Dhamm, i capelloni più sfigati della musica italiana

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Musica

Dhamm, i capelloni più sfigati della musica italiana

Tra insuccessi, accuse di plagio, continui cambi di formazione e vicissitudini varie, questa band testimonia come sia dura essere dei duri in Italia.

America, seconda metà degli anni Ottanta. L'hard rock fa impazzire chiunque: il capello lungo è l'acconciatura per eccellenza, il leopardato non è soltanto l'outfit di qualche ragazza appostata sul ciglio di una strada e i pantaloni in pelle sono obbligatori anche se, aprendo la finestra, vieni carbonizzato dal sole cocente d'agosto. Sono gli anni dei Guns N' Roses, degli Skid Row, dei Mötley Crüe e della Los Angeles ruggente e selvaggia, della Sunset Boulevard che prende vita al calar del sole. Questo succedeva in America, per l'appunto. Nello stesso momento, in Italia, cantavamo a squarciagola sulle note di Toto Cutugno: "lasciatemi cantare / con la chitarra in mano/lasciatemi cantare /sono un italiano." Selvaggio, pungente, accattivante: un'istigazione al suicidio per chi, ad esempio, aspettava pazientemente un tour dei Guns N' Roses con tappa italiana o per chi aspettava speranzoso la comparsa di una band simile che rivoluzionasse il nostro panorama musicale. Niente, un'attesa infinita. Succede poi un giorno, circa una decade dopo questo quadretto nazionalpopolare, quando ormai in America l'ondata hard rock era ben che deceduta e tutti si erano tagliati i capelli, i pantaloni di pelle si erano ufficialmente sciolti al sole e i rocker della Sunset Boulevard erano diventati bravi padri di famiglia, che in Italia arrivi la svolta: compare un gruppo di capelloni veri, di chitarre, di vero rock come una volta. O forse no.  In Italia spuntano fuori i Dhamm, band che prende il nome dall'acronimo delle iniziali dei nomi dei componenti della band con l'aggiunta dell'H che rende tutto più misterioso e internazionale. O forse no, ancora una volta. Fatto sta che questi ragazzi, appena maggiorenni, si presentano come la controparte delle band metal americane con un sobrio ritardo (tipicamente italiano) di dieci anni e le melodie dello Zecchino d'Oro. Una perfetta immagine rock che si rivela essere molto pop.

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Facciamo un po' d'ordine: chi sono ufficialmente i Dhamm? Nel 1994 Alessio Ventura (voce), Dario Benedetti (chitarra), Massimo Conti (basso) e Mauro Munzi (batteria), quattro ragazzi originari di Roma, decidono di formare una band che su Wikipedia è definita addirittura hair metal e no, non è uno scherzo, in quanto compaiono anche: pop rock, soft rock, grunge, hard rock, rock. Sorvoliamo. Dopo la classica "gavetta" per locali romani i quattro, sempre nel 1994, sbarcano a Sanremo Giovani nella categoria gruppi esibendosi con quello che diverrà il loro singolo più famoso, "Irene", brano che peraltro li porterà alla vittoria.

"Irene non so dove sei/ma la paura non c'è più/Irene buco di memoria/Irene brutta vecchia storia" Enorme buco di memoria riguardo ai Dhamm, enorme brutta storia quella che stiamo per ripercorrere. Brutta un po' come il sospetto che il video di "Irene" sia molto ispirato a quello degli Skid Row. Ricordate "I Remember You?"

IRENE:

Alessio, novello Sebastian Bach, si strugge in un'ambientazione soffusa raccontando di Irene, ricordo sbiadito, per poi strimpellare insieme agli amichetti. Tutto molto rock struggente.

I Remember You

Sebastian, nei panni di se stesso, si strugge in un'ambientazione soffusa raccontando di un amore perduto, camminando per strada e bruciando foto. Nel mentre non perde l'occasione di suonacchiare con gli amichetti. Anche in questo caso tutto molto rock come nel video di "Irene," sebbene avvenisse circa 10 anni prima del video di "Irene". Una possibile spiegazione alle somiglianze dei due video potrebbe essere che questa Irene, dieci anni prima di divenire la protagonista della canzone dei Dhamm, abbia avuto qualche focosa avventura losangelina. Parlando dal punto di vista pratico, i nostri quattro amici romani si rivelarono molto fumo e poco arrosto per quanto riguardava il metal. Capelli fluenti alla Raperonzolo, movenze alla Axl Rose e… Testi italianissimi che portarono ad un'unica conclusione: tolti i frequenti scuotimenti di capelli, la nostra controparte italiana dei Guns N' Roses verrà sempre vista come una boyband per teen. Tornando all'edizione del 1994 di Sanremo Giovani, oltre ai nostri Dhamm trionfatori, troviamo nomi ancora attuali nel panorama musicale moderno tra i quali il mitico e forse ancora sobrio Gianluca Grignani (per gli amici Tavernello), con la canzone "La Mia Storia Tra Le Dita", Daniele Silvestri con "Voglia di gridare", Massimo di Cataldo con "Soli". Questi artisti e pochi altri passarono dunque le selezioni e andarono di diritto all'edizione del Festival di Sanremo del 1995, pronti per esibirsi nella categoria delle "Nuove Proposte". Qui i Dhamm si presentarono con la canzone "Ho bisogno di te", un brano che all'impatto sembra comunicarci un Axl Rose e che, invece, si rivela essere un Bon Jovi (ancora più) spompato.

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Oggettivamente la canzone è orrenda e così l'abbigliamento scelto per il live. Passi l'attitudine rock, ma Sanremo è Sanremo! (cit). Per grazia divina i nostri arrivarono in quinta posizione scavalcando la celeberrima "Destinazione Paradiso" di Grignani, sesta in classifica. Nessuno però riuscì a battere i Neri per Caso che quell'anno trionfavano tra le Nuove Proposte con la canzone "Le Ragazze" ("ci devi stare, è inutile sperare," cit). A questo punto, cavalcando la cresta dell'onda, i Dhamm pubblicano il loro primo album omonimo contenente anche la grande hit "Irene". Riescono a vendere ben 100.000 copie aggiudicandosi il disco di platino.  Sempre nel 1995 si esibiscono al Festivalbar con tre canzoni: "Suoneremo Ancora", "Controvento" e "Irene". È proprio qui che tocchiamo livelli epici grazie alla geniale idea dei costumisti… In "Suoneremo Ancora", Alessio Ventura si presenta sul palco così:

L'imitazione di Axl Rose è tanto palese quanto lo è il playback. Dagli abiti alle movenze, niente quadra. È da mettersi le mani nei capelloni. "Controvento", un altro grande esempio di playback: c'è un assolo in atto ma stringere le mani ai fan è più importante.

Infine "Irene":

Ovviamente i Dhamm non vinsero quell'edizione del Festivalbar, anche se per il coraggio nel presentarsi sul palco in cosplay un qualche riconoscimento l'avrebbero potuto meritare. In compenso il grande e immancabile protagonista in situazioni di degenero fu Gianluca Grignani. Anche lui fresco reduce sanremese si presentò con "Falco a Metà" ma, al posto di cantare, decise di passeggiare sul palco con un'andatura da Bronx e di buttarsi tra la folla rischiando lo stupro in diretta. Evidentemente per Gianluca, che è un vero rocker, l'idea di salire sul palco e fare finta di cantare era inaccettabile. Arriviamo ora all'annata 1996: i Dhamm ci riprovano e sono di nuovo a Sanremo. Propongono "Ama", una canzone così bella da farli eliminare durante la prima sera.

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L'edizione del 1996 di Sanremo la ricordiamo prevalentemente per  due motivi: prima di tutto  perché fu un'edizione segnata dallo sciopero dei parrucchieri. I Dhamm, Fiorello con una coda di cavallo tanto lunga quanto compressa per via della brillantina, il sempre sobrio Gianluca Grignani e Massimo di Cataldo. Una vera e propria edizione Metal. Il secondo è una selezione di artisti internazionali del calibro di Bruce Springsteen, Babylon Zoo, Blur, Cher, Thake That, Simply Red, Bon Jovi, Tina Turner, Céline Dion, Alanis Morissette, The Cranberries e molti altri. Una lineup di tutto rispetto, soprattutto se confrontata con la contemporanea. Tornando agli artisti italiani in gara, si classifica in una buona posizione Massimo di Cataldo ma niente di nuovo, le sue canzoni hanno sempre ottenuto buone classificazioni sin dalla sua prima apparizione a Sanremo Giovani. Presenta qui il brano "Se adesso te ne vai." Grande assente dell'edizione fu invece Grignani (bisogna nominarlo spesso), impegnato nell'incisione di La Fabbrica di Plastica, suo secondo album, con il quale decise di cambiare rotta per intraprenderne una ancora più ruock. L'eliminazione da Sanremo avrebbe dovuto destare sospetti nella mente dei nostri eroici Dhamm, appena arrivati e già ripudiati dallo stesso nido di talenti che li aveva formati. Invece, i quattro decidono di prendere in mano la situazione e incidere un nuovo album chiamato Tra Cielo e Terra. Nemmeno a dirlo, questo secondo album non vendette quanto sperato. Ci fu però una fortuita coincidenza: la title track, appunto "Tra Cielo e Terra" venne casualmente inserita nella colonna sonora dell'anime Street Fighter Victory, esattamente come sigla di testa. Per un breve frangente di tempo i Dhamm si fecero conoscere addirittura in Giappone.

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Ma non bastò per bilanciare i conti ed allora quale miglior modo di risollevarsi da questo flop… Se non con un altro flop? Con una sferzata d'aria fresca, i Dhamm cambiano formazione: Massimo Conti e Maurizio Munzi vengono sostituiti da Ernesto Osci e Bruno Valente e, cambiata anche l'etichetta discografica, si chiudono in studio e creano il loro terzo album, Disorient Express, cercando di rendere il proprio sound più rock, come aveva provato a fare Grignani.

Inutile. Anche questo terzo lavoro si rivela un flop di vendite, quasi fosse una maledizione. All'inizio del 1999 i Dhamm ci riprovano: cambiano di nuovo la formazione e Bruno Valente viene sostituito da Roberto Perrone. Non contenti, decidono di cambiare nome al gruppo e di rinascere come fenici con il nome di Sautiva e, nel 2000, pubblicano un nuovo album dal titolo omonimo. Giustificheranno poi questo cambio di nome come un tentativo di lasciarsi alle spalle la loro nomea di "boyband" e farsi prendere sul serio anche dalla critica musicale, la quale aveva ormai cucito addosso ai quattro ragazzi la fama di band per ragazzine. L'album pubblicato sotto il nuovo nome, infatti, è anche l'unico dove in copertina non figurano i volti dei componenti del gruppo.

Indovinate? Nemmeno questa svolta cambiò qualcosa. Per quanto il gruppo si dichiarerà sempre soddisfatto dell'LP sotto nuovo nome, ricordato come un punto di svolta e maturazione per tutti, il  disco ricevette un'accoglienza tiepida e, scoraggiati, i Dhamm/Sautiva nel 2002 decisero di sciogliersi. Ma come??!? Si erano pure tagliati i capelli…

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Ma ecco che i fan non si rassegnano allo scioglimento e, tra il 2005 e il 2007, organizzano tre "Dhamm Day". Senza la vitale necessità di indagare oltre riguardo questi tre eventi, arriviamo al momento in cui i Dhamm nel 2007 si riuniscono con la formazione ufficiale e pubblicano addirittura un nuovo singolo, "Un Attimo". All'ennesimo flop e cambio di line-up pleonastico inizieremmo anche ad augurarci un salutare scioglimento, che infatti puntuale nell'anno successivo.

Ora fate attenzione che arriva il bello. Nel 2011 viene infatti annunciata la inspiegabile, spossante, ennesima reunion della band, e fino a qui niente di inusuale. Succede però che per l'occasione il gruppo decida di chiamarsi "Dhamm Progressive", idea che voleva probabilmente alludere alla nuova direzione stilistica della band. Discutibile, ma non è questo che ci interessa. Il colpo di scena è che nessuno dei veri componenti dei Dhamm è compreso in questa formazione dei Dhamm Progressive, tanto che i veri Dhamm nemmeno sanno di essersi riuniti e nemmeno di partire per un tour, per l'esattezza "Electric Tour 013"

Fantastico, no? Il fattaccio viene portato alla luce dalle Iene che dedicano un servizio alla vicenda, permettendoci così di mettere piede nella casa di Psycho che dev'essere la mente del nostro geniale ladro d'identità. Siamo nel 2013 e Andrea Lybra, un probabile musicista con un evidente disturbo della personalità, dal nulla cerca di acquistare il marchio del gruppo (ovviamente, senza riuscirci). Contatta anche alcuni membri dei veri Dhamm proponendo reunion e collaborazioni ma riceve una badilata in faccia anche in questa occasione. Senza perdersi d'animo, decide quindi di improvvisarsi cantante dei Dhamm con tutta la convinzione del globo e riformare il gruppo assoldando musicisti totalmente a caso, spacciando poi la sua arrabattata formazione per l'originale dei Dhamm. Lybra e i Dhamm Progressive si credono talmente tanto da iniziare una effettivamente poco efficace azione di promozione contattando case discografiche, programmi radio, supplicando promoter per far in modo di trovare uno scantinato in cui esibirsi. Arriva addirittura ad usare le foto dei veri componenti dei Dhamm per le locandine dei suoi spettacoli ed ad annunciare fantascientifici featuring con artisti ovviamente mai visti. C'è da dire che le due incarnazioni qualcosa in comune hanno: il continuo cambio di formazione. Lybra si ritrovava infatti ciclicamente a dover cambiare formazione in quanto i musicisti assoldati, probabilmente all'inizio all'oscuro di ciò che stava realmente accadendo, scoprivano l'inganno e abbandonavano giustamente la nave. Forse è la prima azione meritoria di tutta la storia. Di seguito la divertente epopea di Andrea Lybra e i Dhamm alle Iene con la breve comparsa telefonica di Patty Pravo, riesumata dalla naftalina per l'occasione: Qui intanto trovate il famoso servizio delle Iene che denuncia la finta ospitata a RDS di Andrea Lybra e le giustificazioni dell'apparente manager dei Dhamm Progressive:

Vi state chiedendo se alla fine questa guerra dei bottoni sia giunta ad una conclusione? In tal caso sappiate che no, ancora non si è giunti ad una soluzione ufficiale. Chiudiamo dunque con il lieto fine da jackpot auditel: nel 2013 i Dhamm, quelli veri, mossi presumibilmente da un moto nostalgico o dalla necessità di affiancare un ulteriore appuntamento infrasettimanale al calcetto del martedì, decidono di riunirsi per l'ennesima volta e con la primissima formazione, quella tanto amata dalle donzelle italiane nel '94 e un po' di meno dai parrucchieri sanremesi. Il 23 settembre del 2013 i nostri calcano di nuovo i palchi italiani e pubblicano  un nuovo singolo dal titolo "La gente Giudica" che prelude al nuovo album Considerata L'Ora. Titolo da riempire a piacere in base all'umore. Incredibile ma vero la band non si è (ancora) sciolta di nuovo ed attualmente attiva: i Dhamm calcano senza timore i palchi d'Italia e rilasciano singoli come il recente "Il Rimedio", per altro acquistabile su Itunes a 0.99 centesimi in caso qualcuno voglia scoprire il sound degli attuali Dhamm o semplicemente tornare con la mente al 1994 e gasarsi di nuovo nel vedere chilometri e chilometri di capelli lunghi fra i fiori dell'Ariston.

Un saluto ai Dhamm, ai Dhamm Progressive ed anche a Gianluca Grignani, l'unico capellone italiano degno di questo nome. Grigno sei sempre presente nei nostri cuori. Simone è un capellone appassionato di metal e videogiochi. Non ha Twitter, in compenso ha i suoi capelli.  Segui Noisey su Facebook e Twitter.