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Musica

CALI / Aleaka - La Malattia

Abbiamo fatto due chiacchiere con Cali, promessa per il nuovo anno di Unlimited Struggle, mentre leggete potete ascoltare in streaming il suo nuovo lavoro, che esce oggi in free download.
Mattia Costioli
Milan, IT

Mercoledì vi abbiamo presentato in esclusiva il primo video estratto da La Malattia, l'ultima fatica di Cali, realizzato su basi fortemente elettroniche ad opera del produttore torinese AleAka. Il disco è fuori da oggi in free download sul sito di Unlimited Struggle e contiene tutti i buoni propositi per il nuovo anno del rapper trevigiano. Una versione estesa con tutte le 12 strumentali è disponibile su iTunes, mentre la copia fisica uscirà nel prossimo futuro, in un pack che conterrà anche una maglietta.

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Da lunedì a oggi qui a Noisey ci siamo fatti letteralmente una flebo coi beat più forti della scena e i video più freschi, per concludere degnamente la settimana (e perché sappiamo che siete pigri) vi offriamo La Malattia in streaming, e mentre ascoltate il disco potete leggere l'intervista.

Noisey: La sensazione è che l'ultimo periodo, artisticamente parlando, non sia stato facile, cosa ti era venuto a mancare?
Cali: Ho avuto un periodo di due anni buoni in cui avevo proprio perso il gusto di fare questa cosa. Vedevo che non mi tornava nulla, si era creata una routine che aveva reso tutto molto piatto.

Forse ti mancavano un po' gli stimoli.
Io ho cominciato quando ormai non ero più giovanissimo, mi sono avvicinato al mondo dell'hip-hop perché era una realtà che mi metteva il fuoco addosso ed era una cosa che mi divertivo a fare. Dopo un po' di anni mi sono accorto di aver perso il gusto nel suonare dal vivo, si erano incastrate una serie di cose, anche situazioni personali, e non riuscivo più a trovare un buon motivo per farlo. Poi ci sono stati dei nuovi incontri e persone stimolanti che mi hanno fatto tornare l'interesse, ho scoperto dei nuovi musicisti, come Schoolboy Q e Kendrick Lamar. Diciamo che ho ritrovato le mie ragioni per fare questa cosa.

Magari è una cosa attraverso cui bisogna passare quando la musica diventa un impegno quasi a tempo pieno.
Succede quando diventa tutto automatico e non c'è più il gusto di fare rap che hai quando sei ragazzino, quando perdi quella fotta innocente che hai all'inizio.

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Immagino che l'incontro con AleAka sia stato importante, in quest'ottica.
Io e Ale siamo in contatto da molto tempo, però abbiamo sempre avuto un rapporto via web, lui vive a Torino e io a Treviso. A volte è capitato di beccarci di persona, ma non siamo mai stati in confidenza. Poi un giorno è successo che mi ha contattato e io ero praticamente fermo, musicalmente parlando, non stavo lavorando a nulla. Mi ha passato alcuni beat, tra cui c'era anche quello di "Tentativi," e mi sono accorto che erano in linea con i suoni che cercavo e ascoltavo in quel periodo, roba lenta a 60 bpm. Cazzo, li ho ascoltati e ci sono rimasto male, mi è venuto proprio naturale di scriverci qualcosa sopra e alla fine ho visto che il riscontro dalle persone era positivo.

Per lavorare vi siete incontrati o è rimasta una collaborazione via etere?
Alcuni dei suoi beat sono già editi, ha fatto una serie di strumentali in cui io sono andato a pescare le cose che più mi piacevano e mi prendevano bene. Diciamo che tutta la parte di scrittura del disco è stato un lavoro in cui ognuno ha fatto la sua parte, poi quando c'è stato da registrare lui è sceso a Padova e siamo andati in studio per fare un po' di situazione.

Quindi i suoi suoni erano roba che già ti piaceva, voglio dire, non l'hai cercato per commissionargli un'idea che avevi in testa a priori. Lui già faceva quello che cercavi.
È un percorso che io ho cominciato già quattro o cinque anni fa in un disco che ho fatto con Mistaman e un duo di produttori di musica elettronica, diversa da quella che fa AleAka, però è sintomo che già cercavo certe sonorità. In fondo c'è stata anche una parte di casualità, di destino, perché lui molte cose le aveva già fatte. È stata una bella coincidenza, alcuni dei suoi beat sembravano tagliati su misura per me. Adesso sto facendo una paraculata ma penso sia davvero super talentuoso.

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Alla fine se lavorate insieme significa che c'è stima. Come stai vivendo questo momento pieno di lavoro?
A me piace la parte di scrittura del testo, non comincio mai con l'idea di avere il signolo da far uscire o da registrare, è tutto molto spontaneo.

I tuoi testi risultano piuttosto complessi.
Stranamente, perché in realtà se mi metto a scrivere senza un beat non è che abbia questa super attitudine. Non sono uno scrittore, è una cosa così, strana, fatta di istinto. Escono complicate senza che io mi impegni a renderle tali. Credo sia un po' lo specchio del mio modo di pensare, le tracce escono super complicate perché devono passare attraverso tutti i miei pensieri e paranoie prima di uscire, io sono così.

Che è un po' l'idea anche dietro la copertina.
Sì, secondo me rispecchia perfettamente quello che è il disco: il cervello che va in fumo, in nuvole.

Tu come stai vivendo questo momento così importante per la crew?
È una domanda difficile perché come ti dicevo prima io sono stato un po’ fuori dal giro negli ultimi anni. Però sono convinto che fosse ora che tornasse qualcosa anche a livello di immagine e di etichetta. Credo sia la realtà più vera nel panorama hip-hop, o almeno è quella con cui io mi rispecchio di più.

Nel futuro ci saranno altre collaborazioni con AleAka?
Adesso ho un po’ di progetti in evoluzione che non posso svelare, però spero proprio di sì: che nasca un’altra cosa spontanea come La Malattia. Non sono oggettivo nel dirlo, ma credo che leghiamo bene a livello musicale, c’è armonia quando io metto la voce e lui suona. Comunque il mio prossimo disco sarà completamente diverso da questo, poco ma sicuro. Il resto è tutto top secret.

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La versione estesa cosa conterrà in più rispetto al free download?
La versione disponibile su iTunes conterrà tutte le strumentali, che sembra un feticismo però se ti piace la musica elettronica levarsi dal cazzo la mia voce non è male, è un bel vantaggio, se ci pensi. Invece la copia fisica uscirà insieme con una maglietta, un incentivo per chi si è già ascoltato il disco in free download e può averlo materiale.

Prima hai citato Kendrick e Schoolboy Q, ci sono altri artisti che avete considerato come modelli?
Quelli sono i miei, AleAka è orientato anche su sonorità un po’ più zarre: Rick Ross, Future, ha dei gusti diversi dai miei che però si collegano bene. Io davvero ho ritrovato grandi stimoli per la mia ricerca personale in Schoolboy Q, Kendrick Lamar… Anche qualcosa di A$AP. Il mio cerchio si chiude qua, a livello di rap. Tra gli italiani invece tra quelli che stimolano a migliorare c’è Johnny Marsiglia, con cui secondo me ci si dovrà confrontare da ora in avanti.

Cosa ti aspetti da La Malattia?
Spero che piaccia, che non vengo giudicato soltanto come una novità, che si capisca che dietro c’è un lavoro di cuore, poi l’ascoltatore comunque si fa la sua idea. Anche se tu ci hai messo 100 e lui ci vede soltanto 1, non puoi farci niente. Io però spero che venga compreso.

Tu quale chiave di lettura suggerisci?
Bisogna ascoltare senza pregiudizi e senza pensare di avere dei riferimenti o di aver già sentito qualcosa del genere. Penso che sia anche il mio punto di forza, quello per cui vengo seguito, che la metto giù in maniera particolare. Se ti avvicini cercando delle similitudini e dei riferimenti con altro, secondo me stai sbagliando approccio. Si deve prendere questo disco come un bel progetto e basta, senza per forza pensare “ah, ma non è rap” oppure “questa non è musica elettronica.”

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