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Quando dare del buffone al Ministro dell'Interno è l'unico modo di rispondere

Nel rispondere alle parole di Matteo Salvini sulla scorta, Saviano ha usato questa esatta parola.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
Grab via Facebook.

Nella mattinata di ieri, Matteo Salvini ha affermato che per quanto riguarda la scorta di Roberto Saviano "saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio, anche perché mi pare che passi molto tempo all'estero."

Il Ministro dell’interno lo ha fatto intervistato ad Agorà, mentre tornava a esprimersi sui migranti—uno dei temi su cui l'autore di Gomorra la pensa in maniera opposta—e rispondendo alla domanda della conduttrice Serena Bortone, che dopo aver mostrato una clip di Saviano ha chiesto: "La vuole togliere la scorta a Saviano? Lo scrisse in un post ad agosto."

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Se quel post Facebook di agosto—"Secondo quel poveretto (di spirito, non di conto corrente) di Saviano io sono (quindi voi siete) razzista, ignorante, farneticante, sgrammaticato… Se andiamo al governo, dopo aver bloccato l'invasione, gli leviamo anche l'inutile scorta. Che dite?"—poteva sembrare la classica sparata da campagna elettorale, al livello di Meloni che voleva licenziare il direttore del Museo Egizio, l'intervento di ieri si è chiuso in maniera ancor più grottesca: "È l'ultimo dei miei problemi. Gli mando un bacione, se ci sta guardando,” ha detto Salvini riferendosi a Saviano. "Mi provoca tanta tenerezza e tanto affetto.”

Ora, lo sappiamo: nonostante il Governo Conte si sia insediato lo scorso 1 giugno, è come se Salvini fosse bloccato in una perenne campagna elettorale, e al tempo stesso una specie di premier effettivo che si pronuncia a ruota un po' su tutto. In questo caso sulla delegittimazione di Saviano, il suo eccessivo costo per gli italiani della sua “inutile scorta.”

Ma può un ministro dell'Interno esprimersi così, al di là di quanti si sono affrettati a dimostrare che la decisione della scorta non sta a lui?

Dopo qualche ora, Saviano ha replicato con un video in cui dice: "E secondo te, Salvini, io sono felice di vivere così da 11 anni? Da più di 11 anni. Ho la scorta da quando ho 26 anni, ma pensi di minacciarmi, di intimidirmi? In questi anni sono stato sotto una pressione enorme, la pressione del clan dei Casalesi, la pressione dei narcos messicani.” Verso la conclusione afferma, poi, qualcosa che è rimasto impresso a chiunque abbia guardato il video: "E, quindi, credi che io possa aver paura di te? Buffone.”

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Sì, gli ha dato del buffone. Si è un attimo fermato e ha scandito la parola B-U-F-F-O-N-E. Perché, aggiungo, che devi fare in questi casi? Devi rispondere educatamente a chi da anni è un trasmettitore automatico di nefandezze e adesso è al governo? Saviano fa capire che quando l'unico modo di farsi comprendere è rispondere a tono, bisogna farlo.

Nello stesso video, poi, c'è un aspetto ancora più fastidiosa per Salvini: Saviano ha infatti ricordato che, nell’orgia di dichiarazioni, non si parla mai di alcuni temi ben più importanti delle sparate su migranti e rom. Cioè gli scandali finanziari del partito (che sono una costante nella storia della Lega), i 48 milioni di euro di rimborsi rubati agli italiani (quelli che Salvini dice tanto di voler proteggere), i conti in Lussemburgo nonché il silenzio assoluto di Salvini sulla criminalità organizzata—anche su quella al Nord.

Nel corso della giornata, dopo un po’ di titubanza, un sacco di personalità politiche si sono accodate all’#iostoconSaviano. Non solo personaggi come Boldrini o Minniti, ma anche rappresentanti all’interno del governo. Roberto Fico, seppur in maniera diplomatica, ha affermato: "L'Italia è il Paese che ha nel suo ventre tre fra le più grandi organizzazioni criminali internazionali: mafia, camorra, 'ndrangheta. Tutti i cittadini, gli imprenditori e gli intellettuali che hanno avuto il coraggio di opporsi alla criminalità organizzata devono essere protetti dallo Stato.” E persino Di Maio—forse anche per recuperare un po’ di terreno nei confronti di Salvini—ha detto che "ognuno dica quello che vuole ma nel tempo libero."

In serata Salvini ha deciso di riprendere il tema con un’altra delle sue dirette, dicendo che “non sono io a decidere sulle scorte, ci sono gli organismi preposti" e ribadendo: "che Saviano continui a pontificare è l'ultimo dei miei problemi." Una sorta di rettifica, perché non avrebbe potuto fare altrimenti.