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Musica

Buon compleanno Macro Beats

Prima della festa per il decimo anniversario della label, Macro Marco ci ha regalato un dubplate di Don Diegoh & Ice One in esclusiva e si è fatto due chiacchiere con noi su nostalgia, orgoglio e futuro.
Mattia Costioli
Milan, IT

Questo giovedì al Biko di Milano si festeggia il decimo compleanno di Macro Beats, la label di Macro Marco, che per l'occasione riunirà sul palco tutto il roster dei suoi artisti.

Nel corso degli anni Macro Beats si è sempre dimostrata una delle realtà con più a cuore le  regole non scrittedel sacro gioco dell'hip hop e ha lanciato una serie di artisti che va da Ghemon e Mecna per arrivare a Davide Shorty.

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Per avere una piccola panoramica sull'evento (dettagli qui) abbiamo fatto una breve chiacchierata proprio con Macro Marco, che mentre girovagava per l'Europa ha deciso di darci in esclusiva un dubplate inedito per i 10 anni di Macro Beats su cui figurano Ice One (che ha ripreso il beat di "Quelli che benpensano") e Don Diego.

Noisey: Da cosa nasce l'esigenza di mettere insieme un contenuto così?
Macro Marco: In realtà l'idea del dubplate è una cosa che viene dal mondo del reggae e che mi sembrava figo e molto personale riportare nel mondo del rap. Diciamo che l'unione di questi due mondi, che mi rappresentano di più, è una bella formula e mi sembrava figo portarla avanti. Tra l'altro è un discorso che si ripresenterà durante i set delle varie varie feste che faremo in giro per l'Italia.

Com'è trovarsi a festeggiare il decennale della propria creatura?
Ci sono due sentimenti contrastanti: da un lato c'è l'invecchiare che fa sempre paura e ci si ritrova, un po' spaesati, a pensare che effettivamente il tempo è volato, anche se è un po' un luogo comune. Dall'altra c'è il peso della mole di dischi che sono stati fatti in questi dieci anni che mi riportano alla realtà e mi fanno pensare che sì, è passato un sacco di tempo, però abbiamo fatto tante cose fighe.

C'è più nostalgia o voglia di proseguire nella direzione segnata?
Nostalgia in realtà poca, anche se a guardare indietro ce n'è sempre un po', specialmente legata a periodi e momenti particolare. Più che nostalgia direi che c'è un po' di boria, di orgoglio, legato a ciò che è stato fatto: un percorso importantissimo per me e per gli artisti della label. Non vedo questi dieci anni come un punto di arrivo, ma più come un punto di ripartenza verso il futuro, sperando di poter continuare a fare la musica come l'abbiamo fatta fino ad ora: cioè senza badare troppo alle dinamiche discografiche, anche se suona strano detto da un discografico.

Se tu dovessi scegliere un momento, senza badare troppo alla nostalgia, che racconti meglio degli altri questi dieci anni, quale sarebbe?
Forse l'uscita da un trittico di dischi che sono E poi all'improvviso impazzireIl tempo necessario e Disco inverno, rispettivamente di Ghemon, Kiave e Mecna. Oltre a essere dei prodotti riusciti, è stato bello poter tirare fuori i dischi delle persone che avevano creduto da subito nel progetto. È stato un momento cruciale, perché è stato bello poter mettere i loro nomi sulla mappa in maniera abbastanza definitiva. Penso che quello ci abbia dato un po' lo slancio che ci ha fatto credere di poter fare questa cosa seriamente.

Foto via Facebook.

Partecipa alla festa di Macro Beats giovedì 16 marzo all'arci Biko di Milano.

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