Quando la visual artist Frances F. Denny ha iniziato a studiare il suo albero genealogico, ha dovuto fare i conti con due notizie sconvolgenti: la prima è che nel 1674 la sua bisnonna di ottavo grado, Mary Bliss Parsons, era stata accusata di stregoneria. Parsons fu poi scagionata e visse fino a 80 anni, ma la sua reputazione era stata ormai irrimediabilmente macchiata dall'accusa, mossale da un'altra giovane donna del paese che non poteva avere figli e invidiava la prole numerosa di Parsons.
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La seconda notizia riguardava le accuse di stregoneria durante i processi alle streghe di Salem, tra il 1692-1693. In questa occasione, nella cittadina del Massachusetts furono accusate più di 200 persone, 14 donne e 5 uomini furono impiccati per volere del giudice Samuel Sewall, che—scherzo del destino—era anche lui un lontanissimo parente di Frances F. Denny.Sebbene l'artista non creda alle accuse di stregoneria contro la sua antenata, né sapeva di essere imparentata con Sewall, il legame tra la sua famiglia e la persecuzione delle streghe era ormai troppo interessante per essere ignorato. "Mi sono rivista nella figura di questa mia antenata," rivela Denny. "Una donna pronta a stravolgere le convenzioni. Penso che anche io sarei stata accusata di stregoneria se fossi vissuta nel New England del 17esimo secolo. Eppure oggi mi ritrovo discendente di un oppressore e di una vittima."
Denny inizia così una ricerca approfondita sull'etimologia del termine "strega" e sull'immaginario legato alla stregoneria in tutte le sue forme. Nasce così il progetto Major Arcana: Witches in America, una raccolta di ritratti di donne cisgender, gender fluid e trans che praticano la stregoneria, nel tentativo di ripristinare la dimensione divina della femminilità e di celebrare la sua potenza nel mondo.
"Le streghe sono eroine femministe, o anti-eroine," spiega Denny. "La parola 'strega' ha una forza misteriosa e profonda, sembra quasi una forma di autocontrollo coltivato attraverso le credenze e le pratiche. C'è un senso di resistenza anti-autoritario e ribelle, primordiale e dettato dalla natura."
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I suoi scatti, esposti alla ClampArt Gallery di New York, esplorano il concetto di stregoneria a partire dall'archetipo dell'America delle colonie, fino alle sue forme più moderne."È improprio parlare di comunità delle streghe, perché in realtà è un gruppo estremamente ricco e variegato," spiega Deny. "Da una parte ci sono le somme sacerdotesse Wiccan, che scrivono Strega in maiuscolo proprio come si fa con tutte le altre fedi. E all'estremo opposto ci sono quelle che io chiamo streghe con la 's' minuscola, ovvero tutte quelle donne che si interessano di tarocchi, divinazione, astrologia e riti con le candele, d'ispirazione mistica."
Denny prova un senso profondo di responsabilità e per questo ci tiene a condividere ma anche a proteggere le storie e le identità delle protagoniste dei suoi scatti. "Spesso ci dimentichiamo che [in alcune parti del mondo] è ancora molto rischioso parlare di 'streghe' o definirsi tali. Lì, queste donne potrebbero perdere il lavoro o addirittura essere uccise. Le cose che accadevano a Salem, accadono ancora oggi in molte parti del mondo," dice."Molte donne che ho incontrato si stanno lentamente riappropriando della storia antica femminile, e oggi danno spazio a qualcosa di cui per troppo tempo siamo state private."Questo articolo è tratto da Broadly.Guarda anche:Vuoi restare sempre aggiornato sulle cose più belle pubblicate da VICE e gli altri canali? Iscriviti alla nostra newsletter settimanale.