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Musica

Buon San Valentino! Ecco dodici canzoni di odio per chi odia l'amore

Fiore, cuore, vaffanculo, ti venisse la pellagra.

Forse non ve ne abbiamo mai parlato prima, ma tutta la questione dell'amore romantico, quello che fa fare follie e fa prendere impegni a termine infinito, è una frode culturale perpetrata ai danni della popolazione del mondo fin dalla notte dei tempi. È fantastico che finalmente, dopo anni di dittatura eteronormativa, nuove forme di amore si prendano sempre più spazio nella nostra società. Ma è ancora di là da venire il momento in cui l'intero concetto di amore sarà messo pubblicamente in discussione, come sarebbe d'uopo fare. Oggi Noisey ha deciso di piantare un piccolo semino, con una playlist Spotify che celebra il non-amore in tutta la sua esuberanza vitale.

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Insomma, abbiamo selezionato per voi dodici canzoni anti-San Valentino. Sesso violento? Ce l'abbiamo. Egoismo estremo? Ma certo. Maschilismo parossistico? Imprescindibile. Prese in giro, storie dell'orrore, corporalità estrema, cerebralità estrema, il tutto raccolto in alcune gemme più o meno nascoste del metal, punk rock, hardcore, post punk e indie rock degli ultimi quarant'anni.

Kim Deal, "Walking With A Killer"

In un'intervista rilasciata a NME qualche anno fa la fondatrice delle Breeders e ex-bassista dei Pixies spiega il significato di questa canzone: "quando ero alle superiori e tornavo a casa a piedi dal supermercato, passavano dei ragazzi in macchina che mi urlavano 'STUPRATA!' dal finestrino. Era una merda qua attorno. […] I maschi possono essere davvero pesanti a volte. Sai cosa odiavo di più? Quando ti dicevano 'sorridi! SORRIDI!' […] Fottuti stronzi". Ci sembrava giusto iniziare ricordando a tutti gli uomini (tra cui noi stessi), che a volte sappiamo fare schifo, e paura. Anche a San Valentino.

Devo, "Gut Feeling"

I Devo sono in grado di evocare immagini di un disagio unico, come in questa bizzarra ode alle puzze e alle secrezioni e alle componenti più schifose dell'amore, di cui abusare fino a sentirsi male.

Gang Of Four, "Contract"

I maestri della freddezza e della razionalità post-punk ci tengono a sottolineare che quelli che sembrano caldi e umidi sentimenti, una volta entrati in contatto con la società, funzionano esattamente con le stesse meccaniche di un contratto di mutuo interesse. "Un'altra delusione / Non siamo stati in grado / di fare quello che l'altra persona voleva / Questi sogni sociali / Messi in pratica in camera da letto".

Malaria!, "Eifersucht"

Ah, una delle peggiori sventure che si possono abbattere su una storia d'amore è la gelosia. Ecco una canzone che parla esclusivamente di questo. "Rabbia, amore e paura / Rabbia, amore e dolore / Rabbia, amore e morte". Buoni quei cioccolatini, eh?

Country Teasers, "Anytime, Cowboy"

Per chi non conoscesse una delle band più geniali della storia d'Inghilterra, il suo leader Ben Wallers è un tizio eccentrico che ogni tanto interpreta la parte di un buzzurro vaccaro del Texas, altre volte è un fine intellettuale britannico e altre volte ancora è travestito da Uomo Ragno e suona un Game Boy restando appeso al soffitto. Le sue canzoni sono piccoli ritratti umoristici a metà tra Achille Campanile e Ai Confini della Realtà. Qui i protagonisti sono un cowboy e un uomo d'affari, entrambi ugualmente viscidi e schifosi con le donne che incontrano: "Quando lui chiede 'sei pronta?' / La sua risposta dev'essere 'Quando vuoi, cowboy'".

GG Allin, "I wanna fuck myself"

Il microcazzo più bellicoso del rock non poteva mancare in questa lista, e ringraziateci che abbiamo scelto questa canzone che parla di auto-fisting invece di una di quelle in cui racconta atti di violenza indirizzati su altri/e.

Rammstein, "Pussy"

Le dimensioni contano, dice Till, e se lo dice lui, a cavallo di un cannone spara schiuma rosa davanti a folle oceaniche, io mi fido. La celebrazione ultima dell’amore platonico, dei sentimenti veri e dei rapporti profondi come una cavità vaginale. So what’s the problem? Let’s do it quick.

Type O Negative, "My Girlfriend’s Girlfriend"

In questo mondo di maschi alfa pervertiti doveva esserci almeno una canzone in cui il potere femminile venisse riconosciuto, perché alla fine sono le donne che comandano. Come quando lei mi permette di entrare nel suo letto assieme alla sua ragazza. Tutti e tre avvinghiati, che coppia che siamo.

Sentenced, "Drain Me"

L’amore incondizionato, la felicità di una vita insieme, il sentimento profondo, il senso di compimento che solo l’altra metà del cielo ti sa regalare, l’emozione di stringere una donna meravigliosa e sussurrarle all’orecchio che non te ne frega un cazzo di lei, basta che apra bene la bocca.

Strapping Young Lad, "Love"

Non ho mai ben capito per quale ragione la Century Media abbia sentito il bisogno di pubblicare su quasi tutti i canali ufficiali la versione censurata di questa canzone. Per quale motivo dire “fuck it, oh shit” dovrebbe dare fastidio a gente che ascolta una canzone che dice che si propone di “lasciare spazio alla procreazione, dammela dammela dammela”. Se fosse stata composta nel 2017 probabilmente non sarebbe mai neanche arrivata alla pubblicazione.

Cannibal Corpse, "Addicted To Vaginal Skin"

Quando la voglia di sesso diventa letterale, e il sesso lo asporti con la mannaia e te lo mangi. A quanto pare una volta che provi non puoi più farne a meno, anche se sembrerebbe che la colpa sia dello stregone voodoo che ti ha fatto diventare uno zombie, e adesso ogni volta che punzecchia la tua bambolina senti l’irrefrenabile impulso di squartarne quattro.

Nerorgasmo, "Io Mi Amo"

Io mi amo, io mi amo. Più vi odio e più mi amo. Mi amo perché vi do fastidio, comparse mediocri che ballano a tempo. Perché per qualcuno essere single è più di un accidente, è una scelta di vita. Breve.

883, "Lasciala Stare"

Ah, la dolcezza di Max Pezzali. Chissà quante volte ha fatto innamorare una donna cantandole parole dolci con quel suo accento pavese un po’ masticato cantando “Ti sento vivere”. Eppure questa è la dimostrazione che dietro le quinte doveva fare anche del lavoro sporco e marcare il territorio. L’amore è cieco, ma la canna dell’uzi ci vede benissimo.

Andrea è uno dei Lord di Aristocrazia Webzine.

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