Il nuovo video di Adam Wiltzie è un documentario cristallino sulle saline in Bolivia

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Il nuovo video di Adam Wiltzie è un documentario cristallino sulle saline in Bolivia

"The Few of Us Left" è tratta dalla colonna sonora di Salero, un nuovo film che racconta la vita dei pochi raccoglitori di sale rimasti nel paese.

Salero è un film/documentario di Mike Plunkett, regista americano. Racconta la vita dei "saleros", la gente del luogo che raccoglie sale da quell'enorme distesa di nulla bianco che è il Salar de Uyuni, una regione remota del paese che sta venendo portata nella contemporaneità da un piano del governo per estrarre un minerale prezioso trovato recentemente sotto alla crosta di sale, e per costruire delle infrastrutture che lo colleghino al mondo esterno. E, insomma, è una gioia per gli occhi. Una di quelle cose che ti fan venire voglia di mettere il video in 1080p.  Ed è proprio quello che dovreste fare, dato che qua sotto abbiamo in anteprima il video ufficiale di "The Few of Us Left", un brano tratto dalla colonna sonora del film, che è stata composta interamente da Adam Bryanbaum Wiltzie━metà dei titani dell'ambient che sono gli Stars of the Lid, e da qualche tempo negli A Winged Victory for the Sullen assieme al pianista Dustin O'Halloran.  La colonna sonora di Salero uscirà l'11 novembre per Erased Tapes Records, e la potete pre-ordinare qua. Il video qua sotto, editato da Marina Katz, contiene delle inquadrature clamorose che mi fanno venire voglia di mollare tutto e cercare di diventare la nuova Licia Colò. Abbiamo anche fatto un paio di domande ad Adam, che potete leggere appena dopo l'embed.

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Noisey: Conoscevi il lavoro di Mike prima di scrivere la colonna sonora di Salero?
Adam Wiltzie: Non lo conoscevo personalmente ma avevo visto Beasts of the Southern Wild di Cinereach, la compagnia di produzione del film. Loro sono un caso particolare, dato che lavorano fuori dal sistema di Hollywood. Il che gli permette, in generale, di liberare il processo di realizzazione filmica da barriere sistemiche e pressioni commerciali per poter lasciare spazio a lavori interessanti e innovativi. Ad ogni modo, alla fine ho lavorato alla colonna sonora assieme a Mike, siamo rimasti a stretto contatto per tre mesi. Sei in un periodo di iperattività, tra i tour che stai facendo e i dischi che stai preparando con entrambi i tuoi progetti. Come si incastra la colonna sonora in tutto questo?
Bé, come in ogni lavoro che mi viene commissionato c'è un rapporto di dare e avere nel processo creativo. Quindi è un'esperienza totalmente diversa rispetto a quella che sta dietro alla creazione di un "mio" album. Con gli Stars abbiamo appena finito due settimane di tour e abbiamo persino fatto sold out al Barbican di Londra━il che è piuttosto surreale dato che sono dieci anni che non pubblichiamo niente.

L'esperienza con Dustin negli A Winged Victory ha cambiato qualcosa nel modo in cui ti approcci alla composizione?
Direi che il cambiamento più grande l'ho sentito dopo che abbiamo finito di registrare Atomos. Ci abbiamo messo solamente tre mesi, ed è stata una vera liberazione per me rendermi conto che non devo necessariamente passare anni e anni dietro a un disco per finirlo. Da quel momento il mio lavoro per colonne sonore mi è sembrato molto più facile. Mi fido di più delle mie capacità. Ma è una chitarra quella che si sente nel pezzo?
No, è un'arpa da concerto! L'abbiamo registrata a Budapest assieme agli archi. Segui Elia su Twitter​. La fotografia è di Julie Calvert.
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