più pesi che potevi alla tua foto in modo che la tua faccia arrivi a sembrare a un cucchiaio con due occhi e un piercing al labbro era una procedura da cui non si poteva scappare. Buttare via manciate di ore per customizzare il tuo profilo con il testo dei tuoi idoli musicali che scorreva a cascata lungo tutta la pagina e il cursore a forma di cuore spezzato era la prassi. Lasciare un commento sulla pagina di Pete Wentz in cui lo informavi dettagliatamente di quali fossero le cose che avevate in comune e del perché fosse impensabile che non usciste insieme era la norma. E la cosa migliore di tutto questo è che anche quelli che ora ci appaiono come VIP avevano il loro piccolo e brutto profilo MySpace. Eravamo tutti sulla stessa barca, tutti quanti abbiamo compilato dei questionari stupidi, tutti ci vestivamo come dei coglioni e tutti chattavamo in pubblico con gente più o meno sconosciuta.

Poco tempo fa abbiamo rispolverato il profilo MySpace di Ke$ha, fermo all'anno 2008, e ne abbiamo dedotto che la vita online era sicuramente più semplice, migliore di quella di oggi. A partire dalla descrizione personale fino ai commenti ricevuti, conteneva molte più informazioni succose dello Snapchat di DJ Khaled, e il tutto era impacchettato amabilmente in una pagina customizzata con simboli del dollaro in versione clipart. Il 2008, però, era un anno strano per MySpace. In molti avevano iniziato a migrare su Facebook, a cancellare le proprie foto imbarazzanti e a levarsi le extension che caratterizzavano l'Homo Sapiens Sapiens dei tempi d'oro di MySpace. Le etichette discografiche iniziarono a vedere il portale come una potenziale fonte economica e le pagine degli artisti vennero prese in carico da terzi, un po' come succede ora. All'improvviso non potevamo più spiare la vita privata dei nostri artisti del cuore.

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MySpace è sempre stato un ricettacolo di informazioni a caso, ma durante il suo climax, cioè intorno al 2005, era più una sorta di diario personale. La pagina di Ke$ha del 2008 era già sintomo di un'autoconvinzione più simile a quella delle star di oggi, mentre nel mezzo dei primi anni Duemila i profili MySpace erano più simili a pozzi neri infarciti di testi drammatici, sfoghi personali e pubblici lamenti su relazioni finite male—il tutto in uno splendido font Lucinda Handwriting. Oggi vogliamo scavare nel fondo di brutale onestà che era il primo MySpace attraverso gli occhi di una delle poche persone che già all'epoca erano celebrità e non solo hanno resistito, ma sono anche state in grado di lasciarsi il passato alle spalle (anche se non del tutto, tiè!): stiamo parlando di Skrillex.

Presentatosi al pubblico inizialmente come Sonny Moore, cantante dei From First To Last tra il 2004 e il 2006, la sua relazione con i primi giorni dei social media appare complicata. Sonny Moore era il principe di MySpace, oltre ad essere l'uomo a cui si deve l'invenzione del selfie dall'alto. Cioè, il primo album della sua band si chiamava Dear Diary, My Teen Angst Has a Bodycount (una citazione presa dal film Schegge di Follia), e che cazzo, e “Note To Self” era l'inno di chiunque sia stato mollato al telefono. Per anni, la pagina MySpace dei From First To Last descriveva la loro musica come il suono delle "interiora di una protesi per gamba".

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La scena Emo, nelle sue incarnazioni precoci, è stata ingiustamente presa di mira dai critici e presa per il culo da tutti gli altri esseri umani. Sonny Moore si è beccato un sacco di insulti, nel corso degli anni, semplicemente perché era uno dei ragazzi immagine di una specifica scena e di uno specifico gruppo di teenager che la seguivano (lui aveva solo 16 anni quando è entrato a far parte dei From From First To Last) che tutto il resto del mondo derideva apertamente. Lo screamo, i piercing a entrambi i lati della bocca, quei flash di capelli biondissimi all'interno di una capigliatura nera come il carbone: quelli erano i nostri adolescenti, quella era la loro forma d'espressione e—prima di diventare il rappresentante di tutta un'altra forma di gioventù e assumere il nome e le sembianze di Skrillex—Sonny Moore ne era il volto.

Dopo l'uscita del secondo album dei From First To Last, Heroine, nel 2006, Sonny lasciò il gruppo. Si sottopose a una serie di interventi chirurgici per riparare i danni inevitabilmente inflitti alle sue note vocali durante quegli anni selvaggi, e iniziò la sua evoluzione verso lo Skrillex che tutti conosciamo e che molti di noi ancora si sforzano di capire.

Nonostante la tenera età, Sonny Moore diventò molto famoso molto in fretta, il che può farci capire come mai gli archivi digitali della sua storia sono così frammentari. Restano poche tracce della sua attività online, e molte delle immagini che lo ritraggono con un ombretto rosa e "capelli post-sesso" sono state spazzate via dalla sua pagina—anche se vivranno per sempre in qualche angolo della nostra memoria collettiva (e su Google images). Neanche il suo sfondo di MySpace esiste più, forse perché si trattava di un profilo provvisorio che poi non ha più curato o forse perché anche lui, come molti di noi, si era appoggiato a un altro sito per customizzarsi il profilo e quel sito è sicuramente scomparso nel buio di Internet. Tuttavia rimangono un bel po' di elementi su cui il nostro lato nostalgico si può crogiolare. Qui abbiamo un profilo che Skrillex aprì in quel limbo creativo del 2006: nel lasso di tempo che separava la sua dipartita dai From First To Last dal lancio del nome Skrillex.

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IL SUO "ABOUT ME"

Non esiste una sola persona tra di noi che non si senta affine a una bio come questa. Tutti siamo stati la sezione "about me" dello Skrillex diciottenne per un periodo. In sole cinque semplici frasi, riesce a ritrarre la battaglia con la fama e la pubertà contemporaneamente—come se una sola di queste cose non fosse già abbastanza turbolenta. Qui è Sonny Moore che si scrolla di dosso la merda che la gente gli ha gettato addosso negli ultimi due anni, in un certo senso, dicendo: "Ehi, state zitti, stronzi!" Almeno questa è l'interpretazione superficiale. Senza dubbio arriva in coda a una valanga di ingiurie. Ed è questo il problema: che venga educato privatamente a causa del bullismo, che canti "note to self I miss you terribly" o che droppi le basse più zozze, Sonny Moore è sempre stato incompreso. Anche oggi, una delle domande che vengono poste online più spesso su di lui è: "Che cosa significa Skrillex?" Dite quello che vi pare su di lui, ma se questa non è una prova di un artista interessante…

Sarebbe bello che quei blog sul suo vecchio Myspace funzionassero ancora, ma purtroppo non sapremo mai cosa significa "faeog", o quali domande e risposte avesse da offrire riguardo al quinto album in studio di Richard D. James Drukqs. Neanche una ricerca su Google riesce a spiegare il significato di “supermundane incandescence”, anche se esiste una pagina Facebook sull'argomento con un solo like. Sonny, sei tu?

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I SUOI INTERESSI

Non avrei mai pensato di vedere "quests", la dieta Atkins e una foto di un bradipo in un elenco di interessi generali, ma del resto non avevo neanche mai visto la pagina MySpace di Skrillex prima di ora. Visto che la sua intera carriera musicale è stata basata sul creare rumori mai sperimentati da orecchio umano—prima lavorando sul capolavoro trash di Harmony Korine Spring Breakers e un attimo dopo collaborando con Diplo—il fatto che i suoi argomenti di conversazione prediletti siano ugualmente inconcepibili e inspiegabili ha probabilmente molto senso.

FALSE DISNEY

È mio dovere segnalare che questa colonna va avanti per un bel po', e l'immagine di Belle da La Bella e la Bestia è soltanto la prima di tante principesse Disney. Tra le altre troviamo Biancaneve che morde la mela avvelenata e la Bella Addormentata circondata di spine. Mi piace pensare che si tratti di un meta-commento sul trattamento che le donne ricevono nella maggioranza dei testi emo.

I SUOI INTERESSI MUSICALI

Questa lista è così piena di roba che mi sembra di sentire il rumore del modem 56k che fatica a processarla tutta. La mancanza di punteggiatura la trasforma in una specie di Dov'è Wally? per iniziati—tipo si riconoscono i Crass, gli A Tribe Called Quest, Skrillex stesso e un sacco di altre cose ovvie, ma se qualcuno sa se “4 Goon Gumpas Logon Rock Witch Cliffs Grass Rhubarb Trolls” è una o più di una band è pregato di dirmelo. E poi occhio alla frase finale, che ci mostra uno Skrillex che sta lentamente scoprendo la trance; il prototipo della musica elettronica da stadio che sarebbe arrivato a personificare.

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Dopo il separatore, si trovano Ali G nella sezione televisione, La Collina Dei Conigli nella sezione libri, e sotto eroi c'è una foto gigantesca e molto seria della faccia di Aphex Twin.

I COMMENTI

C'è una cosa interessante che riguarda MySpace e la cultura musicale che lo circonda: vista la predominanza di band a maggioranza maschile ma con una fanbase a maggioranza femminile, i ragazzi ricevevano anche loro una serie di insulti basati sull'aspetto. Mettetelo a confronto con la sezione commenti di Ke$ha—che dipinge un mondo bellissimo in cui le uniche persone che si prendevano il tempo di contattarti online lo facevano per dirti che spaccavi e che la tua musica le rendeva felici—e noterete un cambio di atteggiamento online molto interessante nello spazio di soli due anni. Naturalmente i fan più intransigenti di Sonny lo difendono, ma sulla base di questo e della sezione "about me" pare che questo ragazzo non potesse nemmeno togliersi la frangia dagli occhi senza ricevere una carriolata di insulti, il che, considerato che la sua musica è invecchiata meglio di molti di noi, mi rende molto triste.

Un'altra cosa interessante di MySpace è che la gente aveva ancora meno filtri di oggi, e si sentiva in diritto di informare celebrità mondiali dei propri dati di vendita, di notare quando si erano loggate l'ultima volta, e di dare informazioni random basate su interessi in comune sperando che portino almeno a un limone.

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Attenzione! Momento estremamente importante nella storia dell'emo qua sotto. Per chi non è informato, il commento fa riferimento a Sonny e Sean Friday (che suonava la batteria nei Dead Sara / Sonny and the Blood Monkeys ma che oggi CHISSÀ PERCHÉ è famoso per essere il nuovo fidanzato di Demi Moore) che coverizzano “Seven Years” dei Saosin.

In breve:

Da Sonny principe di MySpace a Skrillex principe della faccia da "drop that bass", Moore si è battuto contro l'anonimato dall'alba dei social media e ne è uscito sempre vincitore. Tutti i nostri interessi, ciò che pensiamo di essere, che vogliamo essere, Sonny Moore ne è sempre stato la versione moltiplicata all'infinito. Nel 2004, ha analizzato il panorama della musica emozionale e prodotto "Emily". Nel 2006, ha lasciato la sua band, MySpace e, parrebbe, ha smesso di interessarsi della questione molto prima di tutti noi, lasciando soltanto frammenti di informazioni e foto di bradipi. Poi ha catturato l'ondata di musica assordante appena prima che si diffondesse ed è diventato uno dei DJ più famosi del mondo, raccogliendo svariati Grammy lungo la strada—mantenendo, mi viene da dire, lo stesso look e lo stesso comportamento di sempre.

Grazie a dio per Sonny Moore: uomo, mito, icona transgenerazionale di cui non sapevamo di avere bisogno finché non è arrivato e non ha fatto ogni cosa più in grande di tutti.

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