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Musica

Recensione: Francesco De Leo - La Malanoche

Basta con l’egemonia dell’ascolto impegnato e delle pippe mentali: ascoltate 'La Malanoche' mentre fate altro, o potreste rimanere delusi.

Nel confusissimo panorama musicale italiano, in cui ogni giorno viene messa al fuoco una quantità così grossa di carne che mi chiedo quanto ricchi stiano diventando i produttori di griglie per il barbecue, è davvero difficilissimo andare oltre la facciata. Se quindi trovi numerosi — per via della filter bubble che ti sei scelto — post che sponsorizzano attraverso link Spotify un nuovo album uscito, è davvero improbabile che l’attenzione per quel prodotto vada oltre al play svogliato. Eppure, quando ho scoperto che La Malanoche, il primo disco solista di Francesco De Leo, il volto dell’Officina della Camomilla, sarebbe stato prodotto da Giorgio Poi, una delle (ri)scoperte più piacevoli degli ultimi anni, ho deciso che sarebbe stato il mio disco preferito della primavera, o se non altro della Milano Design Week, ascoltandolo solo una volta sotto la doccia e fiondandomi a prenotare la recensione in redazione.

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Poi, per spirito di sacrificio e grande dedizione al lavoro, ho deciso che forse per recensire un album sarebbe stato meglio riascoltarlo e, ecco, le cose sono cambiate.

La Malanoche è un disco di otto tracce che contiene frasi come “Ammazzati come i fuochi d’artificio”. Fortunatamente e intelligentemente è un disco breve (dura poco più di 20 minuti) e onestamente ogni volta che lo ascolto perde un po’ di quell’appeal iniziale che tanto mi aveva gasato. Funziona molto negli episodi che escono un po’ dal tracciato che sembra definire il 75% delle tracce dell’album — tanto che mentre scrivo e lo riascolto ho faticato a capire fosse finita “Ammazzati” e iniziata “Muse”. Un esempio può essere “Lo Zoo di Torino”, probabilmente il brano più interessante degli otto, non fosse altro che lo shuffle di Spotify me lo propone sempre prima della versione 2018 di “Salvami” di Jovanotti, ovvero quella che dovrebbe essere la title track “Andiamo a rischiare la vita (La Malanoche)”, che è poco più che un interludio.

Un’altra cosa molto fastidiosa di un disco che merita davvero molti ascolti distratti e pochi attenti, è questo continuo inserimento di parole francesi, spagnole, inglesi, portoghesi un po’ a mentula canis (ho appena fatto la stessa cosa con il latino). Per cui il modo migliore di ascoltare “La Malanoche” e reputarlo un album degno di nota, è ascoltarlo mentre lavate i piatti, vi fate la doccia, mandate delle mail non troppo importanti, litigate con la vostra fidanzata. Momenti in cui potete non pensare che state ascoltando una canzone che dichiara che la lady di De Leo, quando lo accompagna alla beach ("Jamaica THC"), ha un interesse malato per i pirati.

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La Malanoche è uscito il 13 aprile per Bomba Dischi.

Ascolta La Malanoche su Spotify:

TRACKLIST:
1. Mylena
2. Muse
3. Heroin Chic
4. Andiamo A Rischiare La Vita (La Malanoche)
5. Lucy
6. Lo Zoo Di Torino
7. Ammazzati
8. Hangover

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