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Musica

Recensione: Total Control - Laughing At The System

I Total Control ci prendono in giro, ma è per il nostro bene.
Giacomo Stefanini
Milan, IT

Siamo tutti consapevoli, no, che i Total Control sono uno dei gruppi più assurdi del mondo? Capaci di mettere insieme synth pop, hardcore e post punk in una pasta irresistibile ricoperta da una golosa glassa di ironia, anzi, puro umorismo, i cinque australiani hanno fatto impazzire mezzo mondo con la loro semplice formula (dischi della madonna - artwork inguardabili - concerti rarissimi). Ora, a tre anni e fischia di distanza dal loro sensazionale LP Typical System li vediamo tornare con un EP, da loro descritto come "estensione" dell'ultimo album, intitolato Laughing At The System. È uscito per l'etichetta londinese Alter, il che per un fanboy come me significa la speranza di vederli dal vivo in Europa prima o poi.

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Laughing At The System è stato descritto dal cantante della band, Daniel Stewart aka DX (che, tra parentesi, è una delle penne più geniali del panorama fanzinaro mondiale; mettete le mani su un numero a caso della sua Distort) come un disco particolarmente "scemo", e senza dubbio questa attitudine ironica e giocosa traspare non solo dal fatto che praticamente ogni canzone contiene riferimenti al riso o allo scherzo in un punto o nell'altro. Gli stessi suoni sembrano usati in modo esagerato e ridicolo, come se la band volesse bullizzare l'ascoltatore con la sua stessa capacità di affascinarlo. Questo fatto (e, occhio, ognuno di noi reagirà a suo modo) ha l'effetto di repellermi un pochino, almeno ai primi ascolti.

Ma è solo una questione di tempo. Mentre Typical System lanciava granate a ripetizione, Laughing At The System è una bestia diversa: possiamo parlare di un EP più subdolo, molto più basato sull'atmosfera elettronica e sulla narrazione che sulla sensazione, sull'attacco rock. Si parte subito con la title track, che avrebbe potuto tranquillamente essere uno stompone da pogo selvaggio se non l'avessero riempito di campanelli a caso e non avessero rallentato il tempo fino a raggiungere un effetto straniante, con la voce che sillaba sul beat come se ti stesse sgridando. Il perché lo scopriremo alla fine. "Vote Cops" ha tanto a che fare con la poesia militante dei Crass quanto con le atmosfere elettroniche stranianti di Brian Eno o certo Gary Numan. In "Her Majesty, Budgie" l'intreccio di arpeggiator, trilli di synth, ingenue note di chitarra, effetti tagliati con l'accetta e una cantilena vocale dal testo all'apparenza nonsense dipingono un ritratto che non saprai mai se chiamare suggestivo o grottesco. "Luxury Vacuum" si avvicina al capolavoro: anche qua la chitarra acustica smussa il beat elettronico trasformando tutto in una specie di mutazione 2017 del primo Bowie, con il fantastico stratagemma del cantato che fa "Ha ha ha" a far alzare sempre un sopracciglio all'ascoltatore, come a dire: "ma mi stai prendendo per il culo?". Non importa, è geniale, divertiti.

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Sul finale il scintillante intermezzo strumentale di "Cathie and Marg" precede la ripresa della traccia di apertura, la stessa "Laughing At The System", in cui vediamo finalmente tornare i vecchi Total Control più classicamente punk che spaccano tutto con un pezzo pieno di spigoli in grado di farti slogare ogni articolazione anche solo tentando di ascoltarlo. Un finale perfetto perché, per quanto ci esalti, ci fa capire che questo stile non ci è mancato nel breve ma intensissimo viaggio di questo EP. In faccia alla macchina del mondo che sbuffa e ruggisce e cigola per non produrre niente, tanto vale prendersi venti minuti per farsi una bella risata.

Laughing At The System è uscito l'8 dicembre per Alter.

Ascolta Laughing At The System su Bandcamp:

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