Memorie dal carcere
Tutte le foto di Guido Gazzilli.
Attualità

'Ai fantasmi del passato non frega delle sbarre' - Foto e racconti dalle carceri italiane

“Memorie dal carcere” è il progetto di Guido Gazzilli che raccoglie foto e testimonianze dagli istituti penitenziari di Civitavecchia e Rebibbia.
Leonardo Bianchi
Rome, IT

In Italia, il carcere è un grande rimosso della società: per chi sta fuori è una dimensione che deve rimanere nascosta, lontana dai riflettori o dai pensieri.

L’attenzione si accende solo quando succedono fatti di una gravità inaudita—come nel caso dell’“orribile mattanza” di Santa Maria Capua Vetere—e non dura comunque molto.

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Per chi è dentro, invece, il carcere è un’esperienza totalizzante. Esiste solo quella dimensione, ed è una dimensione in cui i tempi sono dilatati e infiniti, fatta di regole spesso e volentieri inaccessibili o incomprensibili per chi non le conosce.

Dal 2015 Guido Gazzilli sta fotografando “l’altra faccia della medaglia della nostra società” attraverso il progetto “Memorie dal carcere”, con il quale ritrae detenuti e detenute negli istituti penitenziari di Civitavecchia e Rebibbia.

Il progetto, spiega Gazzilli, nasce “dall’esigenza di raccontare con uno sguardo nuovo la vita all’interno dei carceri”—uno sguardo che “sospenda il giudizio e che si concentri sulle persone in quanto individui, con il loro bagaglio di errori e cadute.”

Oltre ai ritratti scattati da Gazzilli, “Memorie dal carcere” è anche un documentario di Elia Buonora, Lorenzo Sorbini e Gazzilli stesso in cui i detenuti e le detenute raccontano la propria vita, condizione e sensazioni attraverso una selezione di foto.

Il 18 e il 19 dicembre del 2021, allo Spazio Fontanella di Roma, ci sarà un evento su “Memorie dal carcere”, con le foto di Guido Gazzilli—e interventi artistici sulle cornici a cura di Chicoria—e la possibilità di assistere a una proiezione del documentario. L’evento si aprirà con un talk che coinvolgerà tutti i protagonisti che hanno voluto questo progetto: Guido Gazzilli, Elia Buonora, Chicoria (che su VICE è il volto della serie Dietro le barre), Iole Calvigioni (psicologa e operatrice del Sert di Civitavecchia), Claudio Paterniti e Alessio Scandurra dell’Associazione Antigone, e Valerio Madeu della Fondazione Villa Maraini.

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Per l’occasione, qui di seguito abbiamo raccolto alcuni estratti dalle testimonianze del documentario.

“Rifiutavo tutti, rifiutavo la famiglia e l’affetto, tutto”

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“Mi ritrovo qui perché ho fatto dei reati, tante cose. Però purtroppo non riuscivo a capire, perché non volevo che nessuno mi aiutasse. Rifiutavo tutti, rifiutavo la famiglia e l’affetto, tutto. L’avevo capito che ero allo stato brado.

A volte neanche mi lavavo, ero preso troppo dalla droga. Non pensavo a niente. Pensavo a me e alla droga, e andavo avanti. […] Prendevo la droga e mi buttavo per campi per non farmi vedere. Però per quanto ero incapace di razionalizzare, pensavo che non mi vedesse nessuno. Ma quando uscivo da questi campi e ritornavo in mezzo alla società, era evidente—soprattutto alla famiglia e agli amici miei.

[…] Una persona, un uomo, se vuole trova sempre la strada vincente. Se vuole però. La devi cercare. Perché non ti regala niente nessuno. Un perdente, come ero io, trova sempre una scusa.”

“Le strade mi sembravano buie e senza via d’uscita”

“Ammiravo tutto il giorno quel mare che avrei attraversato per venire un giorno in Europa, per seguire i miei sogni e cercare un futuro migliore. Quel mare dove sono morti migliaia di marocchini, e hanno fatto piangere madri e famiglie, e lasciato orfani migliaia di bambini.

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Sono arrivato in Italia che non conoscevo nessuno, nemmeno una persona. Era un altro mondo, per me nuovo, una lingua completamente diversa dalla mia.

Faceva freddo al nord, dove vivevo, nevicava. A volte mi prendeva la nostalgia del mio paese, e le strade mi sembravano buie e senza via d’uscita.”

“Anche io sono in cerca della strada giusta. Ma qual è? Ci sono strade sicure?”

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“Qualche volta dobbiamo cambiare strada per non girare sempre nello stesso punto. Come tutti, anche io sono in cerca della strada giusta. Ma qual è? Ci sono strade sicure? Sbaglio quando penso che dobbiamo rischiare per trovare la felicità?

Ho rischiato tanto, e ho sbagliato un sacco; ma ancora ci sono, e le strade le ho scelte con il cuore. La speranza che ho è poca, ma non è ancora morta.

Qualche volta vorrei dimenticare tutto, tutte le cose brutte che ho visto e vissuto. Ma non si può: i ricordi sono impressi dentro la mente e dentro il cuore. Dietro le sbarre ci penso ancora di più. Vivo nel passato perché senza spazio la vita sta ferma, mentre il mondo cambia giorno dopo giorno.

Qui non si sente e non si cambia niente, ma la mente non si chiude in una cella. E anche ai fantasmi del passato non gliene frega un cazzo delle sbarre, vengono a trovarmi anche qui. Sono qui con me, devo vivere con loro, non si cambiano le cose del passato: lo sappiamo tutti.

Solo con i sogni possiamo scappare da tutto. I sogni sono liberi, volano come gli uccelli.”

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“Tutto prima o poi passa”

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“In questo momento mi sento come se fossi sepolta in uno spazio vuoto. Grido per chiedere aiuto, ma nessuno mi sta ascoltando. Sono sospesa nell’aria, senza potermi muovere, e mi sento soffocare e in trappola, sognando la libertà.

Mi sento nuda, in un posto in cui non vorrei stare. L’unica cosa che voglio è stare a casa e guardare fuori dalla finestra, ammirare di nuovo il mare, bagnarmi i piedi nell’acqua. Vorrei camminare in spiaggia con l’amore della mia vita, mio figlio. Vorrei vederlo giocare e divertirmi con lui, abbracciandolo e baciandolo.

Alla fine sono piena di speranza, e spero che questo tempo qui dentro trascorra in fretta. So che la vita è fatta di alti e bassi, e tutto prima o poi passa.”

“Io voglio ricordare tutto del carcere”

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“Qualcuno dice di non voler ricordare nulla della prigione, una volta che si è fuori.

Io voglio ricordare tutto del carcere. Non voglio dimenticare nulla. Più ricordo, più continuerò a fare la cosa giusta e meno sbaglierò.

Penso di aver imparato molte cose qui dentro. Spero che un giorno per me si possano riaprire i cancelli, e che io possa tornare libera.”

Scorri qui sotto per vedere altri ritratti.

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