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Musica

Questa vecchia trasmissione di MTV da Ibiza è un sogno anni Novanta

Sudore, esaltazione, treccine, i Faithless, il sogno di un futuro migliore... ridateci il 1999!

Tutto sembrava possibile nel 1999. L'aria era satura di agitazione tecno-ottimista mescolata a terrore apocalittico. Il Duemila era ancora il futuro e il rapido avanzamento della tecnologia di consumo dava vita a film di fantascienza e realismo magico come Magnolia, Eyes Wide Shut e Matrix, mentre video come quello di "All Is Full of Love" di Björk e "Windowlicker" di Aphex Twin (entrambi diretti da Chris Cunningham) facevano sembrare il futuro tanto sexy quanto spaventoso. Naturalmente stavano per arrivare l'11 settembre e l'esplosione della bolla Dotcom ma, per un attimo, un'ondata di tensione accumulatasi nel corso del decennio precedente raggiunse un picco di sballo.

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Una delle maggiori valvole di sfogo tramite cui questi sentimenti si sfogarono fu la musica dance. Riguardando filmati del 1999 capirete subito che cosa intendo. Nei video girati a un rave a New York proprio quell'anno, è evidente la libertà e la varietà della scena e della vita in generale. Ma non era soltanto un fenomeno DIY; questi momenti di estasi arrivavano anche al mainstream.

Nell'estate '99, MTV diede una festa in una cava di roccia a Ibiza. A fine decennio, la musica dance—e l'Isola Bianca in particolare—era emersa come marchio dominante a livello globale, ben oltre le sue umili radici nel Midwest degli USA. Con videoclip di artisti come Chemical Brothers, Fatboy Slim e addirittura Darude lanciati a ripetizione, aveva perfettamente senso che MTV tentasse di stabilire un rapporto diretto con questa sottocultura. Il canale scritturò gente come Paul Oakenfold, David Morales, Faithless, Orbital, the Jungle Brothers e Chicane per una festa che durò tutta la notte, condensata nella trasmissione da un'ora che potete vedere qua sopra. È un documento affascinante, un ritratto del raving al picco della sua popolarità in tutta la sua gloria sudata ed esaltata.

faithless live 1999 mtv ibiza

I Faithless, leggendario trio trance, suonano hit immortali come "Insomnia" e "God is a DJ" davanti a un pubblico composto da migliaia di persone in preda a un raptus di esaltazione. Il loro set-up dal vivo—con tanto di chitarra, batteria e addirittura campanelle a vento—dà sostanza alle loro melodie gioiose, mentre il cantante Maxi Jazz officia la cerimonia con il suo crudo magnetismo. Mentre il suo sguardo si posa sulla folla e recita l'intro di "God is a DJ", sembra un profeta: "Questa è la mia chiesa, qui è dove guarisco i miei mali, in grazia naturale, osservando una vita giovane che prende forma". C'è un'innocenza sacrale in questa performance, dalla postura ascetica di Jazz ai volti adoranti della folla ai suoi piedi. Questa è la religione del rave.

La presentatrice—un'entusiastica VJ israeliana di nome Eden Harel, con codini e cappello da cowboy—interpreta l'apostola mentre si muove freneticamente tra la gente raccogliendo le testimonianze esaltate dei fedeli. "È la cosa più grandiosa che abbia mai visto!" esclama un gruppo di giovani britannici togati. "Spettacolare!" grida enfaticamente una ragazza con un sorriso un po' ingessato.

È difficile immaginare qualcosa del genere sulla TV di oggi—le uniche volte che la musica dance appare su uno dei grandi network è quando Skrillex o Diplo fanno una comparsata ai Grammy. Una versione 2017 di questo documentario avrebbe luogo in un festival da stronzi in California del Sud, pieno di tipi con le Converse di pelle di John Varvatos che parlano delle "vibe" del concerto di Kygo e che saltano sul posto davanti a un palco ricoperto di loghi di una bevanda. È per questo che lo speciale di MTV è così affascinante per me: il nostro rapporto con la musica dance è cambiato completamente. Nel 1999, i rave avevano la funzione di portali verso il terrificante e ipnotico futuro che sembrava scintillare all'orizzonte. Ora, in quel futuro, ci viviamo, e il pensiero che la musica dance mainstream sia in grado di portarci dall'Armageddon a una rave-topia socialista sembra naïf. Anzi, è soltanto un altro mezzo che abbiamo per distrarci dalla guerra automatica dei droni, dal gossip e dalla corrente distruzione della democrazia americana operata dai social media—il declino della civiltà occidentale in una bizzarra versione mondana.

Dopo i set trance e hardcore rave di Chicane e the Jungle Brothers, il programma culmina in un'incredibile performance da parte delle leggende della dance britannica Orbital—con le tastiere illuminate dai loro tipici faretti da fronte, si lanciano in un set di allucinante acid e jungle da terzo occhio prima di concludere con un devastante remix industrial di "Sweat Loaf" dei Butthole Surfers. La ripetizione di "SATAN SATAN SATAN" sembra un eco al contrario della hit dei Faithless. Religione ed estasi, sacro e profano, tutto mescolato in un poetico cocktail di edonismo idealista sotto il cielo del Mediterraneo.

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