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Musica

Abbiamo chiesto a un Dottore perché ci piace ascoltare musica triste quando ci scende

C'è un motivo scientifico se in down dobbiamo per forza ascoltare Selected Ambient Works.

Foto di Mike Renlud

La vita in generale è una tempesta di merda. Ogni volta che si riesce a gustarsi una piccola briciola di felicità o speranza ecco che subito salta su una nuova marea di stronzate e difficoltà. Strati e strati di difficoltà che compongono questo mondo, in maniera assolutamente fisica. Non sto scherzando: se si potesse tagliare a metà il pianeta vi accorgereste che sotto gli strati di muschio terra roccia e tutte le altre cose c'è un nucleo caldissimo che irradia stronzate con cui sommergere le nostre esistenze.

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È strano quindi che qualcosa di naturalmente gioioso come la musica sia utilizzato spesso per trascinare la psiche umana in tunnel di dolore e oscurità.

Per esempio quando si recupera da un trauma psicologico, come una rottura, o la morte del proprio animale o semplicemente l'incapacità di affrontare il weekend, si finisce sempre con l'ascoltare musica così triste che sembra essere registrata direttamente da una vasca di deprivazione sensoriale riempita con le lacrime di Morrissey stesso.

Non ho idea del perché succeda, di quale sia il motivo per cui mi sottopongo a una sofferenza del genere. Mi sono sempre fatto delle domande su questa incongruenza di voler ascoltare musica triste quando ci si trova già in uno stato di miseria assoluta. La logica vorrebbe che, in qualità di organismi vitali funzionanti, il nostro cervello ci offrisse piccole ricompense chimiche per ogni nostro tentativo di riparare alla condizione spiacevole in cui versiamo. Quando sono arrabbiato, cerco di calmarmi. Quando sono spaventato, cerco di pensare che la mia paura è molto probabilmente irrazione. Quindi perché quando sono triste o depresso finisco con il voler accentuare quello stato, in qualche modo di godermelo, di rendere divertente lo sguazzarci dentro? Perché l'ambient più tristona ci sembra così facile da ascoltare quando siamo ridotti a pezzi dalle circostanze delle vita?

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Foto di Bob Foster

Per provare a capire cosa mi spinga a farmi una pera di "Rhubard" di Aphex Twin ogni lunedì, ho parlato con la Dr. Jonna Vuoskoski, ricercatrice alla Facoltà di Musica dell'Università di Oxford. Il suo dottorato di ricerca è stato incentrato sul ruolo delle emozioni indotte dalla musica, quindi forse anche lei si spara grosse dosi di Selected Ambient Works.

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Secondo le sue ricerche ci sono un numero di ragioni strategie diverse per arrivare ad ascoltare la musica per frignare. Prima di tutto la musica triste può aiutarti a metabolizzare dei sentimenti particolarmente negativi in un processo che prende il nome di (BOOSTA TI FACCIAMO DIVIETO DI LEGGERE LE PROSSIME DUE PAROLE) "regolazione emozionale". Mi spiega che questo meccanismo si attiva perché a volte "le persone potrebbero non sapere di aver bisogno di un certo tipo di musica, ma quando iniziano ad ascoltarla si innesca un processo di analisi del proprio stato emotivo che sarà sicuramente utile per capire meglio attraverso quale tempesta sta navigando il loro cervello". Quindi, tutte quelle volte che avete ascoltato i Travis vi hanno genuinamente aiutato a capire perché piove sempre sulla vostra testa.

Secondariamente bisogna considerare l'empatia. Tipo, hai presente quella volta in cui ti sei chiuso in una stanza buia da mattino a sera ad ascoltare R&B Anthems: The Collection e alla fine ti sembrava che KC e Jojo stessero parlando di te? Voglio dire, proprio di te. Ecco, a quanto pare non ascoltiamo musica triste solo per provare empatia verso le disgrazie attraverso cui passano gli autori delle ballate, ma anche per far credere al nostro cervello che qualcuno ci comprenda. O qualcosa del genere, dato che non ho un dottorato di ricerca per spiegarvelo meglio. Quando ascoltiamo un tizio frignare di problemi simili a quelli che stiamo affrontando "ci sentiamo meno soli e riusciamo a ricevere conforto dalla musica in questo senso".

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L'elemento più interessante per capire i motivi che ci spingono ad abbraciare la musica dei Cure nelle notte più tristi è che il conforto che riceviamo è fisico e misurabile. È ovvio che i momenti di scesa mentale ci affliggano anche nel corpo, non solo nella psiche. Il nostro corpo secerne roba chimica e ormoni in quantità diverse e in questo modo ci ritroviamo più stanchi, incapaci di affrontare il mondo esterno e svogliati. Secondo la Dottoressa Vuoskoska, le persone talvolta ascoltano musica downbeat perché "vogliono momentaneamente intensificare le emozioni che stanno provando e la musica aiuta ad amplificarle, lasciandole fluire meglio e più velocemente".

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Questo succede perché quando ascoltiamo quel genere di musica il nostro corpo secerne ormoni come la prolactina (la stessa della gratificazione sessuale), ossitocina (relazioni sociali) e, più importante, il trasmettitore neurale preferito di ciascuno: la dopamina. Perché, anche se potrebbe sembrare un semplice stato di depressione mischiato ad autocommiserazione, quando vi ascoltate due ore di mix chill-step in realtà il vostro corpo sta facendo dei calcoli molto più complicati dei vostri. Ci sono tanti sentimenti che si accavallano l'uno sull'altro in questi casi, come "la pace, il relax, la commozione e lo sbigottimento," che inganna il corpo facendogli credere che sta effettivamente accadendo qualcosa di positivo, portandolo alla produzione di dopamina nonostante siamo tutti internamente consapevoli di essere depressi. Il rilascio di dopamina spiega anche perché può aiutare quando siamo in particolare carenza di serotonina, specie dopo weekend impegnativi.

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Ultimate Comedown Jams: The Perfect Post-Party Playlist

Ecco perché ha senso riporre le nostre fiducie e addirittura supportare l'ascolto di musica triste, da un punto di vista evolutivo. Le recenti decessi di gente famosa hanno dimostrato che stati di tristezza possono avvicinare le persone, e non necessariamente isolarle. Come la dottoressa Jonna mi ha spiegato, la sua ricerca aveva dato prova che le persone con particolre predilezione per le canzoni tristi, erano anche più portate a condividere due importanti manifestazioni di socialità: l'empatia e l'apprezzamento della bellezza, o l'esperienza estetica. "Sentiamo gli effetti dell'ossitocina fisiologicamente quando empatizziamo, e della dopamina quando contempliamo il bello," mi spiega. Questo spiegherebbe perché tutti si ostinano a postare e ripostare tributi Youtube quando un qualche eroe del pop viene a mancare, vogliono solo condividere il proprio senso di empatia con l'accaduto, a ricordare che essere tristi in così tanti, in fondo, nasconde una sua bellezza.

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L'unica cosa che non riesco a capire è perché la musica felice non sia a sua volta la chiave per la vera e unica felicità. Non so voi, ma se mi metto ad ascoltare qualcosa di allegro e sono triste, sto peggio automaticamente. Vi è mai capitato di trovarvi insieme a gente che suona hardcore felice e veloce, mentre voi siete in after da dieci ore? Non vi viene mai voglia di picchiarli fortissimo? C'è una spiegazione scientifica anche per questo! E non è che l'hc felice è opera del demonio. La dottoressa Jonna dice che di solito uno si ascolta la musica che meglio si associa al proprio umore, e quando ci si imbatte in qualcosa che non si abbina bene a come ci sentiamo, il contrasto è così grande che provoca insofferenza automatica.

Foto di Bob Foster

Alle sessioni di musico-terapia le indicazioni sono sempre: "parti con musica triste, poi poco a poco aumenti la positività. In questo modo guidi il tuo stato emozionale accompagnandolo con la musica, invece che catapultandolo in generi apparentemente felici, che però stonano con quello che provi in quel momento." Un po' come quando torni in palestra dopo mesi di stop, la tua agilità muscolare è così azzerata che rischi uno strappo anche con il solo gesto di metterti gli shorts. Quando sei così fragile la tua emotività ha bisogno di essere allenata a tornare in forma, e ci vuole tempo. Non puoi certo permetterti uno strappo emotivo, oltre che muscolare.

Sembra che ci sia quindi una miriade di buoni potivi per spararsi a mille Chilled Ibiza: Sunset Mix quando sei in down. Non ti aiuta solo ad aumentare le possibilità di interazione umana con il tizio che ti siede a fianco, che naturalmente sta benissimo ed è a suo agio a differenza tua, ma aiuta anche a regolare le emozioni negative via dopamina/ossitocina, e a rifornirti di tutta la serotonina perduta nel weekend. Adesso scusate ma ho un boxset dei Morphine a cui dedicarmi.

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