Ho provato a vivere come una Instagram star

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Ho provato a vivere come una Instagram star

Per riuscirci ho chiesto l'aiuto di chi lo fa tutti i giorni. Sorprendentemente, non sono diventata Giulia Valentina.

C'è evidentemente qualcosa che non va nel mio Instagram. Già il fatto che io lo trovi vagamente noioso e tutti intorno a me lo considerino invece uno dei pochi social divertenti doveva farmi riflettere. Ma si sa come siamo fatti noi anziani, abbiamo la testa dura, e quindi mi sono incaponita. A nulla è valso il dato incontrovertibile che le mie foto facciano davvero schifo e nessuno mi caghi di striscio—inspiegabilmente il pubblico non apprezza il mio feed di interni mal illuminati, cani fuori fuoco, persone mentre mangiano o di spalle. Non sono una grande fotografa, che posso farci?

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Per esempio smettere di fare foto? Certo che no.

Così ho continuato. Ho insistito a postare su Instagram ogni volta che mi ricordavo della sua esistenza, sperando che un giorno sarei stata illuminata dalla voglia di vivere che immagino esploda nei cuori di chi sotto le sue foto mette hashtag come #picoftheday #picofthemonth #ootd #instacool #entusiasmo.

In parte, ho perseverato anche per curiosità: come vivono queste radiose e bellissime persone? Come possono permettersi quel cibo lussuoso che mangiano e quegli abiti fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni? Come si può non farsi rimbalzare da quei luoghi inaccessibili alla plebe dove si fanno fotografare? Potevo essere una di loro?

Purtroppo però nulla è accaduto. Mi sono resa conto che il mio è proprio un limite umano: ho carenze troppo grosse di entusiasmo e dedizione alla causa per ottenere la Conoscenza. Perché il mondo dei professional Instagrammer miaprisse le sue porte avevo bisogno di studio, ma anche di un alleato. Così ho chiesto l'aiuto della mia amica Giulia Valentina, che su Instagram ha 267.000 follower e mi frequenta probabilmente al solo scopo di ridere di me con i suoi veri amici. L'intento era quello di modellare la mia esistenza su una sua giornata-tipo, sperando che alla fine la mia vita e il mio Instagram migliorassero.

Guardando il suo profilo ho subito capito che sul mio mancavano due cose: voglia di sorridere la mattina appena sveglia e voglia di fotografarsi la mattina appena sveglia. Infatti, mi ha spiegato Giulia, il risveglio con colazione è chiaramente un momento fondamentale nelle vite dei nostri amici popolari, che aprono gli occhi in camere costantemente assolate e molto confortevoli e ci comunicano così, già dalla mattina, che hanno davanti a loro una #splendida #giornata.

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Purtroppo ci sono dei piccoli particolari che mancano al mio risveglio, tipo: il sole, la colazione e non dico il comfort, ma anche solo una piccola parvenza di ordine. Inoltre il mio cellulare fa delle foto inquietanti in cui le persone sembrano le statue di cera di se stesse. Ma potevo rassegnarmi? Di nuovo, certo che no. E infatti eccomi qui, felice e poliomelitica, appena sveglia su un rinfrescante sfondo di buste e giacche appallottolate, che sorrido di nulla—quindi forse è proprio felicità pura e il miglioramento è già cominciato. Chi può dirlo:

Buongiorno. Foto dell'autrice.

Ovviamente dopo la colazione è tempo di lavorare. Anche del proprio lavoro è importante dare la giusta e interessante immagine, infatti Giulia posta spesso foto degli eventi a cui partecipa. Per fortuna io lavoro anche in tv, per cui non ho certo problemi a infondere un po' di #glamour al mio profilo con foto dal magico mondo della televisione.

Ecco, infatti, quello che vedo dopo aver parcheggiato di fronte allo studio, una prospettiva inedita che sono sicura i miei follower apprezzeranno, un oblò segreto sull'affascinante mondo dello showbusiness. Ah! Stavo quasi dimenticando: #vip #celebrities #business #soldi #tv.

Cologno. Foto dell'autrice.

Quando torno a casa però continuo la mia analisi e scopro che Giulia lavora anche in versione freelance casalinga e per farlo indossa degli occhiali e si fa ritrarre presissima a leggere/scrivere cose sul computer. Qui mi sento già più a mio agio perché 1) stare attaccata al computer è bene o male quello che faccio nella vita 2) è arrivata Alice, la mia amica fotografa. Un altro aspetto fondamentale della vita dei professional Instagrammer è infatti la presenza costante di persone incaricate di scattare foto al professional Instagrammer anche qualora si tratti di selfie, e Alice è qui per quello.

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Mi metto subito comoda come ho visto fare a Giulia, comincio a lavorare sull'articolo numero 480 con la mia opinione non richiesta sul PD e ricreo un ambiente Instagram friendly compatibile con le mie possibilità: scrivania (ok), computer (ok), tè del pomeriggio (bottiglia vuota,) libri e riviste nelle vicinanze (canna), espressione presa (affranta per Bersani). Mi sembra che ci siamo. Anche se non so, ho come l'impressione che ci sia qualcosa di sbagliato, forse qualche dettaglio qui e lì, ma sarà senz'altro una paranoia mia. Sento già la mia vita che migliora, e anche quella di Bersani. PittaRosso, cosa stai aspettando a proporci questa collaborazione?

Si avvicina il momento dell'aperitivo, altra tappa fondamentale della giornata della Instagram star. Infatti è l'occasione per cominciare a sbocciare e creare nuove e più fastidiose distorsioni della parola "aperitivo"—che tra l'altro sembra anche la principale forma di nutrimento di Giulia, che dalle sue foto si direbbe faccia circa otto aperitivi al giorno.

Questo momento dovrebbe essere preceduto da quello della palestra, ma onestamente ho detto che avrei vissuto un giorno come una Instagram star, non che mi sarei annichilita come essere umano, quindi lascio perdere. Però anche io voglio partecipare almeno al grande momento di condivisione dell'aperitivo e faccio l'elenco mentale di tutte le cose di cui ho bisogno: un bar figo e pieno di bottiglie su cui il flash possa riflettersi, soldi, altre persone. Bisognerà trovare un compromesso e il compromesso che scelgo è: nessuno. Infatti rimango a bere una #birra a casa mia.

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Nel frattempo il mio pubblico di Instagram non sembra reagire o anche solo cogliere l'impegno che ci sto mettendo, mentre l'uso sapiente degli hashtag mi ha procurato il follow di casalinghe che fanno collane con le capsule del caffè usate a Montichiari, Brescia.

Insomma, mi serve un traino, qualcosa che catturi l'attenzione.

Così passo alle maniere forti. Mi presento a casa di Giulia e mi faccio prestare il suo chihuahua (milionario anche lui) che si chiama Guè, ha girato i migliori alberghi e produzioni televisive e ha un'alimentazione giornaliera probabilmente più costosa di un mese della mia vita. Inoltre Guè è un cane-celebrità che riceve tutti i giorni regali e ritratti dai fan nonché tonnellate di amore e like a ogni sua apparizione. Mi sembra ovvio che con me succederà lo stesso.

Ma quando mi avvicino non capisco se in Guè sia più forte l'istinto a odiarmi o a fingere che io non esista. Nel dubbio scappa sotto un comodino circa quattro secondi dopo lo scatto di questa foto, per poi non uscirne mai più. D'altronde non si possono costringere gli animali a fare quello che vogliamo, ma le persone . Infatti Giulia, stanca della mia povertà e della mia solitudine, ha preso la decisione che cambierà la mia vita—o, nelle sue affettuose parole, che mi farà "smettere di creare imbarazzo a te stessa e alla tua famiglia."

Così finalmente è successo. Una professional Instagrammer, colpita dai miei sforzi ("mi facevi pena") ha preso in mano la mia esistenza. La trasformazione è stata lunga, difficile e violenta, ma mai quanto le minacce di Giulia se mi fossi permessa di non sorridere in una foto in cui è ritratta anche lei. Sono pronta, amici brand. Contattatemi.

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Ho evidentemente ancora qualche problema a sorridere e contemporaneamente indossare una pelliccia di un colore non esistente in natura, ma vado alla grande, no? Anche la crasi fra i miei e i suoi vestiti non ha in nessun modo un effetto straniante e non sembro affatto una barbona psicologicamente instabile che sta per rapinare una ragazza a spasso con i suoi cani. Sono sicura che gli amici di Motivi o Acqua e Sapone sapranno cogliere il mio talento tutto da sgrezzare.

Giulia mi ha aiutato molto spiegandomi come fingere di ridere e parlare (per farlo devi ridere e parlare, ma non troppo, altrimenti Giulia perde il suo di sorriso e si incazza). In ogni caso diventa subito molto chiaro che nulla di quello che ho fatto fino a ora si possa legalmente considerare come impegno, perché solo per scattare quest'ultima foto fra pose, pianificazione e guardaroba Giulia impiega più di quanto ho impiegato io per tutto l'insieme delle foto che ho scattato oggi e probabilmente di quanto ne abbia mai impiegato per fotografarmi nel corso della mia vita.

A quanto pare purtroppo la vita è orribile e persino essere un professional Instagrammer è un lavoro vero e noiosissimo. Inoltre credo che anche se dovessi davvero impegnarmi fortissimo per fotografarla nel modo giusto e con la giusta frequenza la mia, di vita, rimarrebbe comunque troppo mortalmente noiosa perché secchiate di sconosciuti si riversino ad ammirarla sul mio profilo.

Oh be', ma magari Giulia mi lascerà tenere lo stesso quella fantastica pelliccia. ("No")

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