Su tantissimi CV si legge “in grado di lavorare sotto pressione.” Ma è un bene? E di che tipo di pressione si parla?Sul lavoro, le forme di stress sono molteplici. C’è lo stress economico di fare un lavoro che paga poco; lo stress dovuto alla fretta quando si hanno tempi stretti; o lo stress morale che deriva dall’avere superiori, colleghi o clienti dagli atteggiamenti nocivi e aggressivi, per esempio.
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Spesso, lavorare nel campo dell’assistenza clienti procura tutti e tre questi tipi di stress: ti tocca avere a che fare con clienti insoddisfatti e arrabbiati, raggiungere obiettivi alti, e farlo in cambio di una paga misera. Il lavoro è molto stressante e ha un alto tasso di turnover, in media tra il 35 e 45 percento in tutto il mondo. In parole povere, la maggior parte dei lavoratori odia questo lavoraccio infame e si licenzia appena può.Ho chiesto ad alcune persone trovate tramite social media di condividere con me le loro peggiori esperienze di lavoro nell’assistenza clienti."Quando ho cominciato a lavorare in banca nel 2018, le prime parole del mio capo sono state: ‘Qui non si riposa; devi mantenere un ritmo alto e non lasciare mai la tua postazione.’ Per fortuna, un collega mi ha fatto vedere come prendere una piccola pausa evitando di premere il tasto per passare al cliente successivo una volta finito con quello precedente. Quando il capo della sicurezza ha notato che ero totalmente esausto, mi ha consigliato di assumere un sedativo che usavano già molti dei miei colleghi. In seguito ho ripetuto questi consigli ai nuovi arrivati senza nemmeno badarci.La verità è che, senza sedativi, non sarei stato in grado di continuare a fare questo lavoro. La gente sottovaluta l’impatto sulla salute mentale delle interazioni quotidiane con i clienti; ha il potenziale di distruggerti se non lo gestisci come si deve.” – Majdi Ahmed, 33 anni
“Senza sedativi, non sarei stato in grado di continuare a fare questo lavoro.”
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“Mi ha sputato in faccia e se n’è andato.”
“Sono stato sfruttato da clienti, superiori e anche da colleghi.”
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A un certo punto ho addirittura usato i miei soldi per fare una ricarica a una utente che diceva che le mancavano 5€. Il mio capo ha notato il problema, ma io non avevo la forza di spiegargli la situazione o giustificarmi, così ha iniziato a considerarmi responsabile di questioni che non avevano nulla a che fare con me.Ho perso molto durante quel periodo ed ero perseguitato da sentimenti negativi. Sono stato sfruttato da clienti, superiori e anche da colleghi, finché finalmente non mi sono licenziato e ho trovato lavoro nel marketing da remoto.” – Ahmed Hassan, 26 anni"Lavoro in un ufficio postale da circa due anni. È come un qualunque istituto bancario, a parte per i primi giorni di ogni mese, che sono particolarmente stressanti. Al mio arrivo in ufficio, trovo già la coda di pensionati davanti alla porta. Alcuni sono lì dall’alba.Ci sono molte liti nella coda davanti a me e se qualcuno commette un errore volano molti insulti. A causa della pressione lavorativa e del gran numero di persone che dobbiamo aiutare, dobbiamo fare molti straordinari e spesso ci viene impedito di fare pause per mangiare o bere.Ogni mese ho la stessa sensazione di quando mi viene il ciclo. Psicologicamente, è il mio momento più basso. Se il ciclo mi viene nei giorni delle pensioni, allora è proprio l’inferno.” – Rabab Al-Sayed, 28 anni
“Se il ciclo mi viene negli stessi giorni in cui si pagano le pensioni, allora è proprio l’inferno.”
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