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Musica

La guida di Noisey per andare in tour negli Stati Uniti senza farsi deportare

Se vuoi andare a rockeggiare nella patria del rockeggio senza essere rimandato a casa ancora prima di cominciare, segui questi semplici consigli.
Giacomo Stefanini
Milan, IT

A marzo scorso si è svolto a Austin, Texas, il famoso festival SXSW (che tanti pronunciano esse ics esse vu ma significa semplicemente South by South West). Quest'anno, più che negli anni scorsi, l'attenzione si è rivolta in modo particolare all'accoglienza riservata ai numerosissimi artisti stranieri nel delicato clima post-Muslim Ban. Per scoraggiare la partecipazione a eventi non-ufficiali nel periodo del festival, SXSW ha posto una clausola all'interno del contratto d'ingaggio: chi verrà scoperto a partecipare a eventi non autorizzati, sarà denunciato al Dipartimento dell'Immigrazione degli Stati Uniti e, probabilmente, rispedito immediatamente al proprio paese.

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Vorremmo dire che le regole sono importanti e che se certe leggi esistono c'è un motivo valido e bisogna rispettarle, ma sarebbe una bugia. La minaccia di denuncia da parte del SXSW è una mossa deplorevole, da infami, e dimostra lo scollamento tra quello che dovrebbe essere un luogo di valorizzazione e supporto della comunità musicale indipendente e la realtà degli artisti che vi partecipano. La maggior parte degli artisti indipendenti non è composta da professionisti, non guadagna nemmeno lontanamente abbastanza per permettersi le licenze e i visti che una nazione come gli Stati Uniti richiede e, francamente, non è nemmeno interessata a queste stronzate burocratiche. Certe cose stanno bene non regolamentate e non ingabbiate, ve lo dirà chiunque abbia mai suonato in una cantina la cui uscita di sicurezza era composta da una botola e il cui impianto elettrico era formato da tre ciabatte collegate l'una all'altra in serie.

Ad ogni modo, per quanto sarebbe ora che del SXSW ce ne sbattessimo ormai tutti, lasciandolo marcire nel suo brodo di sponsor, soldoni e pass VIP, resta sempre un'idea affascinante quella di andare in tour negli Stati Uniti. Per chi segue certi tipi di musica, gli USA sono letteralmente la Terra Promessa, un'avventura che si sogna fin da bambini, e anche un potenziale pubblico importantissimo per la propria musica. Visto che a Noisey noi vogliamo sostenere tanto il vostro diritto, come artisti, di farvi sentire in tutto il mondo quanto il vostro altrettanto sacrosanto diritto di sbattervene delle regole e fottere stati, uffici, frontiere e pupazzi in divisa, ecco una guida per andare in tour negli Stati Uniti senza farvi sgamare alla frontiera e rimpatriare perché non siete su una major. Chiediamo scusa ai Soviet Soviet per non averla scritta prima.

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PENSACI BENE

Succede sempre così, metti un video del tuo gruppo su YouTube e c'è sempre un americano che commenta "Cool! Quando possiamo vedervi negli States?" e da quel momento è fatta, non riuscirete a pensare ad altro ma, se non prestate attenzione, rischiate di spendere tutti i vostri soldi per un'esperienza orribile.

Ti svelo un segreto: al 99,99% degli americani non frega proprio niente del tuo gruppo, specialmente a quelli che commentano su YouTube. Pensaci un secondo, hai mai avuto una conversazione simile a un concerto? "L'altro giorno stavo guardando un video su YouTube e ho deciso di scrivere un commento invitando il gruppo a suonare: loro mi hanno risposto e ora eccomi qui! È la quarta data del tour, li sto accompagnando con il furgone di mio cugino fiorista". No, non ce l'hai avuta.

È quindi importante che prima di partire tu ti informi per bene su dove andrai a suonare, qual è la tua scena/pubblico di riferimento, chi ti accompagnerà, chi dividerà il palco con te. È arcinoto che negli USA è molto difficile essere pagati, e vitto e alloggio non sono mai garantiti (spesso non lo sono nemmeno le due consumazioni che qua ti fanno dire "stemmerde, manco un frigo di birre ci fanno trovare"); sono problemi che si possono superare se si suona davanti a un pubblico entusiasta e che è veramente appassionato della musica che proponi. Tieni d'occhio la stampa, i forum, le distribuzioni per capire se avete davvero una possibile fanbase.

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COSE DA EVITARE

Non portare con te gli strumenti o qualunque cosa vi possa identificare come una band

Noleggiare o acquistare strumenti musicali negli Stati Uniti è molto più facile ed economico rispetto all'Europa. Informati con i tuoi contatti in anticipo, e spenderai anche meno rispetto a portarti la tua roba in aereo! Senza contare il fatto che è molto più facile convincere un agente dell'immigrazione di essere in vacanza se non si sta portando una chitarra con sopra lo stencil "GIGGI E I POWER METALS USA TOUR 2017".

La stessa cosa vale per dischi, magliette, adesivi, portachiavi e tricche tracche con il vostro logo e nome. Dovete sapere che, a differenza dell'Italia, negli USA l'alfabetizzazione informatica ha raggiunto anche le forze dell'ordine: per cui se nella vostra valigia ci sono 55 magliette con scritto sopra "GIGGI E I POWER METALS", l'astuto agente è in grado di usare Google, Facebook e anche Last.fm se messo alle strette, per scoprire se lo scopo del vostro viaggio è una semplice vacanza o un tour.

Il nostro consiglio è di farsi stampare un certo numero di copie del disco da un'etichetta statunitense, se ce n'è una disponibile a farlo, oppure spedirne uno scatolone in anticipo. Per le magliette, rischi e costi saranno ridotti facendole serigrafare a qualcuno nella Terra della Libertà, cosa che tra l'altro vi assicurerà di avere le taglie giuste per quei ciccioni.

Non viaggiate in gruppo 

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Lo so, sembra esagerato, ma è un consiglio importante. Quattro o cinque ragazzi tra i venti e i quarant'anni, vestiti con jeans e magliette di gruppi, che alla frontiera dichiarano di voler "girare gli Stati Uniti in auto"? Ripeto, non dovete pensare agli agenti americani come se fossero il commissario Winchester: questi sono sospettosi, preparati e decisamente severi, e per di più hanno la libertà di trattenervi per ulteriori accertamenti senza alcun motivo. Perché rischiare? Avrete tra le due e le quattro settimane di tour da passare insieme, chiusi in un furgone, nervosi e puzzolenti: almeno il viaggio in aereo godetevelo in solitudine, vedrete come vi batterete il cinque una volta passati dall'altra parte.

Sta' attento ai tuoi social network 

Lo sappiamo che il gruppo WhatsApp del tuo gruppo è divertentissimo, pieno di meme, proposte di cover, foto del batterista che vomita e altre amenità. Ma è anche pieno di messaggi che fanno riferimento alle prove, ai concerti e soprattutto al tour che stai organizzando. Quindi salva tutte le foto e i messaggi audio a cui sei più affezionato su hard disk esterno, e poi cancellalo. La foto su Instagram della copertina di Rumore con voi sopra? Tocca cancellare anche quella. Lo stesso vale per ogni riferimento alla band, o ad attività illegali, o ad attivismo politico sul tuo profilo Facebook o Twitter.

Questo perché, come dicevamo, gli agenti dell'immigrazione USA amano usare i social network per smascherare eventuali immigrati clandestini o persone non gradite. Sappiamo che i lettori di Noisey sono i migliori esseri umani del mondo, ma quando si tratta di frontiere e burocrazia i fraintendimenti sono molto facili.

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Naturalmente, il gruppo Whatsapp o Facebook della band deve cambiare nome in "Colleghi" o "Estate 2017" o qualcosa di inoffensivo su queste note, e per stare proprio super sicuro togli anche tutti i "parteciperò" ai vari eventi dei concerti. Non preoccuparti, non ti dimenticherai di presentarti anche senza notifiche ed eviterai agli agenti la domanda "come mai questi cinque italiani andranno al concerto dello stesso gruppo italiano tutte le sere?" cosa che ci porta al prossimo punto.

Non promuovere il tour

Lo so che sei abituato a creare l'evento di ogni concerto e starci dietro come fosse il tuo diciottesimo compleanno, ma se ci pensi un attimo, non è meglio lasciar fare al promoter in America? Quante persone puoi conoscere tu a Pittsburgh che una promozione locale ben fatta non riesca a raggiungere? Tieni così tanto a far morire d'invidia i tuoi ex compagni di classe da essere disposto a rischiare il rimpatrio?

Non usare il tuo nome completo

Maria Silvia Trapattoni Viendalmare (sono bravissimo coi nomi inventati) è un nome piuttosto riconoscibile. Se un agente si mette a digitare su Google tutta quella roba e trova una pletora di foto di te con i tuoi "amici di vacanza", chitarra al collo, che roccheggiate su tutti i palchi d'Italia e d'Europa, potrebbe sospettare qualcosa. Se poi a questo nome sono collegati la pagina Facebook e il profilo Bandcamp di Giggi e i Power Metals e magari anche un elenco delle date del tour, siete fregati. Usa solo il tuo nome di battesimo o uno pseudonimo nelle cose legate alla band, e vedrai che avrai meno problemi.

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BUONE IDEE

Preparati un alibi

Al controllo passaporto domande come "Qual è lo scopo della sua visita? Che luoghi visiterà? Dove alloggerà?" sono all'ordine del giorno. Cerca di avere la risposta pronta e la faccia di bronzo. Può succedere che le domande ti vengano ripetute varie volte e anche che ti facciano entrare in un ufficio apposito per interrogarti. Meno ti innervosisci e meno tentenni, e maggiori saranno le tue possibilità di passare. Lo trovi un comportamento oltraggioso, un abuso di potere? Puoi provare a protestare e a invocare i tuoi diritti civili, ma sai già come andrà a finire. Siamo tutti d'accordo che le autorità meritino ogni tipo di insulto, ma nessuno ti giudicherà se terrai la bocca chiusa invece di rovinare il tour a tutti venendo brutalmente rimpatriato.

Tieni in ordine le tue carte

I biglietti di ritorno, l'ESTA, la patente internazionale (ti garantisco che un controllo di polizia nel mezzo della notte in Indiana non è la situazione migliore per spiegare che la patente italiana è valida anche lì), eventuali prenotazioni in hotel, il nome di almeno un contatto americano e, naturalmente, documento d'identità e passaporto in regola. Sembra una banalità ma c'è sempre qualcuno che scazza le cose più semplici.

E TI PREGO, controlla le date di scadenza, i numeri, ogni minimo dettaglio perché coincida con quelli sul biglietto aereo. Basta un numerino e va tutto all'aria.

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Comportati da ricco

Fatti la barba o almeno regolatela, e magari fa' un salto dal parrucchiere prima di partire. Se sei disoccupato, non menzionarlo, inventati qualcosa. Lava tutti i vestiti che ti porterai in modo da assicurarti che non ci siano residui di sostanze od odori illegali in mezzo alle tue cose. Se ti comporti come se al tuo paese tu fossi un membro produttivo della società, invece che uno schifoso parassita artistoide che odia il sistema, sarà più facile entrare. Ce la fai a fingere per dieci minuti?

ULTIMO PROMEMORIA

Congratulazioni, sei in tour negli Stati Uniti! Goditi un mese di pubblico che ti guarda dall'alto in basso, situazioni al limite del film horror e un senso generale di "a nessuno frega un cazzo". Il rock è morto e il sogno americano sta già marcendo da trent'anni, ma tu fai ancora in tempo a fare colazione da Denny's citando battute di Pulp Fiction se questa è la tua idea di divertimento.

Articolo realizzato con la collaborazione di VICE Spagna.

Giacomo è su Twitter: @Generic_Giacomo.

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