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Musica

Kilbourne usa la gabber per scacciare i fantasmi

Si parla di violenza sessuale, transgender e traumi spaventosi... A 180 BPM!

Foto di Jesse Guillory

Ashe Kilbourne, DJ e producer di stanza a New Orleans, ha dato un titolo molto schieto al suo nuovo EP: Sourland, ["terra aspra", ndt] che segue la raccolta 18 Songs (2013-2015), uscita a marzo. Ashe fa parte del collettivo di artisti queer KUNQ, e il suo stile attinge sia dall'hardstyle più teatrale che dal clubbing più sperimentale e rumososo, e si sente tutto nell'atmosfera viscerale e iper-intensa di Sourland. Dopo avere ascoltato anche solo un minuto dell'EP, non vi stupirà sapere che After hearing just a minute of the EP it probably won't surprise the listener to learn that the artist also plays in a grindcore band called Cicada.

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Titoli come "Men:Parasites" e "Witch Hunter" mettono in chiaro che sotto la superficie di questi pezzi c'è parecchio, per cui abbiamo deciso di intrvistare Kilbourne e presentarvi l'EP. Ci ha parlato di come reagire ai traumi in una maniera incompromissoria, femminile e rabbiosa. Se volete saperne di più su KUNQ, comunque, beccatevi la loro ospitata nello show di Fade to Mind su Rinse FM.

THUMP: Hai dichiarato che Sourland è composto da "canzoni che esplorano la femminilità, l'essere trans, la violenza sessuale e la prospettiva medica sulle storie queer".
Kilbourne: Il primo pezzo che ho composto per questo disco è stato "Men:Parasites", lo scorso autunno. Portavo molto rancore a una persona che mi aveva molestata sessualmente. Molte delle campagne di reinsetimento non fanno effetto su quelli che non credono di avere fatto "niente di male" e non si sentono parte della tua stessa comunità. Si trasformano facilmente in spettri, e io volevo fare una traccia su come il trauma diventi un tormento. È violenza, e come donna trans mi sento particolarmente vulnerabile. Molta della gente che fa sesso con noi, specialmente gli uomini, ci trattano come se non esistessimo, si nascondono o negano di avere avuto relazioni con noi. "Men:Parasites" doveva essere un primo momento di accettazione del trauma, e poi una risposta aggressiva. Adoro l'hardcore, e l'adoro perché suona implacabile, drammatica e brutale. Sourland è uno sguardo sul genere da esterna, ma è una cosa che accetto volentieri: mi piace il modo in cui mi sono avvicinata a hardcore, gabber, hardstyle, etc.,, tramite la radio di happyhardcore.com quando facevo il liceo, buttandomi nel tunnel della nightcore e poi guardandomi i video dei festival su YouTube. Questa estate però andrò davvero a Defqon1 e al Dominator.

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Mi interessa molto anche il titolo: come mai lo hai scelto?

Sono cresciuta sui monti Sourland. (che hanno un nome stupido, perché si tratta di una singola montagna in New Jersey, ma la mia famiglia vive lì). Mio padre lavorava alla salvaguardia ambientale e per evitare la speculazione edilizia nell'area, è un nome che ho sentito molto durante l'infanzia. Ho chiesto a Izzy (Stud1nt) cosa pensava volessi dire con quel titolo, perché io stessa ero sorpresa che funzionasse bene sia come titolo di una traccia che dell'EP. Mi ha detto che le faceva venire in mente un assurdo parco dei divertimenti a tema hardstyle. Poi c'è il senso emotivo… "aspro", "amaro"… Ci sono mkolte cose nella vita per cui sentirsi felici e di cui essere grati, ma è anche giusto trovare il tempo di esplorare l'amarezza e la rabbia e comprendere quegli stati mentali.

Ci puoi guidare tra le tematiche delle altre tracce?
Mi sono fatta fare una vaginoplastica lo scorso gennaio, e ho messo molte sensazioni legate a quell'evento nell'EP, in particolar modo in "Gauze" e "Sourland." Ho deciso di reagire al dolore fisico interrogandomi su alcuni paradossi e condizioni ridicole: il fatto che abbia bisogno di una vagina per essere "tutta" donna, e i miei passi verso la vita da cyborg. È una cosa contemporaneamente molto nuova (la tecnologia che ci permette di modificare i nostri corpi) e antica (la vagina come madre arcaica e la paura maschila della castrazione). Molti film horror girano atorno a queste paure: che qualcosa di vaginale (l'astronave a forma di utero in Alien, il macello in Non Aprite Quella Porta, la videocassetta da cui nasce Sadako in The Ring) possa castrare lo spettatore… La vagina è semplicemente un esempio potente di qualcosa che non ha un pene. Quando scrive di film horror Barbara Creed la chiama "femminile mostruoso", mentre Rizzla ha definito Sourland "aggro-femme", e credo che queste due prospettive si possano sovrapporre facilmente. Detesto il modo in cui il mondo vuole spingere le donne trans a vergognarsi: la nostra identità viene legittimata solo a partire da degli step medici che devono cancellare la vita che avevamo vissuto fino a quel momento. Non mi piaceva venire trattata come un fantasma, prima dell'operazione.

Hai dichiarato che questo è il disco di cui sei più fiera. Cosa è cambiato per te come artista?
Amo il fatto che Sourland suoni così drammatico, pesante, difficile e implacabile. Mi stimola esplorare i miei fantasmi e proseguire discorsi iniziati in altri progetti. Ho messo su una band grind chaiamata Cicada e la nostra nuova cassetta parla soprattutto dell'intersezione tra violenza sessuale e chirurgia. Uno dei pezzi inizia col verso "quando avrò la fica, quanto dovrò aspetare perché qualcuno voglia usarla senza permesso?". Sono anche molto contenta di non fare più solo musica da club. Sono molto grata ad alcune persone, tra cui il mio partner Zayn, che mi hanno fatto valutare criticamente l'atto di farsi spazio in forme d'arte nere come il Jersey e il Philly Club. Suportare un genere e amarlo non vuol dire che devi forzarlo per farne parte.