Ascolta in anteprima Forget, il nuovo album degli Xiu Xiu

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Musica

Ascolta in anteprima Forget, il nuovo album degli Xiu Xiu

Jamie Stewart ci ha raccontato il suo nuovo album e di quella volta che si è preso un tamburo in faccia e ha perso un sacco di sangue.

"The Call", il primo pezzo del nuovo album di quella splendida creatura queer e multiforme che sono gli Xiu Xiu di Jamie Stewart finisce con le parole, "CLAP CLAP CLAP BITCHES / WHY WHY WHY BITCH / WHY WHY CUNT / WHY WHY WHY WHY WHY," sguaiate e sgraziate. Non la scelta più accomodante, ma al contempo la chiave di lettura di tutto il progetto Xiu Xiu: lasciarsi andare alla nostra individualità, accettare i nostri difetti e i nostri feticci in una celebrazione di tutto ciò che è realmente umano e non imposto da leggi sociali di frattura. E farlo con l'elettronica, il noise pop, l'art rock come base.

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Insomma, Stewart è sempre stato un artista pronto a denudarsi in tutta la sua fragilità, quasi umiliandosi nello stimolare i suoi stessi nervi scoperti—per dirne uno, il video di "Dear God I Hate Myself" non è altro che la sua compagna di band Angela Seo che si ficca due dita in gola e vomita mentre lui si mangia una tavoletta di cioccolato. Credo che alla base di ciò che fa ci sia, in fondo, un tentativo di normalizzazione: se vogliamo che (per dirne tre) i disordini alimentari, la depressione e il sesso anale non siano più dei tabù, tanto vale parlarne aprendosi completamente al mondo.  Forget, il nuovo LP degli Xiu Xiu, esce venerdì 24 febbraio per La Tempesta International ed è un'altra grande dimostrazione del potere liberatorio e confessionale della loro musica. Lo potete ascoltare da oggi, in anteprima, su Noisey. Abbiamo anche fatto due domande via mail a Jamie, che ci ha anche mandato un piccolo paragrafo in cui ci racconta una cosa che gli è successa a Firenze per introdurre l'ascolto. Trovate la nostra conversazione sotto lo stream.  Ciao. Se state ascoltando questo disco, grazie. Stasera, a un concerto a Firenze, ho lanciato un tamburo in aria e mi è caduto sulla fronte. È stato un casino. Ho perso un sacco di sangue, ma è tutto ok. È stata una stronzata, ma è stato anche abbastanza divertente. C'è un pezzo, su Forget, che parla di un pianoforte, un'armonica e un sassofono che mi cadono in testa. Quindi mi sembrava di dover parlare di quello che mi era successo davvero. Ieri sera stavo lavando i miei calzini nel lavandino dell'hotel. Uno mi è caduto nel bidet mentre lo stavo asciugando con il phon. Per qualche motivo, mi ha dato un sacco fastidio—ma ero già piuttosto ubriaco, quindi chissà che cosa mi stava davvero dando fastidio. Poi ho letto che cosa fosse una "Derby's dose" e ho pensato a come la gente stia distruggendo la Terra perché sanno di non meritarsi di vivere su questo pianeta miracoloso. Se guardate che cos'è, potreste pensare che siano solo i bianchi a non meritarsi di vivere qua sopra. Ma perché vorreste mai vivere in un luogo dove è successa una cosa del genere?  Abbiamo scritto Forget per voi e speriamo davvero che vi piaccia molto. 

Noisey: Come avete conosciuti i ragazzi della Tempesta? È molto bello che stiate lavorando con un'etichetta italiana.
Jamie Stewart: Siamo molto felici di lavorare con loro! Ce li hanno presentati i Father Murphy, che sono nostri cari amici. E cantano sull'album, tra l'altro.  Come spiegheresti il tuo uso della parola Forget? Personalmente, in questo momento la collego al mio tentativo di dimenticare quanto il mondo stia facendo schifo, in questo momento. E in questo senso, la musica può essere un catalizzatore della mia attenzione e far sì che la mia presa male si faccia da parte. 
Dimenticare è qualcosa di preoccupante, super personale e individuale, ma al contempo inevitabile. Può essere liberatorio, per esempio—come hai notato—nel modo in cui può farti mettere da parte il mondo perverso in cui stiamo vivendo, o può essere tragico. Dimenticare la voce di tua madre dopo che è morta. Ma è qualcosa di universale: scompariremo, noi e qualsiasi cosa mai potremo chiamare nostra. Nel bene e nel male.  Mi sembra ci sia un senso di tensione e disperazione che attraversa tutti i pezzi dell'album, anche se non lo percepisco come qualcosa di deprimente—anzi, mi sa di liberatorio. C'è un sentimento, o un'idea, che secondo te collega tutti i pezzi? 
Mi ritrovo in quello che dici, per me è così. È un disco che parla di paura, tensione, preoccupazioni e tristezza, ma lo fa in un modo per noi inedito se guardiamo al nostro passato. Prima, ci aggrappavamo a sensazioni come queste, le esaminavamo e le dissezionavamo. Su questo album non ci tiriamo indietro dai loro confronti, ma ci approcciamo al nostro sentire da una direzione super naturale, subconscia e non lineare. Così da renderlo curioso, interessante e strambo più che meramente oppressivo.  Tra tutto ciò che canti, l'immagine che più mi ha colpito è quella degli strumenti che ti cadono addosso in una sorta di scenario da fine del mondo, in "Get Up".
Sono aperto a qualsiasi interpretazione, ma per me quel pezzo parla di come a volte ci comportiamo da idioti nonostante i nostri errori o gli incidenti che ci capitano. Sono una metafora per rappresentare una reazione esagerata allo stress, ma anche un tentativo di trovare un po' di spirito nel fare i matti. Avete scelto di devolvere tutti i profitti del vostro Bandcamp ad ACLU per i prossimi quattro anni, ed è una cosa fantastica. Come sta andando? Prenderete altre iniziative di protesta e resistenza alla presidenza Trump?
Ci sta arrivando un sacco di supporto. Abbiamo già raccolto diverse migliaia di dollari, e raddoppieremo ogni offerta ricevuta. Continueremo a protestare con regolarità, chiameremo i nostri parlamentari e scriveremo lettere. Se tutto andrà bene non dovremo ricorrere a misure più drastiche, spaventose o violente.

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