Giovedì scorso è andata in onda la prima puntata delle selezioni di X Factor e già è partito il primo polemicone dell'anno. Il merito è tutto di tali The Noiserz, quattro ragazzi che—come apprendo dalla didascalia applicata alla loro esibizione—hanno tra i 18 e i 20 anni e fanno gli studenti/elettricisti. Ma il punto non è tanto la loro età o la loro professione quanto la sbroccata in cui si è esibita Mara Maionchi appena li ha sentiti pronunciare il loro nome. Andiamo ad analizzare brevemente l'accaduto con l'aiuto di qualche screen dalla puntata.
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ARRIVANO I NOISERZ
È arrivato il grande momento, per i Noiserz. I membri che non parlano si canticchiano in testa "Mr. Brightside" dei Killers per mantenere la calma. "Siamo i The Noiserz", dice il cantante, ignaro che usare sia "i" che "the" nella stessa frase è leggermente superfluo.
MARA HA GIÀ CAPITO CHI HA DI FRONTE
Appena l'amico Noiser cominicia a parlare, Mara ha già sentito la puzza di indie italiano che canta in inglese. Socchiude leggermente gli occhi e inarca le sopracciglia, pronta a colpire.
LEVANTE, INVECE, SEMBRA GENUINAMENTE INTERESSATA
In contrapposizione a Mara, animo rutilante della trasmissione, Levante mostra il suo cuore di pane e dà un'opportunità ai Noiserz. Si vede dal suggerimento di sorriso che ha sul viso, e dall'occhio colto in un momento di genuino interesse. Quindi chiede loro una spiegazione: "Che cosa vuol dire The Noisersszzzz?" Peccato che la sua concentrazione stia per venire infranta.
MARA COMINCIA A SBROCCARE
L'amico Noiser risponde: "È, diciamo, un termine che noi utilizziamo per definirci, ossia… noi, quando… scriviamo pezzi, prendiamo dei rumori, e trasformiamo questi rumori in suoni." A questo punto Mara non ce la fa più, e sbrocca. La sua incazzatura sta tutta nello screen qua sopra, fatto nell'esatto momento in cui grida "SIAMO IN ITALIA" mentre fa la cosa più italiana delle cose italiane, cioè gesticola un botto. Ma andiamo ad analizzare punto per punto il discorso di Mara, che—a questo punto—non ha ancora ascoltato i Noiserz.
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Sul nome non posso che dare ragione a Mara, perché "The Noiserz" è un nome idiota con una "z" gratuita quanto le "k" al posto delle "c" nei nomi delle cose messe per rendere il tutto più ammiccante. Poi: la parola "noiser" esiste, in inglese, è anche sul dizionario. Ma non è neanche lontanamente di uso comune, e suonerebbe quindi piuttosto strana a qualsiasi orecchio anglofono. È come se una band inglese cantasse in italiano e si chiamasse "I suonisty" e pretendesse di essere presa sul serio. Non credo che i Noiserz abbiano immediatamente pensato di proporsi all'estero una volta fondato il gruppo, però Mara ha ragione nel dire che "dobbiamo prima sopravvivere qui" se si tratta di cantato in inglese. Perché un ascoltatore inglese, americano, francese, tedesco o polacco dovrebbe sentirsi un gruppo italiano che cerca di imitare un suo quasi-equivalente straniero quando può ascoltare direttamente l'originale? E perché un discografico dovrebbe investirci dei soldi? Per quanto riguarda il "Dobbiamo combattere!" finale, credo che Mara voglia dire che sarebbe bello e utopico se tutti potessimo prenderci bene per una canzone indipendentemente dalla lingua in cui è cantata. In quest'ottica cercare di crearsi una voce in italiano invece di sprofondare nell'immensa competizione mondiale dell'inglese, tra l'altro partendo da una posizione di estremo svantaggio, non sarebbe una cattiva idea. A questo punto Manuel Agnelli e Levante calmano le acque, ma appena si comincia a parlare dei Noiserz come di ragazzi con dei sogni, Mara sbotta di nuovo:Perché non vi siete chiamati i Cavalli invece dei Noiserz del cazzo? Scusate, ma perché questa cosa inglese comincia a rompermi i coglioni. Cioè, tutto inglese, poi… ma siamo in Italia, non riusciamo a far nientemmhmh. Noi dobbiamo prima sopravvivere qui, e poi tentare di fare qualcosa all'estero. Gli inglesi ci massacrano. La globalizzazione ci ha mandato a casa con la musica! Dobbiamo combattere! Allora!
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Con due frasi in croce Mara smonta con maestria la retorica del "segui i tuoi sogni, puoi fare quello che vuoi", causa di una marea di obbrobri musicali. Non è vero che possiamo fare quello che vogliamo. Dobbiamo provare a farlo, e poi ascoltare i consigli degli altri, accettare le opinioni altrui e non prenderci male se veniamo criticati ma usare le critiche come occasioni per migliorarci e mettere in dubbio ciò che siamo e ciò in cui crediamo. E magari assicurarci di non aver scelto un nome stupido. Levante prosegue il discorso e chiede ai Noiserz se cantano in inglese. Loro rispondono di sì. La reazione di Mara:Ma che sogni, questi qui devono lavorare! Che sogni? Lasciateli a casa i sogni! Sperate di vincere al Totocalcio invece di avere i sogni! Voi dovete lavorare. Dovete… bravi.
Mara continua:
"In America c'hanno Trump" è un generico sentimento anti-americano trascurabile per gli scopi del ragionamento, anche un po' superfluo rispetto a quello che Mara vuole dire. Cioè "A Napoli avete una storia colossale", e quindi magari potete usarla come punto di forza per creare un linguaggio vostro che però faccia prendere bene tutta la nazione, invece di fare il verso ai vostri cantanti inglesi preferiti. Un po' come sta facendo, per esempio, Liberato. E poi per l'estero c'è sempre tempo, ché se siete bravi arriverà sicuramente una popstar ad appropriarsi della vostra cultura.A Napoli avete una storia colossale, cazzo! E perché sempre agli americani? Che poi c'hanno Trump, gli americani! Hai capito? C'hanno Trump, i testimmhhwhwwmheallora.
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