FYI.

This story is over 5 years old.

Musica

Abbiamo parlato di pop e hip-hop con Dave Mustaine dei Megadeth

Anche uno dei re del thrash metal ha i suoi scheletri nell'armadio, e li porterà insieme alla sua marca di birra in tour in Italia.
Foto di Paolo Bianco, per gentile concessione del fotografo.

Il mondo del metallo è in subbuglio (?) per l’annuncio, poche settimane fa, del Rock The Castle, festival che vorrebbe riprendere la tradizione dell’ormai disperso Gods Of Metal, ma in una cornice nettamente migliore e più curata, quella del castello scaligero di Villafranca (VR). Negli anni nel parco del castello si sono già avvicendati nomi di rilievo con le chitarrone, dai Rammstein nell’ormai lontano 2010 a Mariolino Manson giusto la scorsa stagione, e la nascita di un nuovo festival estivo in tutto e per tutto, seppur di dimensioni contenute, speriamo possa almeno parzialmente sopperire alle lacune estive italiane in ambito estremo e non rimanga l’ennesimo progetto abbandonato dopo poche edizioni. Di fatto, ciò che sicuramente di buono ha portato il Rock The Castle è una scusa per fare due chiacchiere con Dave Mustaine, visto che i suoi Megadeth saranno headliner della seconda giornata dell’evento - oltre che del Rock In Roma qualche settimana prima.

Pubblicità

Le premesse erano stringenti: solo quattro testate ammesse alla sessione telefonica, dieci minuti per ciascuna telefonata, perché Mustaine è Mustaine e fare interviste insomma un po’ gli pesa. Da cui, ok la domanda di rito sui prossimi concerti, ma poi, per non avere la solita intervista-pezza con la rockstar sessantenne di turno (non me ne voglia il buon Dave se mai leggerà questa intervista), mi preparo una lista di nomi da leggere, cui chiederò al frontman dei Megadeth di rispondere con le prime parole che gli verranno in mente. Un giochino vecchio come il mondo, che magari gli strappa pure un sorriso.

Arrivo tutto pronto e sicuro di me davanti a un personaggio del calibro di Megadave e ovviamente nulla va secondo i piani.

Noisey: Ciao Dave, so che abbiamo solo pochi minuti, per cui andrò dritto al dunque: prima di tutto volevo chiederti come ti senti a festeggiare i trentacinque anni dei Megadeth venendo a suonare da noi nel parco di un castello medievale.
Dave Mustaine: Mi sento benissimo! Sarà un concerto con un umore ancora più “back to the roots”.

Conosci il posto? Avete già suonato allo scaligero?
È possibile. Abbiamo avuto la fortuna di suonare in tantissimi posti in Italia durante la nostra carriera, quindi è possibile che siamo già passati di lì, ma dovremmo chiedere a David [Ellefson, storico bassista dei thrasher californiani], è lui che si ricorda meglio tutte queste cose.

Pubblicità

Va bene, allora andiamo avanti. Visto che abbiamo poco tempo, ho preparato una sorta di gioco, ho qui una lista di nomi che ti vorrei leggere e cui ti chiederei di rispondere con la prima cosa che ti viene in mente. Se la cosa non ti mette a tuo agio dimmelo.
Uhm… Sei riuscito ad avere dieci minuti per farmi un’intervista, e tu vuoi fare un gioco? Per me non c’è problema, eh, però sai, ho una band planetaria, uno spettacolo radiofonico di grande successo, un’ottima produzione di birre, stiamo lavorando a un nuovo disco, e tu vuoi fare un gioco?

Il fatto è che io non scrivo per una rivista metal, ma per un sito che parla di musica in generale. È possibile che molti dei nostri lettori non conoscano i Megadeth, o almeno non li conoscano approfonditamente, per cui mi sarebbe piaciuto evitare la solita chiacchierata standard e provare ad offrire anche a un pubblico che non vi segue qualcosa di diverso e più dinamico.
Ah, ok, dai allora, partiamo.

Jeff Hanneman.
Geniale.

Max Cavalera.
Un innovatore.

Hillary Clinton.
[un lungo silenzio dall’altra parte erode sensibilmente i miei dieci minuti…] Uh. Preferirei non parlare di politica, appena parli di politica perdi la metà del tuo pubblico. Il mondo è cambiato, una volta sarei stato ben contento di parlare di queste cose, ma oggi non più. Risponderò solo ai nomi dei musicisti, voglio parlare solo di musica. Sorry buddy.

[Dall’autore di Killing Is My Business… And Business Is Good!, Peace Sells… But Who’s Buying? e United Abominations, titoli dalla vena polemica giusto appena accennata, speravo di ottenere qualcosa di più, ma Dave a quanto pare non vuole rischiare di perdere consensi e ho quindi virato su argomenti più neutri.]

Pubblicità

D’accordo, rimaniamo pure in ambito musicale allora. Stai parlando ad un pubblico non avvezzo al thrash: quali sono le tue band preferite, ma che di solito non nomini per non fare brutta figura coi metallari?
Quando non ascolto heavy mi dedico al jazz e alla classica, e a volte addirittura al pop. Ti direi i Crowded House e gli Aztec Camera. Ma è roba davvero… pop, inaspettata, non posso credere che all’epoca ti piacesse davvero quella merda Dave! Ci sono un sacco di canzoni così che mi piacciono in realtà, tipo “The Wild Boys” dei Duran Duran, o “Stand & Deliver” di Adam & The Ants, quella sì che è badass, ma anche “Bust A Move” di Young MC.

E in che rapporti sei col rap e con l’hip-hop? Ho visto che su Twitter hai fatto gli auguri ad Ice-T dicendo che gli devi una torta
Sì, sono molto schizzinoso sull’hip-hop, ma Ice-T è mio amico da una vita, ci siamo conosciuti davvero tanti, tanti, tanti anni fa. Saranno almeno venticinque anni. Mi ricordo quando ascoltai il suo primo disco, con un’intro cantata addirittura da Jello Biafra dei Dead Kennedys [in realtà “Shut Up, Be Happy” era sul terzo disco di Ice-T, ma poco importa]. Ricordo che pensai fosse un pezzo talmente bello, giusto, adatto come intro che lo usammo per aprire i concerti dei Megadeth per anni e anni. Recentemente ho avuto occasione di collaborare con lui su un brano dei Body Count, “Civil War”, che abbiamo anche suonato insieme ai Loudwire Music Awards.

Pubblicità

Lontano dalle torte di compleanno, ma non troppo: visto che hai nominato la tua Megadethbeer, come mai una produzione di birra? È una cosa sempre più comune tra gli artisti metal, darsi agli alcolici, vi siete messi d’accordo?
Amico, io sono legato alla birra perché ne bevo veramente tanta [ride]. No, seriamente, il fatto che un sacco di gente faccia della birra non significa affatto che quella birra poi sia buona. Gente che fa una birra, ci mette il proprio nome sopra e si aspetta che i fan la comprino così. Non va bene. C’è una band heavy in particolare - non faccio il nome, sai di chi sto parlando - che solo perché famosa ha fatto un vino, e quel vino faceva schifo [di preciso non so di chi stiamo parlando, visto che le band metal che producono vino ormai sono parecchie e io non mi sono mai fidato di nessuna di queste]. Non l’hanno fatto perché fosse un buon vino, l’hanno fatto solo per farci dei soldi, e non è così che funziona. I fan lo scoprono, lo capiscono. La nostra birra invece, devo dire, l’abbiamo trovata in fretta, ci abbiamo messo solo cinque settimane per realizzare la À Tout Le Monde, ma riceve ottimi consensi, abbiamo vinto pochi giorni fa la seconda medaglia d’oro in due anni [immagino che Dave si riferisca a questo, ma non trovo indicazioni relativamente ad una premiazione nel 2018] e tra poco più di un mese inizierà ad essere distribuita anche da voi in Italia. Sono molto emozionato, perché ogni volta che iniziamo ad essere distribuiti in un nuovo Paese per noi significa viaggiare, essere presenti. Indipendentemente dai concerti, intendo: andiamo nei beer shop, partecipiamo a eventi e cose del genere. A volte mi capita anche di fare il bartender per una serata, e i fan non sanno cosa pensare. Vedo gente perplessa che dice “oh, ma Dave Mustaine mi sta spillando una birra?”. Mi diverto un sacco.

Un’ultima domanda: negli ultimi anni un sacco di musicisti hanno pubblicato la propria biografia, e secondo me è solo questione di tempo prima che da questi libri inizino ad essere tratti dei film. Penso a cose come Control . Ci hai mai pensato? E, se sì, chi vorresti vedere come protagonista in una biopic su Dave Mustaine?
Mmh. Beh, il mio libro è già pubblicato ed è un best-seller del New York Times, quindi per me non ci sarebbero problemi a discutere di un potenziale nuovo passo nella Dave Mustaine Saga. Però non saprei dirti, se facessimo un film, se vorrei che fosse un documentario o un film con attori veri e propri. In quel caso mi piacerebbe molto che fosse qualcuno cool come Gary Oldman, ma ha la mia età e sarebbe problematico, come farebbe a interpretarmi da ragazzo? Sicuramente una cosa che non vorrei è un film dove gli attori non ci assomigliassero o dove ci fossero delle incongruenze. Mi urta tantissimo quando in un film vedi un personaggio adulto con gli occhi azzurri e il bambino che interpreta lo stesso personaggio nello stesso film aveva gli occhi marroni. Dai cazzo, se hai gli occhi di un colore da bambino li avrai anche da adulto. Successe una cosa del genere per uno dei nostri video, non mi ricordo quale, mi pare “Supercollider”, con i due bambini a scuola, io facevo il padre ed Ellefson il professore, e alla fine del video il colore degli occhi della ragazzina era diverso. Una roba veramente stupida. Insomma, indipendentemente dall’attore, la cosa importante sarebbe che fosse coerente.

I Megadeth saranno in Italia per due date a giugno. Acquista i biglietti su TicketOne.

Andrea è uno dei Lord di Aristocrazia Webzine.

Segui Noisey su Instagram e Facebook.