Il crollo culturale di Londra: che ne è stato dei locali più famosi della città

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Il crollo culturale di Londra: che ne è stato dei locali più famosi della città

La chiusura del Fabric è solo la punta dell'iceberg di una tendenza alla chiusura che sta compromettendo la vita culturale della capitale britannica.

Siamo arrivati al punto in cui la notizia di un altro pezzo di storia e cultura londinese che se ne va è sorprendente quanto sentire che la Lucarelli ha un'opinione scomoda su qualche argomento di cui nessuno le ha chiesto di parlare. L'ondata di gentrificazione che sta investendo Londra non colpisce soltanto i club, ma intere comunità, ad un ritmo così rapido da farti quasi dimenticare cosa ci fosse, un tempo, sotto a quelli che oggi appaiono come cantieri aperti o edifici di lusso.

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Siccome però a noi dispiace dimenticare, e ci dispiace ancora di più il senso di impotenza che questa rimozione comporta, abbiamo mandato il fotografo Chris Bethell in giro per Londra allo scopo di fargli registrare il cambiamento dei posti che un tempo erano significativi per la vita culturale della città e che oggi, be', sono solo palazzi.

THE SILVER BULLET (2010 - 2016)

Chi ci ha suonato: Don Letts, Laura Marling, DJ Derek. Tutti i nomi grossi.

Perché ha chiuso: Una storia molto triste. Una compagnia di ristorazione che possiede anche esercizi come 'Burger and Lobster' ha acquistato la licenza per poi chiedere al club di sborsare 300.000 sterline per ricomprarsela. Cosa che chiaramente non è avvenuta.

Cos'è ora: Un triste guscio vuoto. Presto però diventerà un triste guscio in cui potrete riempirvi la pancia di hamburger o aragoste, come succede già in altri 21 posti in giro per la città.

12 BAR CLUB (1994 - 2016)

Chi ci ha suonato: Adele, Regina Spektor, Joanna Newsom, The Libertines, Jeff Buckley (davvero) - prima dell'era di Grace.

Perché ha chiuso: Il bar club che dava su Denmark Street—ricordato come una mecca musicale per chiunque sia passato per Londra e abbia più di trent'anni—è stato uno di quei posti che sono andati in mezzo alla maxi-ristrutturazione che ha coinvolto Great Tottenham Court Road senza che nessuno l'avesse richiesta. È stato chiuso una prima volta nel gennaio del 2015, poi un gruppo di attivisti l'ha occupato e ha iniziato a organizzare concerti tesi a mantenere vivo lo spirito del rock'n'roll. I proprietari hanno tentato di sgomberarli, poi il club si è trasferito in una nuova location ad Islington per chiudere in via definitiva lo scorso febbraio.

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Cos'è ora: Parte di una grande impresa multimediale chiamata Outernet: un open space che dà sulla strada e contiene shop, cafe e un nuovo spazio per concerti che promettono rappresenterà "una nuova alba per brand engagement significativi". Ok, addio.

PEOPLE'S (1991 - 2015)

Chi ci ha suonato: Jamie xx, Jacques Greene, How To Dress Well, Oneman, George Fitzgerald, MSSNGNO, Koreless, Evian Christ, e così via.

Perché ha chiuso: I residenti si sono lamentati del rumore anche se il club è stato in possesso di una licenza 24 ore per più di trent'anni e, fino ad allora, non aveva mai avuto problemi di quel genere.

Cos'è ora: Una tomba per l'ultimo bastione della nightlife di quel quartiere, che riposa in pace a fianco a quello che oggi è un cafe con un nome tragicomico.

BUFFALO BAR (2000 - 2014)

Chi ci ha suonato: Hot Chip, The Brian Jonestown Massacre, The Long Blondes, Art Brut, Savages, Bloc Party, Mclusky… Avete capito.

Perché ha chiuso: Un giorno il personale del locale si è trovato una notifica di sfratto appiccicata alla porta dal nuovo proprietario del palazzo, la Stonegate Pub Company, che ha una serie di attività commerciali iperpacchiane.

Cos'è ora: Presto diventerà parte di queste catene di ristorazione in cui persone mezze benestanti potranno sfoggiare la loro simpatia in cene aziendali il cui picco culturale sarà una battuta sui preservativi gusto fragola della vending machine in bagno.

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TURNMILLS (1985 - 2008)

Chi ci ha suonato: Turnmills era il posto in cui era nata e cresciuta una delle clubnight gay più famose e influenti della città, chiamata "Trade", almeno fino a quando non li hanno sbattuti fuori.

Perché ha chiuso: Per diventare una palazzina di uffici.

Cos'è ora: Questa cazzo di palazzina tristissima che vedete qui sopra.

CABLE (2009 - 2013)

Chi ci ha suonato: Chiunque padroneggi l'antica tecnica del drop.

Perché ha chiuso: Dopo una battaglia di due anni con Network Rail—che pare avesse reclamato lo spazio per ampliare i lavori della stazione di London Bridge—dei tizi hanno fatto incursione con le tenaglie e tutto il resto e hanno preso possesso del luogo senza chiedere niente a nessuno.

Cos'è ora: Un tunnel pedonale.

THE LUMINAIRE (2005 - 2011)

Chi ci ha suonato: Jamie T, Bat For Lashes, Babyshambles e molte altre band.

Perché ha chiuso: "È stato un covo d'amore per molto tempo, ma a questo punto non ha più senso continuare." — management del locale, 2010.

Cos'è ora: Appartamenti sfarzosi che prendono nome dal locale che hanno rimpiazzato.

ASTORIA / MEAN FIDDLER & ASTORIA 2 (2000 - 2009)

Chi ci ha suonato: Vi risparmierò tempo e lo risparmierò anche a me stessa perché non ha senso fare un elenco delle band che sono passate di qua, quindi riassumendo: tutti. Chiunque vi venga in mente. Probabilmente anche i vostri genitori se sono passati da Londra hanno fatto una capatina qui a sentirsi un concerto.

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Perché ha chiuso: Per trasportare persone dell'Essex in città e persone della città tra Paddington e Canary Wharf così possono concludere i loro Importantissimi Affari più in fretta.

Cos'è ora: Un cantiere per altri snodi ferroviari.

MARQUEE CLUB (1958 - 1996, 2001 - 2003, 2007 - 2008)

Chi ci ha suonato: Negli anni Sessanta è stata la casa di band come Rolling Stones, Yardbirds, Led Zeppelin, The Who, King Crimson, Yes, Jethro Tull, The Jimi Hendrix Experience, Pink Floyd, Fleetwood Mac e The Manish Boys con David Bowie. Dopo di loro sono passati da quelle mura Status Quo, Police, Joy Division, Buzzcocks, Iron Maiden e, parecchie volte nei primi anni Ottanta, mio padre.

Perché ha chiuso: Venduto per rinnovamento.

Cos'è ora: Una pizzeria in puro stile New York, i cui gestori ne definiscono lo stile come "casual-chic" il che rispecchia il suo status di tipica pizzeria newyorchese. Ah, e altri palazzi.

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