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Come una delle rockstar più famose al mondo ha evitato per anni l'arresto per pedofilia

I crimini di Ian Watkins erano stati denunciati già quattro anni prima del suo arresto, ma come ha fatto a farla franca così a lungo?
A sinistra: Ian Watkins nel 2010, foto per gentile concessione di John Phillips/EMPICS Entertainment. A destra: la foto segnaletica di Watkins, via South Wales Police.

Quando nel dicembre 2013 Ian Watkins è stato condannato per pedofilia, il giudice ha dichiarato che i crimini da lui commessi sondavano "nuovi abissi di depravazione." Tra le altre cose, l'ex cantante dei Lostprophets aveva ammesso di aver tentato di abusare di un bambino di 11 mesi con l'aiuto della madre e di essersi accordato con un'altra donna per adusare della figlia di età simile. Il giudice si era detto particolarmente colpito "dall'evidente piacere che Watkins prova nel compiere reati simili ai danni di minori."

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Qualche settimana fa è uscita la notizia che una bambina di due anni è stata tolta alla madre 21enne dopo che quest'ultima aveva iniziato una relazione a distanza con Watkins, che oggi sta scontando una condanna a 35 anni di carcere. Secondo quanto riportato da The Sun on Sunday, la donna avrebbe scritto una lettera a Watkins nel luglio 2016, dicendogli di essere rimasta sua fan nonostante tutto. Lui le avrebbe risposto dicendole di amarla. A quel punto la 21enne avrebbe cominciato a fargli visita e—pur continuando a ritenerlo innocente—si sarebbe vista porre domande strane come, ad esempio, come pensava che si sarebbe comportata se la figlia fosse "entrata in camera mentre stava facendo sesso." Dopo l'allontanamento della figlia, la donna ha continuato a sentire Watkins.

"Il fatto che uno dei pedofili più celebri del paese possa plagiare una donna e fare allusioni sessuali sulla figlia da dietro la sbarre è decisamente sconvolgente," ha detto a VICE un portavoce della National Society for the Prevention of Cruelty to Children (NSPCC). "[Watkins] mostra un totale disprezzo per i bambini di cui ha abusato e pone seri problemi in fatto di supervisione."

Non è la prima volta che Watkins, che a quanto pare non ha mai espresso rimorsi per i suoi crimini, riesce ad attirare su di sé le attenzioni mediatiche dal carcere. Il 21 novembre dell'anno scorso, il suo account Twitter—che esiste ancora, anche se è inattivo dal momento del suo arresto—ha postato tre tweet in un giorno, collegati a un account di Soundcloud. Il primo metteva like a un brano caricato da un suo fan, Laim McKenzie, il cui account di Soundcloud è @MEGALELZ. "Mega Lolz" era una frase tipica di Watkins, usata come slogan sul merchandising dei Lostprophets e da Watkins stesso per descrivere i suoi crimini. Gli altri due tweet invece rimandavano a un suo progetto solista, "L'Amour La Morgue", e uno dei due sembrava suggerire che Watkins stesse lavorando a nuova musica.

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Nel 2012, la notizia dell'arresto di Watkins ha posto fine alla carriera di uno dei gruppi rock più famosi nella storia recente della Gran Bretagna. I Lostprophets erano stati fondati nel 1997 a Pontypridd, in Galles, e dal loro album di debutto The Fake Sound of Progress, pubblicato nel novembre 2000, erano stati estratti due singoli ("Shinobi vs. Dragon Ninja" e l'omonima "The Fake Sound of Progress"). Nel 2006 il loro terzo album, Liberation Transmission, era entrato in classifica alla posizione numero uno. Nei loro 15 anni di carriera, i Lostprophets hanno venduto circa 3,5 milioni di album.

Anche se le voci sulle perversioni del cantante circolavano da tempo sui forum dedicati al gruppo, per la maggior parte dei fan dei Lostprophets la notizia era arrivata all'improvviso e la band era diventata tossica da un giorno all'altro. Il sito e i canali social del gruppo erano scomparsi dal giorno alla notte. I negozi di dischi avevano ritirato gli album dei Lostprophets dai loro scaffali. Persino le targhe con i loro testi che erano state realizzate nella loro città natale di Pontypridd erano state staccate e distrutte.

Diversi fan intervistati da VICE poco dopo che Watkins si era professato colpevole avevano detto di sentirsi "disgustati" ma anche combattuti. "È difficile smettere di pensare che qualsiasi cosa Watkins faccia sia una figata, perché ero abituato a vederla così," aveva detto un fan 27enne del gruppo. Una 15enne aveva aggiunto: "Non mi piace più come persona, come penso a tutti… ma questo non cambia il fatto che la loro musica continui a piacermi. È ancora bella."

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Molti hanno anche espresso solidarietà per gli altri cinque membri del gruppo, che dopo la confessione di Watkins hanno rilasciato una dichiarazione congiunta: "Come comprensibile, molti di voi vogliono sapere se eravamo a conoscenza dei comportamenti di Ian. Vogliamo essere chiari: non ne sapevamo nulla. Siamo distrutti, arrabbiati e disgustati da quanto emerso. Il nostro cuore va alla famiglia di Ian, ai fan e agli amici che ha tradito e soprattutto alle vittime dei suoi crimini e ai loro cari."

Dopo la vicenda, la band ha continuato a fare musica cambiando nome in No Devotion e trovando un nuovo cantante in Geoff Rickly, ex membro del gruppo post-hardcore Thursday. In un'intervista rilasciata al Sunday Times nel maggio 2014, il bassista Stuart Richardson ha detto: "Abbiamo deciso di fare musica. Non sapevamo se qualcuno avrebbe voluto sentirla, non immaginavamo che qualcuno potesse volerla sentire. Ma non sapevamo che altro fare."

Ma mentre i suoi compagni di band e i fan erano all'oscuro delle attività di Watkins, la polizia gallese lo teneva sotto osservazione da tempo—almeno da quattro anni prima dell'arresto, avvenuto solo nel dicembre 2012.

Ian Watkins nel 2010. Foto via Wikimedia Commons.

Il 29 dicembre 2008, infatti, l'ex fidanzata di Watkins Joanne Mjadzelics aveva telefonato al servizio di protezione minori della contea di Rhondda Cynon Taff, in Galles, per denunciare che Watkins le aveva chiesto di dare della cocaina al suo bambino e che l'aveva palpato in modo equivoco. L'informazione era stata comunicata alla polizia, che aveva iniziato a indagare sul caso. Nel maggio 2009 l'indagine era però stata interrotta per insufficienza di prove e non era stata presa alcuna misura contro Watkins.

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Nel corso dei quattro anni successivi, diverse donne—tra cui la stessa Mjadzelics—si sono recate dalla polizia in diverse occasioni per denunciare i problemi di droga di Watkins, il possesso di materiale pedopornografico e il suo interesse sessuale per i bambini. Nessuna di loro è stata ascoltata.

Per tutto quel tempo, Mjadzelics ha continuato a tentare di raccogliere prove contro Watkins. Nel 2015 è stata processata per possesso e distribuzione di materiale pedopornografico in relazione alle immagini che aveva usato per cercare di incastrarlo: è stata assolta da tutte le accuse.

Nel corso del processo, Mjadzelics ha spiegato come la polizia avesse deciso di lasciar correre nonostante le informazioni da lei fornite. A un certo punto, Mjadzelics era arrivata a portare una delle giovani madri plagiate da Watkins alla polizia spiegando che si trattava di una donna "così ossessionata da Watkins che potrebbe fargli stuprare il suo bambino." Ha detto che in quell'occasione un agente di polizia aveva minimizzato, aggiungendo che era semplicemente arrabbiata con il suo ex fidanzato.

Mjadzelics aveva scoperto l'attrazione di Watkins per i bambini nel settembre 2007, quando i due si frequentavano da circa un anno. Durante il processo ha raccontato che Watkins le aveva descritto l'abuso di una 12enne avvenuto a Los Angeles e che poi, nel dicembre 2007, le aveva mandato la foto di una bambina di cinque anni in posa con della cocaina, descrivendola come "super arrapante."

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"Mi ha detto, 'Sai come sono le bambine'," ha raccontato Mjadzelics in tribunale. "Sono stata male. Ero confusa. Ero innamorata di lui, ma lui mi aveva mandato quella foto. Come facevo a essere innamorata di un uomo che mi mandava foto del genere?"

L'iniziale assenza di misure contro Watkins ha innescato un'indagine interna della Independent Police Complaints Commission (IPCC) che si è conclusa questo agosto. Per citare le parole di Jan Williams, responsabile IPCC per il Galles, dall'indagine sono emerse "indicazioni preoccupanti sul modo in cui le denunce di abusi su minori perpetrati da Ian Watkins sarebbero state gestite dalla polizia."

La grande domanda a cui l'indagine era chiamata a rispondere era la seguente: com'è possibile che Watkins sia riuscito a farla franca così a lungo? Anche se più volte è stato suggerito che a proteggerlo fosse stata la fama del cantante, l'indagine della IPCC ha scoperto che "non ci sono prove che suggeriscono che la mancata azione da parte della polizia sia imputabile alla celebrità di Watkins."

Le conclusioni sembrano invece suggerire che "l'iniziale valutazione negativa della credibilità di Mjadzelics avrebbe bloccato la riposta da parte della polizia per un periodo di quattro anni." E, aggiunge il report, "tutte le persone coinvolte nel caso hanno accettato in partenza lo scetticismo sulle accuse di Mjadzelics, dimostrando una mancanza di apertura mentale e di curiosità professionale. Questo comportamento è andato avanti 'finché non si è presentato un testimone accettabile'."

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In particolare, l'inchiesta della IPCC ha sottolineato che all'epoca della prima denuncia di Mjadzelics la donna aveva portato con sé un SMS ricevuto da Watkins nell'agosto 2007. Nel messaggio, il cantante diceva esplicitamente di voler fare sesso con dei bambini. La polizia non l'aveva nemmeno letto.

"Le conclusioni dell'inchiesta su questo caso dovrebbero mettere sull'attenti tutte le parti coinvolte," ha detto a VICE un portavoce IPCC. "È assurdo pensare che sarebbe bastato un semplice sguardo a quel messaggio per prevenire gli abusi commessi successivamente da Watkins; dovrebbe bastare questo, a causare preoccupazioni all'interno dei corpi di polizia per il modo in cui è stato gestito il caso."

"Per fortuna oggi Watkins è dietro le sbarre, ma è palese che siano stati fatti dei gravissimi errori nella gestione del caso, e che le contromisure suggerite dall'inchiesta vadano prese alla svelta. Denunciare abusi su minori è già di per sé difficile, per cui è fondamentale che quando queste denunce vengono ricevute il denunciante sappia di poter contare sulla polizia," ha proseguito il portavoce.

Quello che sappiamo ora, è che Watkins non ha goduto di un qualche trattamento speciale in virtù del suo status di celebrità. È riuscito a farla franca tanto a lungo non perché famoso, ma perché nessuno ha voluto credere alle donne che l'avevano denunciato.

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