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Il primo Frecciarossa per la Liguria è appena arrivato e fa già ridere

Ieri è stato inaugurato il primo treno ad alta velocità che collega Genova a Venezia. Ma dietro alle celebrazioni della politica ci sono state polemiche e lamenti.
Il momento della partenza del Frecciarossa e il tabellone dei treni nella stazione di Pavia, con i ritardi della mattinata del 15 marzo 2018. Foto via Facebook/Twitter.

Il 15 marzo 2018 è partito il primo treno ad alta velocità che collega Genova a Venezia passando per Milano, Brescia, Verona, Vicenza e Padova.

“Si tratta di opportunità importanti di sviluppo e di interazioni tra realtà economiche,” ha sottolineato ieri il governatore della Liguria Giovanni Toti. “È un passo importante per liberare la Liguria dal suo isolamento.” Lo stesso ha anche spinto in impegnativi paralleli storici, dicendo che “due antiche Repubbliche marinare che hanno fatto la storia dell'Italia da oggi sono collegate con un treno Frecciarossa, un servizio moderno, che le proietta verso il futuro.”

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Dietro le celebrazioni istituzionali, tuttavia, è montata un’aspra polemica.

Il consigliere del Municipio Ponente Ugo Truffelli, per esempio, ha introdotto così le criticità del nuovo Frecciarossa: “Il Frecciarossa Genova-Milano è come se io dipingessi di rosso il mio Pandino e dicessi ‘Vi porto a Milano in Ferrari!’, vedrete che velocità niente pausa pipì o caffè e ci metteremo BEN 9 MINUTI IN MENO!”

Il MoVimento 5 Stelle, in una nota, ha parlato di “punto di non ritorno per i pendolari liguri e piemontesi e per l’intera sistema ferroviario del nord-ovest. Nel giorno in cui Toti inaugura in pompa magna l’ennesimo treno velocetto […] si guarda bene dall’enumerare le devastanti conseguenze che quei 9 minuti appena di risparmio […] avranno su 9 treni locali e sulle vite di migliaia di pendolari liguri: infausti cambi di orari, riduzione dei servizi, tempi di percorrenza allungati, ulteriori minuti di ritardo per 9 treni, tra Intercity e regionali.”

Anche il Partito Democratico locale ha criticato l’operazione e la trionfate propaganda di Toti. “Il treno Frecciarossa Genova-Milano è l’ennesima bufala […], impiega 9 minuti in meno dell’Intercity perché salta due fermate, costa di più e crea problemi agli altri tratti pendolari.”

In effetti, per ora è possibile superare i 200km/h solo da Milano a Brescia, in attesa del cosiddetto Terzo Valico e del completamento della Milano-Verona. Ma soprattutto, come scritto su Liguria Business Journal, “il Frecciarossa va a intasare ulteriormente una linea, quella tra Genova e Milano, già particolarmente satura.”

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E a proposito di saturazione della tratta, i pendolari pavesi—città in cui non passa il Frecciarossa in questione—si sono incazzati parecchio. Secondo quanto riportato dalla Provincia Pavese, “i rappresentanti dei pendolari avevano subito denuciato le possibili pesanti ripercussioni sul traffico ordinario per il passaggio di un treno ad alta tecnologia che però utilizza una linea ‘ordinaria’ e il cui tempo di percorrenza tra Genova e Milano è di soli 10 minuti in meno di un normale intercity.”

Non a caso, nella giornata di ieri è girata molto sui social una foto dei tabelloni che segnalavano pesanti ritardi su tutta la linea.

In serata, tuttavia, FS ha dichiarato che i ritardi sono riconducibili al guasto di un passaggio a livello tra Bressana e Pinarolo Po, e non del nuovo Frecciarossa 9796 Genova-Milano-Venezia.

Anche il presidente dell'Osservatorio Nazionale sulle Liberalizzazioni e sui Trasporti (Onlit), Dario Balotta, ha criticato pesantamente la scelta di puntare sul nuovo Frecciarossa Genova-Venezia. “Trenitalia anziché puntare sul trasporto pendolare, disastrato in tutta Italia, insiste nel programmare nuove Frecce Rosse su linee non ad alta velocità. Due nuove Frecce collegano da oggi Milano con Genova e viceversa in 75 minuti,” ha dichiarato. “Analoga iniziativa venne presa 10 anni fa e fu un fallimento di mercato: il treno infatti senza le fermate di Tortona, Voghera e Pavia per ridurre i tempi di viaggio (allora di 70 minuti) trasportava 40 passeggeri a corsa, tanto da essere messo in soffitta dopo qualche mese. Un film già visto.”