L'evoluzione di J Dilla

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Musica

L'evoluzione di J Dilla

Ripercorriamo brevemente la carriera di uno dei più grandi producer hip-hop di sempre

Sono passati sette anni dalla morte di James Dewett Yancey, uno deii producer più stimati degli ultimi vent'anni. L'importanza dell'uomo noto ai più come J Dilla è rimasta costante fin dal giorno in cui è scomparso, nel 2006; la sua musica intatta, così come la sua influenza su quella altrui. Le collaborazioni di Dilla con altri artisti, tipo Madlib, Erykah Badu e The Pharcyde (giusto per dirne alcuni) lo hanno reso uno dei più ricercati e rispettati produttori di tutti i tempi. Nessuna retrospettiva sui suoi lavori potrebbe mai racchiudere il suo ricco repertorio per intero, infatti qui ci occuperemo di alcuni momenti particolarmente importanti della sua carriera, indagando su collaborazioni, produzioni e album solisti. L'ncontro con Joseph "Amp" Fiddler Nato a Detroit nel 1974, Yancey è famoso per aver espresso il suo interesse per la musica fin dalla più tenera età. Da pargolo aveva infatti l'abitudine di sedersi al parco con un giradischi della Fisher Price e suonare i dischi che la madre, Maureen 'Ma Dukes' Yancey, gli comprava—il suo primo 45" è stato "The Wiz" di Micheal Jackson. L'hip-hop divenne parte integrante della vita scolastica di Yancey. Conobbe i rapper T3 e Baatin, e ha formato una crew chiamata H20. I tre rimarranno amici e passeranno alla storia come Slum Village.

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Invogliato a produrre beat grazie a robe come "Big Mouth", traccia del 1984 del trio di Brooklyn Whoodini, Yancey inizò a collaborare con i musicisti e produttori di Detroit che diedero il via alla sua carriera. La prima amicizia importante fu quella con Joseph "Amp" Fiddler, che ha fatto da mentore al giovane Dilla su cosa significasse essere un produttore musicale. È stato nelle sessioni al "Camp Amp" (il nome dato allo studio di Fiddler) che Yancey ha imparato a padroneggiare l'arte della programmazione digitale, e si è imbattuto in quelle drum machine che avrebbero poi caratterizzato il suo sound choppato e stratificato. I metodi di insegnamento-senza-libri di Fiddler lasciano presagire che Dilla tecnicamente ha fatto quasi tutto da sé, come ha spiegato nella sua ultima intervista a Scratch Magazine: Amp si limitava a suonare della roba con l'MP e poi mi diceva, "Non ti sto a insegnare come si fa, devi imparare da solo." Oppure, "Non usare libri." Da allora non ho mai letto un libro sui sampler e roba così, mi metto lì e provo… Un sacco di gente mi dice, "Oh, Amp ti ha insegnato come usare l'MP." Veramente no. I primi progetti e il successo con gli Slum Village In quei primi anni in cui si andava formando come producer, Yancey venne coinvolto in numerosi progetti, facendosi nuovi amichetti tramite Amp Fiddler e le battaglie rap alla Rhythm Kitchen di Detroit. Una delle primissime collaborazioni vide Jay Dee (nome con cui cominciò a farsi conoscere) unirsi al rapper MC Proof e formare i Funky Cowboys, con i quali sfoggiò un crescente talento con drum machine e sampler tipo Akai MPC60 ed E-mu SP-12. "The Fizzo" è una traccia inedita di Dilla e Proof del 1994 e ha come featuring il rapper T3 degli Slum Village.

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Il primo contratto di Jay Dee arrivò con il gruppo 1st Down, cioè il rapper di Detroit Phat Kat con Yancey alla produzione. I due firmarono per la Pay Day Records, ma la rottura arrivò di lì a breve per via di complicazioni con l'etichetta. Il loro unico 12", A Day With The Homiez è uscito nel 1995.

Dopo o scioglimento dei 1st Down, Yancey tornò a impegnarsi con i Slum Village, il gruppo che aveva formato quando andava ancora a scuola. Inizialmente conosciuti come Ssenepod, divennero famosi nella scena hip-hop di Detroit e registrarono il loro acclamato primo disco Fantastic, Vol. 1 nel 1996. Dalle note di copertina dell'album, Ahmir "Questlove" Thompson dei Roots, descrive così l'impatto che il disco ha avuto su di lui: Questo per me è Il "disco dei dischi." Mi ha SEMPRE accompagnato. L'ho amato così tanto che ho comprato un walkman di lusso solo per ascoltarmelo… L'ho amato così tanto che una volta, durante l'assolo di basso di "Hub", mi sono allontanato dal palco fingendo di dover pisciare solo per ascoltarmi al volo un paio di canzoni. Così tanto che stavo per sciogliere i Roots quando ho scoperto che Black Thought me lo aveva preso in prestito senza permesso. Le produzioni in collaborazione e l'influenza di Q-Tip Il primo disco degli Slum Village coincise con l'introduzione di Yancey al gruppo di produttori chiamato The Ummah, formato da Q-Tip e Ali Shaheed Muhammed degli A Tribe Called Quest, con la partecipazione occasionale di artisti come D'Angelo e Raphael Saadiq. Probabilmente è stato l'incontro con Q-Tip che ha spinto Jay Dee verso il vero successo. Ho conosciuto Tip nel '94…avevo un gruppo il cui manager era John Salley [ex giocatore dei Detroit Pistons], così ho dato a Tip una cassetta lui ha richiamato il giorno stesso. Mi ha detto "chi ha fatto questi beat?" Da lì è partito tutto. Jay Dee si ritrovò a produrre tracce per Labcabincalifornia, l'album che ha segnato la carriera del gruppo hip-hop di Los Angeles The Pharcyde. L'album conteneva "Runnin", singolo uscito nel 1995. È l'esempio perfetto del tocco da Re Mida di Yancey, campionando ed manipolando diversi generi per riunirli in un unico sound. Qui prende del jazz anni Sessanta e lo mixa alla perfezione con "Rock Box" dei Run D.M.C.:

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Il lavoro da producer Dopo il successo di Labcabincalifornia, proposte di remix e ulteriori produzioni per gente famosa arrivarono con regolarità, e nella seconda metà degli anni Novanta Jay Dee crebbe molto come producer. Il suo sound era acclamato per essere sempre sul pezzo, la riluttanza che aveva al presentare sonorità già affrontate è stata decisiva per il suo successo. Nel 1997 c'era già un gran numero di 'Dilla heads', un'intera fanbase per il nostro affezionato producer che stava cambiando le sorti dell'hip-hop. Uscirono un sacco di remix importanti a fine anni Novanta, tutti con il taglio inconfondibile di Jay Dee e The Ummah. Sorse un bel dramma invece quando Janet Jackson fece uscire "Got 'til It's Gone", un pezzo che raccoglieva sample di "Big Yello Taxi" di Joni Mitchell. Anche se i produttori ufficiali risultavano essere Jimmy Jam e Terry Lewis, Yancey in un'intervista sostenne di esserci lui dietro quella traccia. È andata così, è roba mia. Io, Tip e Ali collaboravamo tutti a questa traccia [sotto il nome di The Ummah]. Non farò nomi, ma ci abbiamo lavorato noi… Quando è uscita invece era accreditata a qualcun altro. Controllate i credits, non troverete Jay Dee, Q-Tip o gli altri.

Nonostante le controversie su "Got 'Til It's Gone", The Ummah ha rappresentato per Jay Dee un'inestimabile punto di partenza per i suoi successivi lavori, e durante il periodo nel gruppo ha messo mano nei lavori di gente come De La Soul, The Roots e Busta Rhymes. Il suo remix di "I Try" di Macy Gray è un meraviglioso downtempo che unisce la voce graffiante della Gray con un beat jazz bello calmo.

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I Soulquarians e l'allontanamento dagli Slum Village Oltre ai The Ummah, Jay Dee era anche un membro fondatore del supergruppo hip-hop Soulquarians. Con lui c'erano Questlove e James Poyser dei The Roots, Common, Erykah Badu e Talib Kweli. Non ci furono pubblicazioni ufficiali dell'intero gruppo, ma si aiutavano tutti nei lavori di produzione e scrittura l'uno con l'altro. È stato quando Yancey ha collaborato con Erykah Badu in "Didn't Cha Know" che è arrivata la nomination per miglior pezzo R&B del 2001 ai Grammy Awards.

Il crescente successo ha contribuito al distanziamento di Yancey dagli Slum Village. Nel 2000 il gruppo fece uscire il secondo album, Fantastic, Vol. 2, e la critica impazzì. Il DJ inglese Toddla T ricorda la sua prima esperienza con Dilla grazie a quel disco: Quando vivevo a Sheffield, a 13 o 14 anni, la prima cosa che abbia mai consapevolmente comprato di J Dilla, è stata "Fantastic Vol. 2." Non avevo idea di chi fossero o di cosa si trattasse. Ricordo di averlo messo sul giradischi del negozio e di aver pensato che fosse una bomba. L'ho comprato subito. Ho realizzato solo due anni dopo che gran parte dei miei dischi hip hop preferiti erano in realtà legati a Dilla. Malgrado tutto, di lì a poco Yancey annunciò la dipartita dal gruppo, ma continuò lo stesso con la produzione dei loro due album successivi. Il suo status di producer di alto calibro era palesemente il motivo di fondo per cui se ne stava andando. Una seconda nomination ai Grammy arrivò come risultato del suo lavoro sul disco d'oro di Common Like Water For Chocolate. Dieci delle ventuno tracce avevano il suo stampo, e Complex venne in seguito rinominato "The Light", numero uno nella lista delle "50 migliori canzoni di Dilla". A inizio del nuovo millennio, Dilla aveva affermato il suo stile boom-bap caldo e confortevole, e con la hit "The Light" ha raggiunto l'apice. Le successive produzioni di Jay Dee sono molto più digitali, e questa fu una specie di addio a quel periodo, nonché la più grande hit di Common.

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La nascita di J Dilla

Prendendo ispirazione dal suo stesso background, Welcome 2 Detroit fu il primo album solista, uscito sotto gli pseudonimi di Jay Dee e J Dilla. L'album vedeva Dilla al microfono sia come rapper che come cantante; in "Think Twice" la voce di Yancey è morbida e delicata, molto diversa da quella grezza in pezzi come "Give It Up".

Poco dopo uscì separatamente la traccia "Fuck The Police", considerata uno dei suoi pezzi migliori. Ispirata a episodi di razzismo che lui stesso aveva vissuto, la canzone divenne il suo lavoro più apprezzato da rapper solista. Una fusione di talenti: la nascita di Jaylib Era solo questione di tempo, prima che quel geniaccio creativo di Yancey venisse affiancato da qualcuno di uguale importanza e bravura. Otis Jackson Jr., meglio conosciuto come Madlib, riuscì ad ottenere alcune strumentali inedite di Dilla, e a rapparci su. Allora la Stones Throw Records, storica supporter di Madlib e Dilla, prese una di queste tracce e la usò come B Side di "JFK ti Madlibo LAX" d. Peanut Butter Wolf, fondatore della Stones Throw, ricorda il momento in cui Dilla scoprì questa cosa. Dilla poi mi chiamò e mi disse, "Oh, cazzo è 'sta roba?" E non ero sicuro se intendesse tipo 'oh, mi girano i coglioni perché questo mi ha plagiato' o fosse solo stupito… Mi fa, "cazzo, dobbiamo fare qualcosa di ufficiale!" E così fu. I due lavorarono insieme a Champion Sound, uscito per Stones Throw nel 2003. Divisi esattamente a metà i compiti, con Dilla alla produzione e Madlib al rap ma anche viceversa, l'album è stato largamente approvato dalla critica. Il talento dei due si è fuso in qualcosa che DJ Rhettmattic ha descritto come "estremamente vicino allo Yin e Yang". "Starz", da Champion Sound, usa sample di Isley Brothers e Starcastle, facendo risaltare la diversità della coppia nonostante il lavoro unico, con la prima metà della traccia con testi tranquilli, ma stravolti da una bassline pesante e da sample vocali non troppo diversi da quelli usati da Kanye West in College Dropout.

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Nonostante gli evidenti problemi di salute, Dilla rimase comunque entusiasta di suonare con Madlib in una serie di live che portarono Jaylib in giro per gli Stati Uniti. Sul palco la coppia aveva questo fascino magnetico che poteva appartenere solo a due personaggioni dell'hip-hop come loro. Donuts e l'eredità di Dilla Come arrivarono i primi anni 2000, il lupus di Yancey si aggravò e le sue condizioni peggiorarono rapidamente. La produzione divenne sempre più limitata, ma durante del suo ricovero Dilla continuò religiosamente ad ascoltare musica. Durante quel periodo, la madre e gli amici gli portavano dischi; un'abitudine che Ma Dukes racconta nel documentario di Crate Diggers sulla sua immensa collezione di dischi. "Quando arrivavo con la cassa, una di quelle casse da frutta che trovi al mercato, piena di 45", lui dava un'occhiata, ne prendeva una decina e li metteva da parte. Diceva "puoi riportarli a casa, non ce n'è neanche uno buono." Nonostante le condizioni debilitate, J Dilla pubblicò il suo disco solista di maggior successo e di gran lunga più influente, Donuts, uscito il 7 Febbraio 2006, tre giorni prima della sua morte. Quasi tutto il disco è stata mixato nel periodo in cui Dilla era ricoverato e in cui però rimase incredibilmente attento a chi se lo ascoltava in fase di preparazione; viene ricordato per l'aggressività verso chi provava ad ascoltare le preview incomplete. Donuts, chiamato così in onore dell'amore di Yancey per i dolci, venne subito osannato come uno dei migliori dischi hip-hop di tutti i tempi. Con una tracklist di trentuno canzoni tutte sotto i tre minuti, l'album, uscito su Stones Throw, è stato anche visto dagli amici più stretti come una "lettera d'addio". Tracce come "Stop!" sono una straziante prova della consapevolezza di Dilla. Il sample di "You're Gonna Need Me" di Dionne Warwick, col suo scratch sui vocal dei Jadakiss va a formare un verso che dice "is death real?"

Fatto di sample choppati, Donuts è un disco interamente strumentale, che manipola i vecchi, i nuovi e i "futuri" beat, gli stessi che hanno conferito a Yancey il giusto rispetto ogni volta che lo si nomina. Così molte tracce dell'album sono considerate le preferite da svariati artisti a livello internazionale: "Workonit" dai The Horrors, "Lightworks" dalla stessa Ma Dukes.

Nei sette anni trascorsi dalla sua morte, sono usciti molti inediti di Dilla, ma i fan sono comunque coscienti che il repertorio completo non sarà mai pubblicato. Ispirata da ciò che diceva sempre suo figlio, cioè che il miglior talento è sempre il prossimo che scoprirai, Maureen Yancey è conosciuta per essere un'instancabile attivista nel mantenere vivo il ricordo del figlio, partendo dalla J Dilla Foundation, con l'intento di "contribuire ai fondi dei programmi musicali nelle città, e provvedere a borse di studio per studenti con che vogliono entrare in scuole con corsi di musica particolari". In un'intervista del 2008, Busta Rhymes descrive la natura dell'uomo che ha avuto un ruolo fondamentale in quasi tutti i suoi dischi solisti: Quasi tutte le volte che ho avuto occasione di incontrare J Dilla, i suoi modi erano molto calmi, riservati. Non era troppo un tipo da lunghe chiacchierate… Non andava a tanti festini, o in posti dove c'era casino. Non era così, sai… Era quasi sempre a sbattersi di lavoro, provando a dare il massimo attraverso la musica. L'uomo conosciuto come Jay Dee può anche essere morto, ma il suo pensiero vive ancora, mai dimenticato dagli amici, familiari, e svariati imitatori.