Che effetti hanno le droghe sul nostro cervello?

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salute mentale

Che effetti hanno le droghe sul nostro cervello?

A volte la droga fa scherzi al cervello. È il motivo per cui la gente ne fa uso. Ma per chi non si sente esattamente a proprio agio con se stesso, il bisogno di una coperta di Linus fatta di narcotici è molto più forte.
Max Daly
London, GB

Nick Scott

A volte la droga fa scherzi al cervello. È il motivo per cui la gente ne fa uso. La droga ti prende e ti tira su, ti butta giù, e poi ti sbatacchia qui e là. Che sia la cannetta del dopolavoro, la serata alcolica del venerdì, una pillola per dare una smossa o una riga di coca che ti spari nello spazio, le sostanze psicoattive rappresentano per molti una fuga momentanea dalla vita di tutti i giorni. Sono in milioni a farne uso. Ma per chi non si sente esattamente a proprio agio con se stesso, il bisogno di una coperta di Linus fatta di narcotici—la necessità di fuga, di farsi un poco o di farsi fino a non capirci più niente—è molto più forte.

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Purtroppo, questo rifugio fornito da sostanze chimiche può peggiorare la salute mentale di certe persone. La prova della connessione biunivoca tra droga e disturbo psicologico si trova in tutte le riviste della comunità scientifica. E si trova anche davanti ai nostri occhi. Conosciamo tutti qualcuno che ha subìto danni mentali dovuti all'uso di droghe o medicinali. Detto questo, se volete la verità sulla relazione tra droga e salute mentale, dovete procedere cauti lungo un percorso costellato di cattiva informazione e preconcetti.

Il nonno putativo dell'iperbolico "le droghe ti fanno impazzire" è Harry J Anslinger, capo dell'Ufficio Narcotici statunitense negli anni Trenta. Era un convinto attivista anti-cannabis, e gli piaceva ripetere che fare uso di marijuana avrebbe distrutto anche i cervelli più promettenti. A più di settant'anni di distanza affermazioni come queste sono ancora molto comuni. Occhio però: anche chi sostiene che l'erba è innocua può sbagliarsi.

I numeri raccolti dal Governo del Regno Unito mostrano che, solo nel 2014, un terzo delle persone cui è stata diagnosticata una malattia mentale ha fatto uso di droghe durante quell'anno—tre volte la media nazionale. Tre quarti delle persone rivoltesi a centri per la riabilitazione da droghe hanno avuto un disturbo mentale durante lo scorso anno.

Droga e malattia mentale sono intrecciate in una danza molto complessa, e gli esperti hanno cominciato a decifrarla solo di recente. Lo stigma sociale circonda entrambi i temi da così tanto tempo che la ricerca su come i due elementi interagiscono, e su come l'uno conduce all'altro, è ancora agli inizi.

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Rachel ha cominciato a sentirsi infelice quando aveva tre anni e la sua famiglia si è sfasciata. A 14 anni, dopo le prime esperienze con la ketamina, ha scritto sul suo diario "Avevo liberato una nuova intelligenza, che mi veniva da dentro: ero passata dall'essere una scolaretta frustrata a una principessa delle favole." Oggi, a trent'anni, sostiene che le droghe—anche se hanno attenuato il suo senso di depressione—le hanno alterato completamente la vita. "La testa non stava mai zitta, la droga mi ha calmata. Ero meno triste, meno arrabbiata. Uscivo, lavoravo, giocavo, vivevo ed ero felice. Ma il mio cervello era ancora in fase di sviluppo. Ai miei occhi, il mondo che c'è fuori dalle droghe è monotono e noioso, non c'è niente che si possa paragonare a quando mi facevo."

Droga e malattia mentale sono intrecciate in una danza molto complessa, e gli esperti hanno cominciato a decifrarla solo di recente

Gran parte della ricerca sulle droghe come causa o come acceleratrici dei disturbi mentali si è concentrata sulla cannabis, che è lo stupefacente più usato. Se è vero che milioni di consumatori non mostrano sintomi, alcuni gruppi di persone sono più inclini rispetto ad altri a sviluppare problemi psicologici.

Certi individui sono predisposti al disturbo mentale prima ancora di provare la droga. I consumatori di cannabis che hanno dei precedenti di depressione o schizofrenia in famiglia corrono un rischio più alto che la droga scateni in loro i sintomi di queste patologie. Gli scienziati sono convinti che un gene specifico, l'AKT1, renda più suscettibili alla psicosi quanti fanno uso di cannabis rispetto a chi non ha l'AKT1.

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Ci sono studi che mostrano che le persone che cominciano a fumare cannabis prima dei 15 anni hanno quattro volte più probabilità di sviluppare disturbi psicotici. Ciò è dovuto al fatto che, durante l'adolescenza, il cervello sta ancora sviluppandosi. Secondo il Royal College of Psychiatrists, durante questo periodo "Avviene un enorme sfiortitura di neuroni, come se si stesse sciogliendo una massa annodata di circuiti per farli funzionare più efficacemente. Ogni esperienza—o sostanza—che si intromette in questo processo può produrre effetti psicologici a lungo termine." La depressione è solo una delle possibili conseguenze. Uno studio, condotto lungo il corso di sette anni su 1600 ragazzini australiani tra i 14 e i 15 anni, ha stabilito che i soggetti che fumavano cannabis tutti i giorni erano cinque volte più inclini alla depressione o all'ansia. Al momento, non ci sono abbastanza prove per dimostrare che gli adolescenti cui è stato diagnosticato uno stato depressivo sono più inclini a fare uso di cannabis. Tuttavia, è comprovato che gli adolescenti con un alto livello di stress siano più inclini a cominciare a consumare cannabis in maniera problematica.

Certo, i media tendono a esagerare l'intensità e i pericoli del consumo di cannabis, ma il Kings College di Londra ha condotto uno studio su 780 soggetti al Maudsley Hospital, a Londra sud: i risultati indicano che, messi a confronto con i soggetti che non avevano mai provato la cannabis, i soggetti che consumavano quotidianamente skunk incorrevano in rischio di psicosi cinque volte superiore.

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Insight, un servizio di sostegno per giovani dagli 11 ai 24 anni con problemi di droga, si trova a qualche chilometro dal Maudsley Hospital. Anthony Stewart lavora lì e ha notato un forte incremento nel numero degli adolescenti—soprattutto le fasce più emarginate dei giovani—in cerca di sostegno. Mostrano sintomi quali paranoia e ansia dovute a un'"ossessione con le specie di cannabis extra-forti."

Ci sono studi che mostrano che le persone che cominciano a fumare cannabis prima dei 15 anni hanno quattro volte più probabilità di sviluppare disturbi psicotici

"Consumano varietà come l'Amnesia o la Sour Diesel. Fumano tutto il giorno. Anche la musica che ascoltano parla di sballarsi con la skunk. Un ragazzo è convinto che le pubblicità in tv gli stiano mandando messaggi subliminali. Vedremo un grande aumento di psicosi nei giovani, a causa della skunk."

Gli effetti psicologici a breve termine possono essere potenti e cumulativi. Un consumo alcolico ingente concentrato nel breve periodo deprime il sistema nervoso, e trasmette una sensazione di depressione. Più bevi, più ti deprimi. Chi consuma stimolanti come ecstasy e cocaina nel weekend, ha un crollo a metà settimana, un calo dell'umore causato dalla sovrastimolazione dei recettori nel cervello. Più ne prendi, più il cervello è sovrastimolato, e più fragile diventa il tuo stato mentale. Il che conduce a stati in cui le persone analizzano troppo le situazioni, danno significato a cose che non esistono, si fanno prendere da sospetti superflui. Per evitare di pensarci, assumono ancora più droghe.

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Niall Campbell, un consulente psichiatra che lavora al Priory Hospital a Roehampton, Londra, si è visto passare davanti una lunga serie di persone mentalmente danneggiate dalla droga. A volte gli effetti sono temporanei, ma non meno spaventosi. Uno dei suoi pazienti, adolescente, dopo aver provato dei funghi allucinogeni era così terrorizzato dall'immagine ricorrente dell'"Urlo" di Edvard Munch che ogni volta che chiudeva gli occhi era afflitto da disturbo post traumatico da stress. Di conseguenza, aveva quasi dovuto posporre la laurea, ma dopo un po' le visioni sono scomparse. Inquietante è che, in altri casi, dice il Dottor Campbell, questi effetti possano "restare attivi" per sempre.

"Ho un ragazzo in cura da dodici anni. Andava a scuola con mio figlio, ed è stato un fumatore accanito fin da molto giovane. Me l'hanno mandato dopo che è stato cacciato da scuola perché i suoi voti erano bassissimi per via del fumo," dice. "Il problema è che, a suo vedere, chiunque—che si tratti di un conducente di trattori ucraino o di un boscimano del deserto del Kalahari—sapeva benissimo a cosa stesse pensando." Dodici anni fa il paziente ha smesso di fumare, ha cominciato ad assumere farmaci per attutire gli effetti, è andato all'università e ora lavora nell'azienda del padre. "Tutti gli operai che lavorano nella fabbrica cinese dove va per affari sanno cosa sta pensando. Non riesce ad avere una relazione con una donna perché lei sa cosa sta pensando. È bloccato in uno stato paranoico, lo sarà per sempre, e questo lo spaventa molto."

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In larga maggioranza, i consumatori di droghe, anche quando hanno un brutto trip, o risentono di effetti psichiatrici a breve termine, non soffrono di malattie mentali croniche. Tuttavia, la dipendenza—una forma di patologia mentale diagnosticata—può spesso aprire la strada a ulteriori problemi psichiatrici.

Liz Hughes è un'infermiera psichiatrica che scrive per il blog Mental Elf, ed è anche una docente di Salute Mentale all'Università di Huddersfield. Le ho chiesto quali sono i fattori che possono spingere oltre al confine che distingue un consumo regolare di droghe e un consumo che può condurre a disturbi mentali. "Prova a immaginare quello che io chiamo un secchio dello stress," dice lei, "che è di per sé quasi pieno, a causa di—poniamo—una sensibilità genetica alle droghe e l'essere stati vittime di bullismo a scuola. Se ci versi dentro della droga, il secchio straborda. Ma c'è chi comincia con un secchio vuoto, e deve consumare un sacco di droghe prima di ammalarsi."

Liz dice che se il consumo di droghe inizia ad avere effetti sulla propria operatività quotidiana, se non si è in grado di lavorare, mangiare, dormire, o socializzare, questo potrebbe essere il segno di un incipiente disturbo psicologico. "La malattia mentale è molto difficile da gestire, nei primi tempi," dice. "Una volta che prende piede, è difficile liberarsene. È meglio prevenirla."

È dagli anni Sessanta che sostanze psichedeliche come LSD, mescalina e psilocibina (l'ingrediente attivo nei funghi allucinogeni) vengono ricollegate ai collassi mentali. Eppure, uno studio pubblicato nella rivista scientifica Nature lo scorso marzo ha riscontrato che i consumatori delle suddette droghe non correvano un elevato rischio di sviluppare disturbi mentali come schizofrenia, psicosi, depressione, disturbi ansiosi e tentativi di suicidio.

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Gli stimolanti come la cocaina e il mefedrone, comunemente associati al divertimento e allo sballo, vengono ormai consumati nello stesso modo in cui venivano consumati il crack e l'eroina delle precedenti generazioni: come strumenti di evasione negativa, per scacciare sensazioni che non si vogliono provare.

Owen Bowden-Jones è a capo della Club Drug Clinic della zona centrale e nord-ovest di Londra. La Club Drug Clinic è un servizio per i consumatori di droghe da club e di nuove sostanze psicoattive (NSP). Anche il dottor Bowden-Jones visita persone che presentano alti livelli di depressione, ansia, stress post-traumatico e psicosi, tutte dovute al loro consumo di droga. Il problema che si sta aggravando, nella clinica, è costituito dal mefedrone.

"Nel caso del mefedrone, visito pazienti che presentano una psicosi temporanea: paranoia, manie di persecuzione, allucinazioni uditive. In clinica da noi, ormai, la psicosi da mefedrone è più comune della psicosi da crack. Se stimoli ripetutamente il sistema di gratificazione cerebrale con degli stimolanti come il mefedrone, tutti i trasmettitori di soddisfazione come la dopamina si esauriscono, e finisci con un'idea piatta e infima della vita. L'unico modo per evitare questa sensazione è prendere altro mefedrone, e con questo si rischia di infilarsi in un circolo vizioso."

C'è chi consuma droga per avere delle emozioni che non riesce a provare, c'è chi lo fa per allontanare certe emozioni che non vuole provare

Lo scorso novembre, il direttore dei servizi per la salute mentale di Camden, a Londra, ha detto che il consumo di NSP aveva causato un tale popolamento delle unità psichiatriche che alcuni dei pazienti erano stati spostati fino al Somerset per ottenere delle cure. Nel frattempo, i cannabinoidi di sintesi come Spice o Black Mamba stanno scatenando un putiferio tra i servizi di assistenza e riabilitazione, come anche nelle prigioni inglesi. In cella, i carcerati hanno cominciato a importare i sostituti della cannabis—più potenti della cannabis normale—perché i test antidroga non li rilevano.

"Spiceophrenia", uno studio sui cannabinoidi sintetici pubblicato su Human Psychopharmacology nel 2012, sosteneva la tesi seguente: "I cannabinoidi sintetici possono scatenare il principio di psicosi acute negli individui vulnerabili, e possono esacerbare gli episodi psicotici in chi abbia già precedenti psichiatrici."

Nonostante i rischi, le droghe hanno il potenziale per ampliare funzioni cognitive come la memoria e la concentrazione, e per curare malattie mentali come la depressione, il disturbo post-traumatico da stress, e l'ansia nei pazienti affetti da tumori. Negli anni Settanta, prima che l'MDMA venisse consumata come droga ricreativa, veniva usata da centinaia di psicologi statunitensi per agevolare la psicoterapia e la terapia verbale. Studi medici sugli effetti positivi dell'MDMA dimostrano che questa droga ha il potenziale per essere usata nei trattamenti per i disturbi d'ansia e da stress post-traumatico.

Alla fine, come i singoli vengono influenzati, a livello mentale, dal proprio consumo di droga, è una faccenda altamente individuale. Come dice il dottor Bowden-Jones, "C'è chi consuma droga per avere delle emozioni che non riesce a provare, c'è chi lo fa per allontanare certe emozioni che non vuole provare." C'è chi ricorre all'automedicazione, ma non è la più tranquilla delle strade: l'antidoto potrebbe trasformarsi in veleno.

In un certo senso, dipende tutto dalla tolleranza di un individuo nei confronti di una certa sostanza. Droghe diverse hanno un effetto diverso su persone diverse. Ma conta anche il motivo per cui si assumono droghe. "Chiederei a chi ne fa uso cosa spera di ottenere dalle droghe," dice Liz Hughes. "Se sperano di scappare da qualcosa, di nascondere sensazioni spiacevoli, si tratta già di un segnale di allarme. Perché, piuttosto che offrire un sollievo temporaneo, il consumo di droga può aggravare un problema più profondo."

@Narcomania
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