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Musica

Recensione: The Darkness - Pinewood Smile

Che cosa è rimasto del gruppo hard rock che aveva dominato le classifiche dieci anni fa? Spoiler: solo le tutine e le pose grottesche.

Va da sé che lo stesso hard rock che negli anni '80 si poteva permettere, con tutti i suoi lustrini e capelli cotonati, di riempire gli stadi di fan urlanti e di finire regolarmente su MTV, oggi viene ad andar bene salutato con indifferenza, quegli stesse fan urlanti diventati dei compassati cinquantenni un po' imbarazzati, gli uomini al ricordo di tutte le paillettes che hanno indossato, le donne al pensiero di tutte le volte che hanno fatto vedere le tette a David Coverdale.

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Qualche impenitente tuttavia c'è, quindi se nel 2008 hanno il coraggio di debuttare gli Steel Panther, perché i Darkness dovrebbero appendere la giacchetta cangiante al chiodo? Facile: perché gli Hawkins e compagni hanno detto tutto quello che dovevano dire in un disco solo, il primo, e ormai sono passati quasi quindici anni. Ricevuto il permesso di atterrare nel lontano 2003, è stata una continua discesa—droghe, alcol, abusi di vario genere e tipo, scioglimento, reunion, questo e quello, ma il problema di fondo è sempre stato uno e uno soltanto: l'ispirazione. Perché poi i Darkness non hanno nemmeno avuto il coraggio di diventare completamente caciaroni, e il massimo che si spingono a fare è cantare di cacare oro in un video 100% normcore in cui la maggiore oscenità è la solita tutina di Justin, o a cantare "sensual deprivation, human right violation" su un riffino circolare prima di un assolo generico e del solito bridge in falsetto generico nell'economia di un brano altrettanto generico. Non è che stiamo parlando di sacrifici di vergini per invocare il Bafometto.

I casi sono due: o riesci a scrivere musica che, per quanto di genere, retorica e a tratti autoreferenziale, sia presentabile anche oggi, oppure ti inventi una tua cifra stilistica che sopperisca alla mediocrità del tuo songwriting. Se invece non riesci nemmeno più a scrivere canzoni semplici, ma che funzionino, accanna, non diventare la caricatura di te stesso urlando "Buccaneers" pensando che faccia ridere qualcuno, perché diventi grottesco, vero, ma non strappi un sorriso manco per sbaglio. Nel 2017 i Darkness sono questo: grotteschi, ma non simpatici. Brutti, ma non divertenti. Persino il ridicolo machismo ottantiano qui è fuori tempo massimo, e i quattro non riescono a trovare alcun senso di esistere, perché non hanno più niente da dire da tanti, troppi anni. Scommetto che è anche un sacco di tempo che non si vede un paio di tette sotto il palco.

Pinewood Smile è uscito il 6 ottobre per Cooking Vinyl.

Ascolta Pinewood Smile:

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