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Musica

Il cardinal Ravasi è fan di "Occidentali's Karma" di Francesco Gabbani

Vincere Sanremo non ti assicura un primo posto in classifica, ma può aprirti le porte del paradiso.

Ho visto solo la prima serata del festival di Sanremo e quindi, quando ho saputo della vittoria di "Occidentali's Karma" di Francesco Gabbani, la mia reazione è stata quella di contribuire al funzionamento dell'algoritmo di Google chiedendogli un po' chi fosse. E insomma, penso di aver confermato le mie prime impressioni: Francesco è un tizio innocuo, uno di quelli che fanno il liceo psicopedagogico a indirizzo musicale e ci credono davvero che quello della musica leggera è il loro mondo, dannazione, e che un giorno lasceranno un segno nella storia della canzone italiana. Ha fatto un pezzo con dentro riferimenti velati a cose contemporanee, ci ha messo le danze e ha messo un tizio a fare break vestito da Gorilla sul palco. Roba da Eurovision che ovviamente è piaciuta un casino a tutti, ma proprio a tutti, confermando che per avere successo in Italia non puoi prendere posizione: puoi solo fare un'enumerazione di cose vagamente sociali e sperare che qualcuno ne tiri fuori qualche macro-considerazione sullo stato del mondo, le fake news e il senso della vita. E niente ragazzi, c'è da dire che "Occidentali's Karma"—tra l'altro, scusate: non vi dà un fastidio furioso quel genitivo sassone gratuito? Santiddio levatemelo dagli occhi—ha funzionato così bene che persino il cardinal Ravasi, attuale membro della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, autore di 382193721893721739821 libri dall'argomento "Dio spacca", si è dichiarato fan del pezzo. E lo ha fatto tramite Twitter,in mezzo a due citazioni dai salmi (il 30 e l'89, palesemente i miei preferiti).

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Certo, non è che Gianfrancone si sia espresso più di tanto, limitandosi a citare il verso di apertura della canzone. Difatti il suo tweet sembra aver instillato nei suoi seguaci più dubbio che ispirazione ("OK", cit.). Fatto sta che "Il Karma degli Occidentali" (davvero, non ce la faccio con quel genitivo) ha conquistato anche il prelato, con il suo messaggio vagamente filosofico.

E del resto come si fa a non trovare spunti di riflessione in una canzone che riesce a essere anti-modernità ("Intellettuali nei caffè / Internettologi / Soci onorari al gruppo dei selfisti anonimi / L'intelligenza è démodé") e "moderna" (ha i synth, si balla e ha quello stramaledetto genitivo sassone), invitante a un risveglio spirituale e critica di chi si avvicina alla cultura Orientale, comica e culturalmente "alta", vagamente anti-panem et circenses e vincitrice di Sanremo. È come un piccolo Aleph della musica italiana, talmente oltre il cuore-amore da abbracciare praticamente ogni cosa.

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