I capodanni peggiori della nostra vita

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I capodanni peggiori della nostra vita

Sull'ultimo giorno dell'anno si concentrano sempre un sacco di aspettative, ma il risultato è spesso molto inferiore a quello che ci eravamo prefigurati.

Come ogni anno, più o meno da tre settimane c'è una domanda nell'aria, che ridotta ai minimi termini è: "Capodanno?" È la versione abbellita di aspettative dello "Stasera?" che ti si è riproposto per 52 venerdì anche nel corso di questo 2015. Nonostante tutte le migliori intenzioni, però, i nostri capodanni ci hanno riservato spesso ben di peggio che discoteche strapiene, limonare sconosciuti, finire ubriachi ore prima della mezzanotte e dare fuoco ai bigliettini coi nomi delle persone che volevamo cancellare per sempre dalla nostra vita.

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Ecco quali sono stati i peggiori modi con cui abbiamo salutato 365 giorni della nostra vita e abbiamo accolto l'anno nuovo.

I PUNKABBESTIA E IL SALAME

Il giorno del mio capodanno peggiore dev'esserci stato uno strano allineamento interplanetario, perché sono successe cose totalmente insensate. Ero stato invitato a una festa a casa del mio migliore amico, che aveva anche un grande giardino con la piscina riscaldata: tutto sembrava andare per il meglio, e la casa scoppiava di gente. A un certo punto si è presentato un tizio piuttosto noto per essere l'unico punkabbestia del nostro liceo, accompagnato da dieci esseri analoghi, e dato che il mio amico è molto gentile li ha fatti entrare. Il problema è che i punkabbestia si sono trovati così bene da non volersene più andare, e alle due, quando tutti gli altri avevano tolto il disturbo e i pochi rimasti erano completamente fatti, loro giacevano sui divani o si aggiravano per la casa in cerca di cibo.

L'unica cosa rimasta a quell'ora era un salame. Perciò io e il mio amico abbiamo dato inizio a un'operazione stile Black Hawk Down per recuperare quell'alimento preziosissimo e portarlo in salvo senza farci vedere. In qualche modo ci siamo riusciti e ci siamo chiusi in taverna, dove abbiamo consumato parte del salame e abbiamo nascosto il resto sotto un divano. Poi ci siamo addormentati. Quando ci siamo svegliati abbiamo fatto colazione a base di caffè e salame. I punkabbestia non c'erano più.Mattia

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INCIDENTI DI PERCORSO

Doveva essere il capodanno perfetto: avevamo affittato una casa in mezzo al niente per una settimana, solo "uomini", e avevamo comprato l'erba e gli alcolici. La sera del 31 però l'avremmo passata in città—tanto uno di noi era nel suo periodo straight edge e avrebbe guidato. In quel periodo le cose tra me e la mia fidanzata non andavano molto bene e la fuga in campagna senza di lei non le era andata giù, ma quella sera in piazza con gli altri ci eravamo divertiti.

Almeno fino alle 23, quando l'ho salutata, abbiamo ricomposto il nostro gruppo maschile e siamo ripartiti per finire di festeggiare a casa. Solo che, mentre percorrevamo la tangenziale, la macchina si è fermata: alle 23 e 45 del 31 dicembre ci siamo ritrovati in cinque davanti all'uscita del Mercatone Uno, senza fidanzate e senza niente per brindare. Nessun carro attrezzi sarebbe venuto a prenderci in tempo.

Solo qualche giorno dopo ho scoperto che la macchina si era fermata per un guasto alla cinghia di distribuzione e che quel "tipo in Erasmus di cui ti parlavo" quella sera a mezzanotte era in piazza con la mia ragazza.—Leon

CAPODANNO DI LAVORO

Per arrotondare lavoravo come cameriere in un ristorante della mià città di provincia, il classico posto dove si organizzano "veglioni di Capodanno" con menù a 50 euro e il televisore fisso su Canale 5 per non perdere il momento del conto alla rovescia. Ero sempre riuscito a evitarmi il turno del 31, ma quell'anno mi era toccato: così, anziché starmene coi miei amici, avrei passato qualche ora tra trenini e quarantenni brilli. Niente che un cameriere con qualche anno di esperienza alle spalle non potesse affrontare, insomma.

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Quello che non avevo calcolato erano i figli dei clienti brilli. Gli stessi che poco prima della mezzanotte, dopo avermi visto scendere in magazzino per mettere a posto il piano di un tavolo, mi ci hanno chiuso dentro e se ne sono andati. È così che ho salutato l'arrivo del nuovo anno, mentre la gente scandiva il 3, 2, 1 di Barbara D'Urso sovrastando le mie richieste di aiuto. —Roberto

AL CASINÒ

Al Capodanno 2014, per quella storia che a 18 anni devi per forza fare qualcosa di più degli anni prima, mi sono fatto trascinare dagli amici del liceo prima a una cena a Imperia e poi, in giacca, cravatta, sigari e bottiglie di Moet comprate alla Metro coi soldi dei nostri genitori, a Montecarlo.

Dopo il brindisi la nostra legione di straccioni si è diretta verso il casinò più vicino, dove dopo pochi minuti ci siamo accorti che le finanze non ci sarebbero servite per nessun gioco e ormai demoliti ci siamo imbucati nella prima discoteca che ha accettato di farci entrare in qualità di "esseri umani più fuori luogo di tutte le terre emerse." Tra gli altri esclusivissimi ospiti c'erano escort est-europee, papponi sauditi e gin tonic annacquati a 15 euro.

Poche ore dopo la mezzanotte il mio organismo ha definitivamente ceduto al bombardamento alcolico e ha mandato il cervello in pausa, mentre il corpo resisteva e continuava a fare qualunque cosa fosse inappropriata. Il mattino successivo quando mi sono svegliato i miei amici stavano ridendo di me. Pensavo si trattasse di sano cameratismo maschile, invece avevo dei cazzi disegnati sulla faccia. —Federico

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SOLO RAI 1

Non so cosa farci, odio Capodanno. Sono arrivata al punto in cui i miei genitori brilli mi telefonano per farmi gli auguri dalle cene con gli amici mentre io guardo conferenze del TED con Rai1 in sottofondo. L'anno scorso ho guardato I segreti di Brokeback Mountain e ho brindato alla buon'anima di Heath Ledger. La cosa peggiore, comunque, è che non sono ancora riuscita a trovare il modo di giustificare la mia apatia nei confronti del 31 dicembre in un modo che non sembri snob né depresso. —Elena

SCUSA, NON SEI IN LISTA

Un anno i miei amici sono stati invitati alla mega festa di un ragazzo conosciuto da tutti esclusivamente in quanto ricco e bello, e che perciò stava con tutte le ragazze belle. Ovviamente avere il suo rispetto era molto importante. E lui lo sapeva, tanto che a 16 anni aveva organizzato una festa di Capodanno a casa con le liste. In queste liste il mio nome non c'era, ma i miei amici mi avevano convinto ad andare dicendomi: "Ti imbuchi: vieni con noi e facciamo finta che anche tu sia invitato."

Ovviamente i loro piani sono saltati. Dopo avermi riconosciuto come non-invitato sono stato lasciato fuori da casa sua al gelo, in preda a un sentimento misto di rabbia e imbarazzo. Dopo un'ora uno è venuto fuori a prendermi, con la promessa di lasciarmi entrare a patto che non avrei fatto "casino."

Alla fine, quando tutti erano sbronzi, sono entrato nei tre bagni di casa sua e ho sputato e pisciato in tutti i bagnoschiuma. Anni dopo mi sono anche fatto la sua ragazza. Sono ancora molto orgoglioso di entrambe le cose.—Niccolò

LOCALITÀ SCIISTICHE

Il mio Capodanno ha iniziato a essere una merda la sera prima. Ero in una località sciistica con gli amici e per una serie di coincidenze ero finito a condividere il letto con una ragazza grassa e ricca che non mi piaceva, ma con cui ho fatto comunque sesso. A Capodanno poi lei ha deciso di ubriacarsi moltissimo e, con mio visibile disappunto, di berciare il mio nome in quel modo orribile delle ragazze che non ti piacciono quando sono ubriache. A un certo punto è caduta per terra mentre passavano dei carabinieri, i quali ci hanno obbligati a chiamare il 118—e siccome una volta dentro l'ambulanza lei ha continuato a chiamarmi, i paramedici hanno deciso che sarei dovuto salire con loro. Mi hanno fatto mettere in senso contrario alla marcia e al primo tornante verso Sondrio mi sono vomitato sui piedi.

Dopo la nottata al Pronto Soccorso siamo tornati dagli altri in taxi. Lei grazie alla flebo di fisiologica non aveva nemmeno i postumi, mentre io facevo schifo ed ero ancora sporco di vomito. Tutta fetente si è infilata nel letto che condividevamo senza nemmeno togliersi i pantaloni. Mi sono seduto su una sedia di legno in cucina e ho fissato il muro fino alle quattro di pomeriggio. Nel frattempo mi scappava la pipì, ma ero davvero troppo indignato per alzarmi e farla. —Mattia