La colonna sonora di "San Junipero" ti porta in paradiso

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Musica

La colonna sonora di "San Junipero" ti porta in paradiso

Come il pop trash anni Ottanta e un viscerale senso di nostalgia hanno determinato l'atmosfera della storia d'amore più bella del 2016.
Emma Garland
London, GB

Tra tutte le canzoni che hanno avuto un profondo impatto emotivo sugli ultimi dodici mesi, la più inaspettata è certamente "Heaven is a Place on Earth" di Belinda Carlisle. Certo, con quelle tastiere e quei power chord e un livello di melodramma che farebbe arrossire Morrissey, ha tutti gli attributi richiesti per garantirle un'eterna heavy rotation sulle radio per nostalgici. Ma, grazie a Black Mirror, la serie di Charlie Brooker, la hit del 1987 è diventata anche uno dei brani più significativi del 2016.  "Heaven is a Place on Earth" incornicia l'episodio "San Junipero" e viene usata come simbolo di amore e fantasia in opposizione alla morte e alle difficoltà. L'episodio, che racconta la relazione tra due donne (Yorkie e Kelly) che si incontrano in un aldilà virtuale, immagina un futuro in cui la coscienza dei morti si può caricare su una cloud—offrendo alla gente la possibilità di vivere per sempre in una simulazione nei panni di se stessi, ma più giovani e senza pensieri. Un po' come dei fantasmi digitali che non hanno altro da fare che bere, ballare e innamorarsi.  "San Junipero" combina la nostalgia anni Ottanta di Stranger Things con il futurismo di Westworld, un cocktail delle due maggiori ossessioni televisive del 2016 all'interno di una bellissima storia d'amore omosessuale. L'episodio si apre con una ripresa dell'oceano di notte; neon colorati di un'immaginaria città costiera si riflettono sulla superficie come braccialetti fluorescenti abbandonati su una strada bagnata. Dopo una panoramica di una strada piena di gente, sentiamo per la prima volta "Heaven is a Place on Earth" uscire da un'autoradio e vediamo Yorkie, che cammina nervosamente indossando un maglione color pastello, una camicia e dei pantaloncini corti, una specie di versione Happy Days di Kristen Stewart. Incontra la magnetica Kelly—tutta capelli cotonati e giacca con le spalline, uno stile che coniuga Madonna, Janet Jackson e Prince—in un bar chiamato Tuckers. Così comincia la storia più romantica del Ventunesimo secolo dopo Mila Kunis e Ashton Kutcher.

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Il bar Tuckers—e soprattutto la musica, i balli e le conversazioni che lì si verificano—diventa una specie di presenza fissa ritualistica nel corso dell'episodio. È dove Kelly trascina per la prima volta Yorkie in pista per ballare "Fake" di Alexander O'Neal con una serie di mosse robotiche con le spalle che tutti sembrano riconoscere perché evidentemente andare a ballare negli anni Ottanta era come stare dentro a un video di Michael Jackson. È dove Yorkie ritorna negli anni Settanta e Novanta alla ricerca di Kelly, e di nuovo nei Duemila dove finalmente le due si rincontrano con il sottofondo di "Can't Get You Out of My Head" di Kylie Minogue.  In caso non foste in grado di riconoscere gli indizi dati da vestiti e videogiochi, c'è sempre musica pop in sottofondo per esplicitare tempo e luogo della scena. Questa ha anche la funzione di dettare l'atmosfera—"Walk Like an Egyptian" dei Bangles racchiude la frivolezza degli anni Ottanta in cui le due si incontrano e a cui ritornano nel finale. La relativa semplicità degli anni Settanta si riflette nel minimalismo sonoro di "Funkytown" dei Lipps Inc. e in un tizio che gioca al primo Pacman. Il nichilismo dei Novanta è rappresentato da Alanis Morrissette e Scream, mentre da Tuckers tutti bevono (cosa che non succedeva nelle altre epoche) e nessuno parla.   Appoggiandosi alla premessa per cui chiunque sceglie di tornare all'anno in cui si può sentire davvero se stesso, la musica in "San Junipero" è usata come barometro per l'identità. In una scena drammatica Yorkie finisce in un posto chiamato The Quagmire—un capannone in cui si svolgono attività estreme—in cui la gente scopa o si prende a pugni su un sottofondo punk hardcore (naturalmente) come in una versione ancora più surreale del Club Berlin in After Hours di Martin Scorsese. L'unica scenografia che non cambia mai, il cui tono è affidato a una colonna sonora strumentale invece che a musica pop riconoscibile, è la casa di Kelly sulla spiaggia.  La musica in "San Junipero" interviene direttamente nella trama ed è, essenzialmente, la terza protagonista, che definisce periodo, ambientazione, atmosfera e addirittura la stessa trama. È diventata una parte talmente importante dell'episodio per il pubblico che Brooker è finito per compilare una playlist di 42 canzoni su Spotify che comprende tutti i brani inclusi, campionati o che lo hanno ispirato (anche questa comincia e finisce con "Heaven is Place on Earth"). La scorsa settimana, la colonna sonora è anche uscita su vinile per la stessa etichetta che ha pubblicato quella di Stranger Things. "La musica è davvero emblematica e riesce a trasportarti in una determinata epoca", ha detto a The Daily Beast Gugu Mbatha-Raw, che interpreta Kelly. "Io ho sempre usato la musica come porta d'ingresso al personaggio, mi preparo sempre una playlist per ogni scena che devo interpretare, o per dare al personaggio un certo tipo di energia. In questo caso, la playlist l'aveva già preparata Charlie inserendola nella sceneggiatura".

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All'inizio l'episodio è stato concepito perché parlasse di persone che usavano la tecnologia per capire se esistesse o meno un aldilà, ma durante la lavorazione Brooker ha scoperto la "terapia della nostalgia", che sembra aver condizionato tutto dalla trama alla musica. Negli ultimi anni, la nostalgia è stata riconosciuta come trattamento per ansia e depressione. "La nostalgia compensa stati di malessere, come per esempio sensazioni di mancanza di senso o di discontinuità tra passato e presente", ha detto al Guardian il dottor Tim Wildschut, ricercatore dell'Università di Southampton. "In questi casi abbiamo scoperto che la nostalgia agisce spontaneamente contro queste cose. Eleva la percezione del senso, della connettività e della continuità con il passato". Uno degli esperimenti di Wildschut (condotto insieme a un'altra accademica, Costantine Sedikides) ha stabilito che le persone tendono maggiormente alla nostalgia durante i mesi pioù freddi e che la musica può non solo aumentare la nostalgia, ma anche far percepire un maggior calore fisico. Uno dei motivi per cui "San Junipero" ha preso gli spettatori per le loro emoji con la lacrimuccia è che i personaggi vanno letteralmente indietro nel tempo, portandoci con loro. Proviamo la stessa felicità che Yorkie e Kelly cercano per loro stesse; la stessa familiarità; lo stesso conforto nell'idea di poter vivere il nostro periodo migliore, nella nostra epoca preferita, invece di dover affrontare la deprimente marcia dell'invecchiamento. Una delle ultime canzoni nella colonna sonora di Clint Mansell è un caldo e minimale brano per pianoforte intitolato "Endless Summer", che ascoltiamo mentre Kelly sussurra il suo addio alla realtà, scegliendo di restare a San Junipero. Se dividessimo la vita in stagioni, la maggior parte della gente vorrebbe vivere sempre in estate. Che si tratti di personaggi che vanno realmente indietro nel tempo o di noi, seduti sul divano con due felpe addosso mentre guardiamo Black Mirror in una buia serata di ottobre pensando a come soltanto pochi mesi fa fossimo seduti in quello stesso punto in canottiera con tutte le finestre aperte, c'è una gioia condivisa nell'abbandono del presente. La nostalgia è una vacanza per il cervello, ma "San Junipero" offre l'allettante prospettiva di non dover mai tornare indietro. A parte qualche saltello qua e là, l'episodio è principalmente ambientato nel 1987. Le canzoni pop anni Ottanta sono spesso liquidate come superficiali e sintetiche, ma sono spesso usate per spingere trame emotivamente dense—che si tratti di cose serie come Donnie Darko o divertenti come Dirty Dancing (il cui tema principale è "I've Had The Time of My Life" nonostante sia ambientato negli anni Sessanta). Per quanto siano zeppi dell'equivalente musicale dei mobili IKEA, molti successi anni Ottanta trattano tematiche di dolore esistenziale ("Mad World" dei Tears For Fears, oltre a ogni altra canzone dei Tears For Fears), solitudine ("I Wanna Dance With Somebody" di Whitney Houston) o escapismo sexy ("I Need You Tonight" degli INXS si apre con "Tutto quello che hai è questo istante / Il Ventunesimo secolo è ieri"). A un rapido ascolto possono sembrare veicoli emotivamente vuoti creati per finire su una compilation chiamata La Festa Più Imbarazzante A Cui Si Possa Andare, ma in realtà contengono vere speranze e vere paure. C'è un certo disagio in questo dualismo per cui cose presentate come fatue sono in realtà richieste d'aiuto, il che è uno dei motivi per cui la playlist di "San Junipero" funziona.

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Il modo in cui viene usata la musica non è molto diverso da come funzionava in Donnie Darko. In quel film, il compositore Michael Andrews ha composto una colonna sonora originale piena di atmosfere malinconiche a cura di synth orchestrali, mentre il regista Richard Kelly ha scelto hit come quelle dei Tears For Fears, The Church e Duran Duran tanto per ancorare l'ambientazione di Donnie Darko al 1988 quanto per enfatizzare le sue tematiche di disperazione puberale e paranoia politica. In "San Junipero", Charlie Brooker ricorre a ogni angolo delle classifiche, dai Bangles a Janet Jackson, e corona il tutto con le atmosfere malinconiche e synth-orchestrali di Clint Mansell. I titoli delle sue composizioni riflettono le tematiche dell'episodio: "Faith, Hope, Fear and Falling in Love", "In Sickness, In Health", "Waves Crashing on Distant Shores of Time"—e la sua colonna sonora è il pozzo futuristico di effetti metallici e melodie tristi che conferiscono una personalità unica a "San Junipero". Sarebbe stata adatta a ogni decennio, a dir la verità—l'importante è che ci si riflettano i grandi sentimenti di paura, amore e disagio. Nonostante la sua euforia nostalgica, l'episodio contiene un'oscurità strisciante. La verità tra le righe di questa storia d'amore caleidoscopica è che Kelly sta morendo di cancro e vive in un ospizio, mentre Yorkie vive in una clinica, completamente paralizzata dopo un incidente d'auto in cui è rimasta coinvolta a ventun anni, mentre fuggiva dalla casa dei suoi genitori ultra-religiosi dopo aver detto loro di essere gay. Le persone viventi possono visitare San Junipero soltanto cinque ore alla settimana. Quindi l'altra faccia della medaglia è che Brooker ha scelto un pezzo pop kitsch come "Heaven is a Place on Earth" nei momenti chiave dell'episodio per sottolinearne la falsità. San Junipero, dopo tutto, è fantasia. Yorkie e Kelly non passeranno il resto delle proprie vite insieme, sono due corpi morenti collegati a delle macchine. Non sarebbe la prima volta che una hit da bella vita anni Ottanta viene usata per evidenziare il distacco tra realtà e moralità. Pensiamo a come Huey Lewis and the News sono stati usati in American Psycho. Dalla musica, alle luci blu e rosa, agli outfit di Kelly, tutto è concepito per ricordarci la domanda fondamentale alla base dell'episodio: se l'esperienza non è reale, la felicità che ci dona può esserlo? Eppure, finito l'episodio, non possiamo fare a meno di sentirci sollevati in modo agrodolce. Kelly, che deve affrontare il dilemma della scelta tra morte naturale, seguendo sua figlia e suo marito nell'aldilà "normale", e restare con Yorkie a San Junipero, alla fine sceglie Yorkie. La coppia si sposa al capezzale di Yorkie, dando così a Kelly la possibilità di autorizzare l'eutanasia di Yorkie e la propria. Le due si rincontrano sulla spiaggia di San Junipero, vestite da sposa, e si avviano in macchina verso il tramonto come due Thelma e Louise fantascientifiche al suono di, indovina un po', "Heaven is a Place on Earth". Per la prima volta in Black Mirror, nulla si rivela essere un gioco perverso. Entrambe le protagoniste muoiono, ma sono entrambe felici e contente.

Nel contesto della serie, questo episodio spicca come una rassicurante storia di calore in mezzo a un florilegio di francamente terrorizzanti esplorazioni di ogni modo in cui l'avanzamento tecnologico all'interno della società moderna finirà per distruggere il mondo. Nel contesto della vita sul pianeta Terra, ha un ruolo simile: una relazione gay tra due personaggi femminili ben costruiti, una di razza non-bianca e una bianca, è una rassicurante rottura con la tradizione in un momento in cui se ne sente un gran bisogno. La trama e la sua colonna sonora—una combinazione di canzoni da festa e atmosfere dense di sentimento—offre un'alternativa alla distopia. E così, mentre lo spazio tra le storie di fantasia di Black Mirror e la realtà del mondo attuale si riduce come quello tra due treni che viaggiano a tutta velocità l'uno verso l'altro, "Heaven is a Place on Earth" accende una luce in fondo al tunnel di questo anno infernale. E poi ora è diventato anche un inno per le lesbiche, e di quelli non ce n'è mai abbastanza.

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