Communion, il suono collettivo del folklore psichedelico

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Musica

Communion, il suono collettivo del folklore psichedelico

Dopo tre anni di attività, il collettivo milanese diventa anche una label. È in arrivo la prima compilation: "Interdimensional Folklore Vol. I" — ne abbiamo parlato con i responsabili.

Il collettivo Communion è ormai da qualche anno una delle anime del tavolo suono di Macao​​, a Milano, e responsabile di molte serate memorabili sia tra le mura di viale Molise che altrove (è in lavorazione la seconda edizione di S/V/N/ Mash, per cui Communion parteciperà all'organizzazione).

La sopresa è che ora pubblicano il primo capitolo della loro storia come etichetta discografica: una gran bella compilation in LP dal significativo titolo Interdimensional Folklore Vol. I, che vede protagonisti una serie di nomi che nel corso degli anni hanno suonato alle serate organizzate dai ragazzi.

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Abbiamo parlato di questa novità, e in generale del loro progetto, con uno dei suoi fondatori.

Noisey: Come nasce Communion e quanti siete? Sono stato a mille vostre serate, ma alla fine non mi è mai stato chiaro, sarà anche che comunque a Macao c'è una sorta di virtuosa "collaborazione aperta" un po' con tutto il tavolo suono.
Communion: L'idea di Communion nasce verso la fine del 2013, a Milano. Attualmente il collettivo è costituito da circa sette persone. Il collettivo è aperto sia dal punto di vista dei membri interni che rispetto alle collaborazioni con altri gruppi o collettivi. Dal punto di vista dei membri interni possiamo dire che fino ad oggi non si sono verificati troppi cambiamenti rilevanti, qualche membro è andato defilandosi perché impegnato in altri progetti o perché momentaneamente residente all'estero, e altri sono entrati a far parte del gruppo strada facendo. Ci conosciamo comunque tutti da molto tempo e alcuni di noi in passato hanno condiviso il palco suonando in varie band: principalmente musica psichedelica, garage e punk.

I già vari interessi di ciascuno col tempo si sono espansi e approfonditi, soprattutto anche verso il mondo della musica elettronica e sperimentale. Originariamente l'intento era quello di formare un collettivo per organizzare happening prevalentemente musicali all'interno degli spazi di Macao. Per quanto riguarda le collaborazioni con altri progetti possiamo dire che sono state sempre una nostra caratteristica peculiare. Fin dal secondo evento a Macao ci siamo uniti infatti al collettivo di Hencote col quale collaboriamo costantemente tutt'ora (anche al di fuori di Macao con la serie di club night itineranti U.V.) e dal terzo con Haunter Records, di cui alcuni di noi erano amici già da un po' di tempo, dando vita a Saturnalia.

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Fin da subito abbiamo cercato di curare, oltre a quello musicale, l'aspetto scenico e visivo (aiutati sicuramente dalla già meravigliosa architettura del luogo) grazie all'ausilio di proiezioni e luci. Cerchiamo sempre di creare un'esperienza completa, che possa stimolare, coinvolgere e sfidare chi ne prende parte, sottoponendolo a una sorta di trattamento straniante.

HDADD by URSSS

Qual è la filosofia che sta dietro a Communion? Anche il suo forte legame con uno spazio occupato immagino che non sia una cosa che semplicemente accade.
Ciò che ha dato il La al progetto è stata una necessità: il bisogno di svincolarci dalle logiche di fruizione della musica legate al consumo passivo e alla autoreferenzialità delle nicchie connesse a generi specifici. Questo ci ha spinto a indagare le possibilità di creare appunto una nuova "comunione". La musica dovrebbe essere una forma di espressione libera e, nei limiti del possibile, liberamente accessibile—cosa non troppo comune nella Milano degli ingressi a 20 euro per il club pronto all'uso e al consumo. Con il tentativo di un coinvolgimento orizzontale nell'ambito dell'organizzazione e nella politica dei costi di ingresso (ingressi a offerta libera o comunque prezzi popolari) abbiamo tentato di creare un'alternativa.

Fino a qualche tempo fa la divisione apparentemente insanabile tra "musica da concerto" e "musica da club" (intesa come musica elettronica da ballo) e tra i relativi tipi di pubblico e fruizione era decisamente più accentuata di adesso. Ci è sembrato interessante cercare di unire questi due mondi sotto il comune denominatore della sperimentazione sociale e artistica. Una situazione, a quanto ne so, non comune all'interno del contesto milanese di allora.

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La natura ambigua e multiforme di Macao, sia da un punto di vista spaziale che umano, ha favorito questo proposito. Dentro quegli spazi che ci piace definire "liberati" il clima è stato percepito fin da subito come chiaramente diverso da quello di un normale club, ma al contempo l'aspetto politico dell'occupazione non è vissuto in modo eccessivamente chiuso ed espresso secondo il linguaggio trito dei classici "centri sociali". Esistevano comunque già in quel tempo alcune situazioni che cercavano di avviare un discorso di affrancamento dalle categorie sopracitate. Ad esempio Zaund, soprattutto nell'ambito della musica di ricerca, e a Milano in generale organizzazioni come Neoma (che ha poi comunque preso parte al progetto del tavolo suono per i suoi primi due anni) e S/V/N/.

Il video per "Ghost" di Valerio Cosi, presente nella compilation. Come è successo che si è deciso di fare di Communion anche un'etichetta discografica? Ci vuole un bel coraggio. È anche meritorio però scegliere di investire così alcuni introiti delle serate.
Fin da subito ci siamo chiesti quali altre direzioni avrebbe potuto prendere il progetto, grazie a quella parte dei fondi comuni ricavati dagli eventi e non destinata a progetti direttamente legati allo spazio di Macao (in particolare, ad esempio, la realizzazione di uno studio di registrazione avviata con il Tavolo Suono). Si sono vagliate varie ipotesi e più o meno verso la fine del 2014 ci siamo ripromessi di realizzare una raccolta in doppio vinile come riassunto dell'attività svolta durante il primo anno di vita, che restasse però un unicum. I lunghi tempi di lavorazione e i costi alti ci hanno però portato a ridimensionare l'idea di partenza e al contempo a valutare l'opportunità di rendere il progetto più ampio e a lungo termine, in grado di seguire i mutamenti della nostra attività e dell'ambiente circostante. Nel frattempo anche le connessioni e i rapporti con le altre realtà della penisola sono aumentati e si sono approfonditi, insieme all'attività all'interno di Macao—così come andava chiarendosi, in primis a noi stessi, un certo tipo di attitudine e ricerca che potenzialmente era in grado di unire realtà diverse tra loro per posizione geografica e background. Il desiderio di consolidare questa rete di rapporti e di darle un'eco più ampia penso che sia stato uno dei motivi più importanti a spingerci in quella direzione.

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E la scelta della compilation? Tutte band con cui vi eravate trovati bene? O c'è dell'altro?
La forma della compilation è significativa perché in un certo senso riflette il nostro intento di creare una comunità o, se vuoi, una comunione tra persone lontane ma che hanno qualcosa di importante da condividere. Quando ci siamo trovati a scegliere quel formato (di fatto quasi un anno e mezzo fa) cercavamo una sorta di manifesto. Come dicevo, è venuta prima l'idea della compilation e poi il progetto dell'etichetta. Gli artisti coinvolti sono alcuni di quelli che hanno preso parte alle nostre prime rassegne e che condividevano a nostro avviso un certo modo di intendere la produzione e la diffusione di musica al di fuori del mercato e delle dinamiche di fruizione consuete. Tutti sono infatti impegnati a loro volta in altri progetti che condividono quest'attitudine, ad esempio i Babau e HDADD, rispettivamente impegnati con le proprie etichette ArteTetra e Queenspectra.

Ovviamente poi c'era anche una questione di disponibilità sia da parte loro che da parte nostra, alcuni erano magari già molto impegnati in altri lavori e, da parte nostra, era necessario rispettare determinate esigenze di spazio legate ai limiti del supporto fisico in vinile. Nella raccolta ci sono sette brani, ma originariamente dovevano essere quasi il doppio, da qui l'idea di rendere il tutto una serie di cui questo sarebbe il volume inaugurale.

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SAMIR NASA by URSSS

Ci presenti un po' i gruppi presenti in questa compilation? Per esempio due dei pezzi che mi sono piaciuti di più sono a firma di nomi che non conoscevo (HDADD e Samir Nasa), a fianco di conferme come Cris X, Rainbow Island e Valerio Cosi.
Possiamo dire che il suono della compilation è molto vario: si va da esplorazioni free deviate e rumorose a una rivisitazione in chiave psichedelica di un brano tradizionale thailandese, passando per accelerazioni cibernetiche jungle-idm fino ad arrivare a sonorità più rarefatte e meditative. Una certa comune inclinazione straniante e psichedelica fa da sfondo a sonorità apparentemente molto distanti tra loro.

Tutti gli artisti sono passati almeno una volta a suonare a Macao.

Andrea Monetti è di Bologna, ha partecipato a diversi progetti di musica psichedelica con base improvvisativa e in passato ha accompagnato gli Embryo in tour come flautista. Nella stessa città vivono anche i Babau, che però hanno origini marchigiane: sono parte di svariati altri progetti molto validi (Tetuan, Garage Olimpo!) e producono exotica aliena con la label ArteTetra. Con loro abbiamo stretto un forte rapporto di amicizia e stiamo avviando una collaborazione per una serie di eventi che si terranno a Bologna tra novembre e dicembre.

RAINBOW ISLAND by URSSS

I Rainbow Island sono di Roma come Cristiano Luciani: dei primi è l'escursione paranoica e sinistra nell'universo iperdigitalizzato dell'Aggrocene; Cris invece, figura nota nell'ambito della sperimentazione più estrema e rumorosa, ha collaborato in passato con figure come Maurizio Bianchi e Merzbow, e con Luca Miti proprio per la produzione del brano che chiude l'album, composizione ispirata al viaggio dell'anima descritto nel libro Tibetano dei Morti.

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Gli unici artisti di Milano sono Samir Nasa e HDADD: i primi sono stati per un certo periodo anche parte attiva nel tavolo suono, e il loro brano è stato prodotto interamente negli spazi di Macao; HDADD, mente dietro Queenspectra (una delle label più particolari a mio avviso nel panorama italiano), ha anche curato le grafiche del disco.

Dietro a questa raccolta c'è anche un'idea generale di musica (e non solo), a giudicare dal titolo e dalla citazione di Alan Lomax ripresa nella grafica, che tratta del concetto di folklore. Spiegaci meglio.
Il titolo vuole richiamare quello che sembra essere un risvolto paradossale del nostro mondo: il folklore è solitamente legato in modo originario a uno specifico gruppo di appartenenza ed è ciò che lo distingue dagli altri gruppi. Nell'età contemporanea, l'interconnessione globale ha fatto sì che si andasse a perdere l'originarietà del legame tra queste forme e i loro luoghi e popoli di appartenenza, in un senso culturale ampio. Quel tipo di connessione con un certo mondo simbolico, in grado di dare un qualche senso all'esistenza, non è però necessariamente persa: può essere ritrovata su un livello più alto e al contempo essenziale, più di ogni "folklore" singolo e determinato. L'allontanamento dell'uomo dalla sua condizione originaria si è spinto talmente tanto in là da ricreare condizioni di caos e delirio simili proprio al momento dell'origine in alcuni miti cosmogonici, una condizione in cui passato e futuro remoto si toccano.

L'esperienza psichedelica (e la sua applicazione al momento della creazione artistica), intesa in senso lato, può essere in grado di riscoprire e dare una possibilità di manifestazione a questo mondo di forme indefinite e mutevoli. Ciò che chiamiamo "folklore interdimensionale" non è altro che il tentativo di qualche folle esploratore di avventurarsi in questo universo riportandone alla luce delle tracce. La citazione di Lomax ci sembrava descrivere in modo sintetico e preciso il sentimento a cui tutto ciò può condurre: un sentimento di fratellanza e riscoperta dell'Altro.

Cosa ci possiamo aspettare in futuro dall'etichetta? Avete già cose in programma? Pensate di fare poche uscite o avete un calendario già bello pieno?
Per ora non stiamo facendo programmi troppo a lungo termine o almeno non abbiamo nulla di troppo definito, anche se ci sono molte idee e proposte interessanti. Per il futuro immediato abbiamo già pronta un'altra uscita a cui stiamo lavorando da qualche mese e che sarà fuori a novembre. L'artista con cui abbiamo collaborato è Davide Bartolomei e per questa occasione abbiamo optato per il formato in cassetta. Si tratta di una suite di quaranta minuti divisa in due parti dal titolo "Panthalassa". La pubblicazione coinciderà con la quarta Meditazione Elettronica (mercoledì 23 novembre a Macao), in cui ospiteremo il live di Davide che aprirà quello di Sun Araw: un'ottima occasione per festeggiare.

Potete acquistare Interdimensional Folklore Vol. I dal Bandcamp di Communion. Segui Federico su Twitter: @justthatsome