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Musica

Di arcobaleni, vegliardi e patate - Sanremo 2017, Terza serata

La terza serata del festivàl è all'insegna delle cover, dei marmocchi e della lungaggine.

Gaetano ha un blog in cui parla di cose. Tra queste c'è la grande musica italiana, e la grande musica italiana trova a Sanremo la sua realizzazione più vera e terrificante. L'edizione 2017 ce la racconta lui, e questo è il terzo episodio. 

Arrivati alla terza serata del festivàl, io e la mia giuria popolare cominciamo ad accusare i primi segni di cedimento. Per cui decidiamo di affrontare la terza serata in compagnia di una bottiglia di vino e le nuove proposte scivolano un po' così, come il vino nei bicchieri, tant'è che a un certo punto vediamo sul palco dell'Ariston Johnny Depp, vestito da Nevruz con il cappello preso in prestito da Vinicio Capossela, che canta di ansia. E ridiamo molto.

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Entrano i padroni di casa assoluti della televisione italiana: c'è poco da dire, sono impeccabili e tutto fila senza intoppo alcuno. C'è da dire che nella terza serata si sono concessi qualche sprazzo di umanità e improvvisazione in più. In uno di questi slanci Maria ci ha confidato il vero motivo per cui non percepisce alcun compenso ufficiale per la co-conduzione della kermesse: qualcuno per portare quegli orribili gioielli ogni sera l'ha ricoperta d'oro. Letteralmente. Altrimenti non si spiega perché ieri sera avesse scelto di portare al collo il cuore dell'oceano di Rose in Titanic.

Ma non perdiamoci in chiacchiere, finalmente riparte la gara. Questa è la mia serata preferita, quella delle cover, in cui finalmente sentiremo delle belle canzoni. Esordisce il coro dell'Antoniano di Bologna, con un medley dei loro migliori successi, dal moscerino ai gatti che erano 44, risultando di gran lunga più intonati di Gigi D'Alessio e Giusy Ferreri.

CHIARA
La domanda che ci ponevamo durante la prima serata finalmente ha trovato risposta: Irene Fornaciari è viva e lotta insieme a noi. E addirittura porta Diamante, una canzone del padre. Con un vestitino vedo/non-vedo, fiera della sua ritrovata magrezza.

VOTO: deve fare solo cover, che le vengono bene!

ERMAL META
Canta Amara terra mia di Modugno, che ovviamente parla dell'Albania. Memorabile esibizione per il nostro Edward Mani di Forbice. Anche se quando partono gli affascinanti falsetti degni di un castrato del Seicento abbiamo paura gli parta anche un'embolia cerebrale.

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VOTO: talmente bravo che vincerà il premio cover (che non è un premio finto)

LODOVICA COMELLO
Non paga della pessima esibizione nella prima serata LodoComello porta Le Mille Bolle Blu di Mina. Ma dico io, ma sei pazza? Quella sabato calcherà quello stesso palco e tu ti metti a farle il verso così, vestita da Cappuccetto Rosso e pettinata da Dita Von Teese?

VOTO: Meno male che c'erano i ballerini.

AL BANO
Entra con qualche secondo di ritardo perché stava raccogliendo l'uva nel cortile interno dell'Ariston, dove in questi giorni ha innestato un vitigno da cui produce vino. A mani nude. Porta Pregherò e anche noi preghiamo che scelga di dedicarsi solo alla viticoltura.

VOTO: la mia giuria popolare fa partire un applauso sull'acuto finale.

SANREMO PER TE
Carlo e Maria ci catapultano sul palco un'arzilla novantenne, alta un metro scarso, con attaccatura dei capelli alla Margaret Thatcher e una dentiera ballerina. La signora ha il merito di aver fatto nascere 7000 e passa bambini (urla di giubilo dal pubblico). Non perché possedesse virtù particolari come la Madonna di Lourdes, ma solo perché faceva di professione l'ostetrica. Come se io venissi invitato per dire di aver usato nella mia vita oltre 10 milioni di parole per scrivere articoli.

In compenso, dopo il coro dell'Antoniano, la sotterranea campagna pro-natalità del Festivàl risulta molto più incisiva di qualsiasi Fertlity Day. In barba a Lorenzin e a Mussolini, solo guardando questa simpatica vecchietta, pare che oltre 200 donne siano rimaste incinte.

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MANNOIA
Fiorellona incanta me e la mia giuria popolare con una magistrale interpretazione di Sempre e per sempre. Intonata, intensa, mai calante. L'unica cosa di calante semmai è il suo seno, asserisce la giuria fashion. E io le do appuntamento fra trent'anni per vedere come saranno turgide le sue zizze.

VOTO: stima infinita perché spacca il bouquet per dare un fiore al pianista accompagnatore

BERNABEI
Io e la mia giuria popolare cadiamo dalle nuvole quando scopriamo che Un giorno credi non è né di Gigi D'Agostino né di Gabry Ponte, ma di Edoardo Bennato. Poi spunta timida la voce della giuria vintage che alza la mano dicendo "Io lo sapevo".

VOTO: riempiamo i bicchieri di vino.

PAOLA TURCI
Vestita come il giorno prima, ma sempre una bomba sexy. Tributa il giusto onore a Un'emozione da poco.

VOTO: rischia di essere una delle nostre preferite insieme a Ermal Meta (miracolo albanese)

MIKA (SANREMO TRONO GAY)
Non appena saputo dell'ennesimo gay ospite sul palco dell'Ariston, Adinolfi ha deciso di dover intervenire. Così cerca di sabotare l'esibizione del solare Mika, amato da uomini, donne, bambini e parenti tutti. Infatti al momento dell'ingresso la porta santa sanremese non si apre e Mika è costretto ad entrare da un lato qualunque. Non appena comincia a cantare, il sortilegio adinolfiano ha la meglio e succede il peggio:

Ma Mika si riprende alla grande e fa un emozionante discorso sulla bellezza dei colori e della diversità. La giuria popolare LGBT ringrazia.

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SANREMO TRONO OVER
Giusto per continuare a spingere sulla natalità ci mostrano una vegliarda in prima fila che inizia a cantare Quel mazzolin di fiori. Io paleso i miei dubbi sul fatto che, vista la lungaggine della serata, possa arrivare a fine puntata. La mia giuria di contro: "Ci vediamo fra 70 anni, ammesso che tu ci arrivi" (cit.).

Poi alla fine si capisce tutto: è Rose del Titanic incartapecorita e conservata sotto spirito.

GIGI D'ALESSIO
Qui cominciamo ad essere piuttosto stanchi e volano insulti pesanti, che non mi sento di ripetere.

FRANCESCO GABBANI
Ci siamo tutti un po' innamorati di questo ragazzotto, animatore di folle, che continua a prendere maglioni in saldo da Benetton.

VOTO: occidentali's karmaaaaaaaaaaa

MARCO MASINI
Ci porta Faletti e non la fa male, ma noi ci continuiamo a chiedere se questo faccia ancora concerti? Album? Cose?

MICHELE ZARRILLO
Sempre molto sanremese, e ormai avete capito.

ELODIE
Una bravissima interprete. Con Quando finisce un amore emoziona e si emoziona. A tal punto:

ANASTASIA BELMONDO E GENOVEFFA DELON
Nessuno tra noi esperti semi-addormentati ha capito il senso di queste due che non hanno alcun merito per essere lì se non avere cognomi d'arte. Ovviamente le loro canzoni preferite di Sanremo sono Volare e L'Italiano. E io che pensavo Povia.

SAMUEL
Ottimo.

SERGIO E SOUL SYSTEM
Con il loro funky risvegliano la platea addormentata, ben oltre la mezzanotte. Simpaticamente, ma nemmeno tanto, portano Vorrei la pelle nera.

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VOTO: Finalmente possiamo sfatare un falso mito: i neri non hanno il ritmo nel sangue! A un certo punto ognuno va per i cazzi suoi e Sergione affanna come se avesse fatto nove piani a piedi.

BRAVI
Bravo, ovviamente.

LUCA E PAOLO
Arrivano i due che di professione sostengono di fare i comici, per fortuna molto tardi. Ci tengono subito a precisare che dopo Ricky Martin, dopo Tiziano Ferro, dopo Mika, loro sono quelli diversi, affermando a gran voce "A noi piace la patata!". Non farò alcuna paternale bacchettona ma dico solo una cosa: immaginate per un attimo cosa sarebbe successo se Tiziano dopo aver cantato Tenco avesse detto "Io amo il pisello!", o se Ricky alla vista del cucchiaio di legno di Maria avesse detto "Mi piace il cetriolo!", o Mika al microfono biricchino avesse pronunciato "Adoro la banana!". Solo questo.

Poi buio. La mia giuria contabile dorme dalle 23 quindi stasera niente previsione. Anche noi ormai esausti chiudiamo gli occhi su LP/Ermal Meta. E ci pare di udire "Anche a me piace la patata!".

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