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Per l'ultimo bilancio demografico dell'ISTAT non c'è niente da festeggiare

L'Istat ha pubblicato il bilancio demografico nazionale relativo al 2014, e le notizie non sono proprio ottime.

Qualunque cosa di buono succeda in Italia non c'è alcun bisogno di preoccuparsi: non avrà un seguito. E non lo dico per esterofilia o anti-patriottismo, ma perché l'unico ente istituzionale italiano rimasto munito della capacità di guardare la realtà in maniera fredda e oggettiva, l'ISTAT, non manca mai di demolire qualunque tipo di ottimismo si possa venire a creare.

Oggi è il turno del bilancio demografico nazionale risalente all'anno 2014, pubblicato dall'ISTAT giusto qualche ora fa. Siete di buon umore e volete rimediare? Dateci un occhio, efficacia garantita.

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Siamo vecchi. L'età media in Italia supera i 44,4 anni, aumentata rispetto all'anno precedente. In Liguria i più vecchi, con una media di 48,3 anni; i più giovani in Campania, con i suoi aitanti 41,5 anni di media. Al 6,5% del totale la popolazione sopra gli 80 anni.

La popolazione rimane stabile, precisamente a 60.795.612 unità: appena 12.944 in più rispetto al 2013. Gli uomini aumentano di circa 17,000 individui, mentre le donne addirittura diminuiscono di 4,000 unità. Per quanto riguarda gli stranieri, rileviamo un aumento di 92.352 unità, che porta il totale a 5.014.437 unità, ovvero il 8,2% del totale.

Ciò significa che l'Italia è a crescita zero: i flussi migratori cercano di rattoppare il naturale calo demografico, ma possono fare poco. Se scomponiamo i dati scopriamo che la componente italiana della popolazione è in calo di 83.616 unità, anche se questo fattore viene compensato da 130.000 stranieri che acquisiscono cittadinanza italiana. Dunque, considerato l'aumento di 85.691 unità nella componente straniera, abbiamo un aumento demografico complessivo di 2-075 unità, lo 0,003% in più.

Un quarto della popolazione vive al nord-ovest, ma questo non è un dato così allucinante, visto che risulta stabile. La cattiva notizia, quella grossa, è che il saldo naturale in Italia è negativo. Nel 2014 si sono registrati 502.596 nascite e 598.364 decessi, la differenza tra nati e morti è in negativo di 95.768 unità, un picco negativo che non raggiungevamo dal biennio 1917-18. Sono diminuiti i nati, un trend che va avanti dal 2009. Nonostante ciò la mortalità è in leggere diminuzione, scendendo di 2.380 unità rispetto al 2013. Il tasso di mortalità è pari a 9,8 ogni mille abitanti; picco inferiore a Bolzano con il suo 8 ogni mille, picco maggiore in Liguria, con 13 ogni mille—le statistiche seguono i centri più "vecchi" che abbiamo elencato prima.

In negativo anche l'immigrazione dall'estero; gli italiani che rientrano dopo un periodo di emigrazione all'estero sono circa 30 mila, mentre quelli che se ne vanno sono 136 mila, 90 mila di questi italiani. Nel 2014, inoltre, sono 129.887 gli stranieri che hanno acquisito cittadinanza italiana, ovvero più di 26 ogni mille, valore che equivale al +29% rispetto al 2013. Infine, nel Paese troviamo circa 200 nazionalità diverse.

Per leggere il report completo basta dare un occhio al sito ISTAT; per adesso ci fermiamo qui, le conclusioni a seguito di questi dati le rimandiamo a un'altra volta.