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Questa ragazza ha studiato statisticamente i suoi appuntamenti per capire cosa non funzionasse

Per due anni, Carin Fishel ha segnato meticolosamente ogni dettaglio di ogni ragazzo con cui è uscita. L'abbiamo intervistata per sapere cosa ha capito sul mondo degli appuntamenti, e per farci dare qualche dritta.

Uscire con qualcuno per la prima volta non è una delle mie attività preferite. Alle volte c'è della magia, ma capita anche perdere tempo e soldi per avere in cambio esclusivamente noia e postumi. È parte del gioco, certo, ma in quei momenti mi chiedo sempre se c'è un modo di isolarli dall'inutilità che spesso li caratterizza. Se smettessi di affidarmi alle vibrazioni e utilizzassi un approccio più scientifico, sarebbe possibile?

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Come per qualsiasi idea, ovviamente, c'è qualcuno che ci ha già pensato. A partire da maggio del 2014, Carin Fishel, residente a Seattle, ha cominciato a segnarsi ogni singolo dettaglio di ogni singolo appuntamento a cui è stata. Ha concluso il suo esperimento a giugno, con un totale di 90 appuntamenti con 52 ragazzi diversi in due anni. Carin ha poi fatto l'unica cosa logica che si poteva fare con tutti qui dati—li ha messi insieme in una presentazione PowerPoint che illustrava quanto aveva imparato.

Ero curioso di conoscere il suo progetto, e l'ho chiamata per farle qualche domanda.

VICE: Ciao Carin. Partiamo dall'inizio: cosa ti ha portata a cominciare questo progetto?
Carin Fishel: Mi sono sempre piaciuti i numeri, e con i numeri ci lavoro—mi occupo di usabilità dei prodotti. Con questo specifico progetto volevo trasformare gli appuntamenti galanti in qualcosa di meno ufficiale. E dato che me ne capitavano parecchi, volevo ricavarne qualcosa. In questo modo, se si rivelavano un fiasco, almeno non avevo perso tempo.

AI ragazzi con cui uscivi parlavi del progetto?
No, ho capito in fretta che era meglio non farlo, perché molti non la prendevano per niente bene. Particolarmente i ragazzi poco matematici—i musicisti e gli artisti, diventavano molto paranoici.

Immagino. Come raccoglievi le informazioni?
Attraverso un gigante foglio Excel. Annotavo tutto, dall'età alla provenienza, all'altezza, il modo in cui ci eravamo incontrati, il numero di appuntamenti, se avevamo fatto sesso, se ci eravamo baciati, se voleva figli, quanti messaggi ci eravamo scambiati prima di uscire. Poi a ognuno veniva dato un voto da uno a cinque. Uno era, "questa persona non mi interessa" e cinque era, "non riesco a smettere di pensarci." Poi, dopo due anni, ho trasformato tutti questi dati in una presentazione PowerPoint.

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Qual è stata la prima cosa che hai capito a progetto finito?
Di aver passato 334.5 ore totali in appuntamenti.

Sembra un sacco di tempo.
Be', alcuni dicono che sia una questione di numeri: più persone conosci, più sono alte le probabilità di incontrare veramente qualcuno che ti piace. Ho 35 anni, quindi alle volte penso, "devo continuare a provare." Invece altre volte penso "non posso continuare così." Alti e bassi.

Una slide dalla presentazione PowerPoint di Carin. Si riferisce al modo in cui ha incontrato la persona con cui è uscita e a quanto le è piaciuta. "Too much" significa che le persone che nelle biografie dei propri profili davano un sacco di informazioni erano meno inclini a piacerle

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E la cosa che hai capito subito dopo?
Che il modo in cui incontravo la persona avevo un forte impatto su quanto mi piaceva. Questa slide (sopra) mostra come ho incontrato ogni persona, mentre il colore indica quanto mi è piaciuta. Sono uscita con molti ragazzi conosciuti su OKCupid, ma come si nota dal colore grigio, queste persone avevano i voti più bassi. Al contrario, i ragazzi che ho incontrato di persona sono tutti rosa, e hanno i voti più alti.

Credo che il problema di siti come Match.com o OkCupid è che hanno un sacco di campi da riempire, quindi sai già diverse cose della persona prima di uscirci. Però si tratta di un'immagine che hanno forgiato in base a chi pensano tu sia. Quindi magari ti piacciono finché non li incontri di persona. Credo che un sacco di questi siti creino aspettative controproducenti.

Un'altra slide. Carin ha preso nota delle singole qualità delle persone a cui aveva dato i voti più alti, 4 e 5.

Cosa hai imparato sui tuoi gusti?
Uno degli elementi più interessanti è che ti aspetteresti che le persone che all'inizio avevo valutato con un cinque siano quelle che in definitiva mi piacevano di più. Ma ho scoperto che alla fine mi piacevamo molto di più quelle a cui all'inizio assegnavo un tre. Queste persone infatti hanno ancora da guadagnare, mentre i cinque sono fiamme che si spengono in fretta.

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È stato strano tenere meticolosamente il conto delle persone con cui andavi a letto?
No. Quando sei single da un certo periodo di tempo il sesso perde un po' il suo status, diventa qualcosa che da qualche parte devi pur rimediare. Forse l'unica sorpresa consiste nel fatto che una volta pensavo che dopo essere andata a letto con una persona ne ero più attratta. Ma dai dati emerge che non è vero. Questa cosa mi ha un po' delusa.

Un grafico di chi chiudeva la relazione. Nella maggior parte dei casi (il 51 percento) a nessuna delle due parti questa interessava abbastanza da chiuderla ufficialmente.

Ci sono altre scoperte che ti hanno delusa?
In realtà è il contrario. Credo che il progetto mi abbia reso più ottimista. Per esempio, tendevo a pensare che ero sempre io a essere lasciata, ma guardando il grafico ho notato che non è vero. Esser lasciati il 19 percento delle volte non è male. Credo che mi aiuti a farmi un'idea più accurata della situazione, a stare più tranquilla.

Come vivi gli appuntamenti adesso che il progetto è finito?
So che non voglio più uscire con persone conosciute su siti di dating. È la cosa più stupida del mondo. Vieni semplicemente messo alla prova, non è così che funziona l'amore.

E come funziona l'amore?
L'amore? A volte penso di non sapere nemmeno cosa significhi, una parola come "amore". Non guardo una commedia romantica da dieci anni perché sono dell'idea che diano una prospettiva irreale dell'amore. Se guardo alle persone che hanno relazioni che vorrei per me stessa, alla base c'è l'amicizia, o forse si sono semplicemente trovate. Non ho le idee molto chiare.

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Ti sei mai chiesta se il problema non fossi tu?
Ovvio, mi sono chiesta se sono troppo pignola, ma non credo di poter cambiare questa mia caratteristica. Altre volte ho pensato, "Non trovo nessuno, ho qualcosa che non funziona." Ma questo non ha nulla a che vedere con il progetto. Credo che capiti a tutti di sentirsi così alle volte.

Ultima domanda. Dopo tutto questo progetto, che consiglio mi daresti? Hai scoperto il mistero degli appuntamenti?
No, questo progetto mi ha fatto capire di non sapere niente sul mondo degli appuntamenti. Non credo ci sia un mistero da scovare.

Quindi credi che le cose vadano semplicemente un po' a caso?
Sì, più o meno, ma ci sono altri aspetti positivi. L'obiettivo di questo progetto non era trovare un uomo, ma non fissarsi troppo con il trovarne uno. E quest'obiettivo l'ho sicuramente raggiunto.

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