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Musica

Pop X e Gabry Ponte sono la coppia più bella del mondo

Sono un ragazzo semplice, ascolto la loro canzone assieme e ho voglia di dance all night.

C'è una corda che lega assieme l'italodance, il cantautorato elettronico degli anni Ottanta, le sigle dei cartoni animati, l'hardcore e Pop X. Passa per i viaggi in mongolfiera di Battiato, quelli verso un tempo fuori dal tempo, quelli in cui non esistono confini geografici e linguistici. Un'orchestrina saluta la spedizione suonando filastrocche medievali che parlano di corde d'oro. Dervisci roteano e danzatori bulgari danzano, applauditi da figli di Pitagora e di Casadei. "Addio, addio!" grida la folla - "Torneremo più ricchi e felici", risponde chi sta per partire, con la cassa dritta che batte nelle tempie sudate per l'emozione. E la fiamma che gonfia il pallone è una melodia.

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I viaggi di Pop X si fanno invece col missile, con i piedi che scalano il monte o con la canoa assieme al vecchio amico Valter. Si fanno un po' nel futuro e un po' nel passato, senza sapere minimamente dove si va. Nel frattempo si passa per il ballo e la gioia, caldi di un amore vero, vero come il fatto che tutti fanno la cacca e come il sole che sorge ogni giorno, e si è liberi di poter fare tutti i versi, i grugniti e i rutti che si vuole.

Non è la prima volta che il missile di Davide Panizza e soci atterra sul pianeta italodance. Qualche anno fa, annunciata da una cartolina dal mare di quelle perfette per il frigo della nonna, ci fu "Voglia di battere tutta la notte". "E mai più ci cascherò / Se non mi trovo bene me ne torno a casa mia / Ma cosa vuoi che sia? / Oppure in cerca di compagnia", cantava Davide, con le ciabatte e la canotta bianca mentre strimpellava una keytar sul lungomare di Gatteo. "Voglia di Dance All Night", nelle sue mani, manteneva tutto il senso di libertà del sabato sera adolescente e ci aggiungeva la cazzonaggine espressiva del tuttinsieme, quella che capita quando non tutti sanno le parole e non riescono andare a tempo ma la voglia di condividere una melodia è più forte di qualsiasi correttezza.

Oggi, venerdì 22 giugno 2018, la navicella spaziale di Pop X ha incontrato quella di Gabry Ponte. Gabry ha scoperto Davide a caso e gli ha chiesto di fare musica assieme. "Ho letto Erasmo, e so che le cose migliori nascono proprio dalla Follia", ha scritto Gabry.

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Quello che è uscito si chiama "Tanja" ed esiste davvero. Si apre su suoni languidi su cui Davide lamenta, marinaio abbandonato: "Tanja non ritorna più / Forse un giorno dall'oceano tornerà / A sognare Londra, Napoli, Parigi od Istanbul". Sotto Gabry crea un lento non-violento, pianista di bettola del porto con la Yamaha al posto dello Steinway, simile al piano scalcanato che accompagnava la sua versione originale. "E navigare verso il Messico, e non tornare più / Capitan Shardòn Tery / Have you got the fire, please?" Quasi pronto a sedurre una Lady Madonna, with a little help from his friends, briago di sherry e salsedine.

"Le voyage c'est un rêve, c'est une chance / Bienvenus sur la piste de danse / Voyage, voyage en etant ici / Everynight I feel where I want to be", gridava in glossolalia il vocalist di Gabry Ponte in "Le voyage", appena prima di lasciarsi andare alla gloriosa zarria del quattro quarti - la stessa che il vecchio Pop X ha reso linfa vitale della sua turbomusica. Il viaggio, il temino che tutti scelgono alla maturità quando non sanno che mettere in tesina; il viaggio, l'esperienza che mai smetterà di evocare bellezza e libertà nell'essere umano. Così che Venezia possa sembrare Istanbul, così che le trifonie dei mongoli possano farsi miele anche all'orecchio italiano.

"Tanja" riafferma l'enorme valore musicale e culturale dell'italodance degli anni Novanta e degli anni Zero, confermando la condivisione di temi e valori che Pop X aveva sempre palesato con essa nelle sue avventure nelle sette note. È un pezzo bambinesco, un sogno sognato dopo essersi addormentati ascoltando la fiaba di un vocalist, cullati dalla dolce regolarità dei quattro quarti.

Potete ascoltare "Tanja" su Spotify:

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