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reportage

Sono stato in una comune hippy-futuristica nel deserto

A circa un’ora da Phoenix, in Arizona, si trova la città di Arcosanti, i cui cittadini adorano l'ecologia e, sembra, le lucertole.

A circa un’ora da Phoenix, in Arizona, si trova la città di Arcosanti. Secondo il cartello, Arcosanti è un “laboratorio urbano”, che suona come un programma della chiesa di quartiere per fregare i bambini dei bassifondi e traghettarli alla cristianità, quindi non sono sicuro del perché l’abbiano chiamata così. In realtà si tratta di una comune hippy parzialmente completa e retro-futuristica. Sono andato a farci un giro.

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È difficile capire molto della comune in un giorno, quindi il Laboratorio, opportunamente, affitta delle stanze. E dato che la più costosa vale 100 dollari, ho deciso di regalarmela. Non mi aspettavo chissà cosa, ma ecco cosa ho visto quando sono arrivato. Niente male.

Era piuttosto tardi, ma la receptionist mi ha detto che era “Piemas”, quindi sono sceso nella zona comune prima di andare a letto.

Ho scoperto che Piemas è la ricorrenza annuale che si sono inventati ad Arcosanti senza avere niente in particolare da celebrarci. Tutti passano la giornata a cucinare torte insieme, poi si siedono alla stessa tavola di sera e le mangiano. Suona come quello che Zooey Deschanel farebbe per tirare su il morale a un coinquilino depresso in una schifida serie tv in cui interpreta una ragazza che deve tirare su il morale del suo coinquilino depresso. Ma comunque, ho mangiato torta gratis. Quindi chi se ne frega.

Non ho proprio incontrato i residenti, dato che Piemas è finito mentre arrivavo—tutti stavano andando a letto. Anche se a una prima occhiata la folla sembrava costituita principalmente da giovani hippy neolaureati, una ragazza con cui ho parlato mi ha detto, “Le cose iniziano presto e finiscono presto qui ad Arcosanti.”

Quindi ho deciso di andare a letto e riposarmi per essere fresco per il tour della mattina successiva.

Mentre stavo andando verso la mia stanza, ho notato un buco sul pavimento del mio terrazzo, da cui potevo vedere nella stanza sotto la mia.

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Era INCREDIBILMENTE inquietante. Penso che la foto non le renda abbastanza giustizia, ma vi assicuro che era davvero da farsela addosso.

Ho notato che c’erano delle scritte sullo specchio, ma non riuscivo a leggere, quindi ho zoomato e ho scattato questa foto.

“Sto aspettando che le lucertole si rivelino, e ci dicano che hanno creato l’inferno… ‘Non è qui e non è ora, ma lo sarà, a meno che non vi inchiniate a ME!’”

Porca. Puttana.

Ora, forse non vi sembra così spaventoso. Ma ero nel deserto, nel bel mezzo di niente, niente per chilometri intorno a me, e avevo visto Non aprite quella porta (quello vecchio) tipo, tre giorni prima. E POI, quando sono scappato a gambe levate per chiudermi a chiave nella mia camera, ho realizzato che LE PORTE NON AVEVANO SERRATURA. Per tale motivo ho passato la notte in soggiorno su un materasso davanti alla porta, svegliandomi ogni due secondi e urlando in un bisbiglio, “CHE CAZZO ERA QUEL RUMORE?!!?”

Oltretutto, mentro parcheggiavo l’auto, ho visto questa scultura, che è esattamente identica a quella che c'è in Beetlejuice. A una certo punto della notte, ho avuto un incubo in cui questo affare mi inseguiva e mi sono svegliato tremando. Potrebbe essere la cosa più patetica che mi abbia mai fatto paura. O che abbia mai fatto paura a chiunque.

Comunque, viene fuori che i residenti di Arcosanti non sono membri di una setta che vuole adescare gente, in uno scenario tipo Hostel. Non sono nemmeno stato ammazzato nel sonno da uno schizofrenico che mi ha scambiato per una lucertola, e il posto sembrava un milione di volte meno spaventoso alla luce del giorno. Come un flashback in un Final Fantasy. Bleah!

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E poi ho fatto un giro. È stato interessante. Ecco cosa ho imparato:

Negli anni Cinquanta, un tizio di nome Paolo Soleri si è trasferito dalla natia Italia all’Arizona. Ha comprato un pezzo di terra nel deserto e ha disposto che si costruisse una città sulla base della filosofia che aveva inventato e chiamato “Arcologia".

“Arcologia”, nel caso questa parola composta fosse troppo complessa per voi, è una combinazione di “ecologia” e “architettura.”

Che, se siete proprio degli stupidi, vuol dire costruire una città che sia bella da vedere, ma anche con un impatto bassissimo sull’ambiente.

La fondazione iniziò nel 1970 con questo arco, che fu istituito a spazio per gli incontri pubblici nel cuore della città.

La cittadina si è ingrandita, da allora, e oggi ci sono 13 importanti strutture, incluse due fonderie di campane, uffici, appartamenti e un panificio.

La mia guida non mi ha spiegato il perché, ma apparentemente è dal 1989  che nessun edificio viene portato a termine.

Al momento, ci sono circa 55 residenti. Ma, a quanto pare, il numero cresce durante l’estate. Questa è la zona comunale per le riunioni, dove si consumano i pasti e, presumibilmente, si strimpellano le chitarre.

La parte legata all’”arcologia” è evidente. Per esempio, gran parte della città è fatta di edifici a mezza cupola. Dato che il sole è alto d’estate e basso in inverno, le abitazioni e gli altri edifici restano caldi d’inverno e freschi d’estate.

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La serra che vedete sulla sinistra ha dei ventilatori che portano l’aria calda che si genera all'interno negli uffici, che così ne possono godere. A quanto pare, questo complesso di uffici usa un sesto dell’energia di un edificio di simile grandezza, ma non hippy.

La parte centrale della città è stata progettata per facilitare “le interazioni e i legami sociali,” che credo sia il motivo per cui l’appartamento in cui alloggio (che potete vedere nell’angolo in alto a sinistra dell’immagine) ha delle gigantesche porte finestre senza tende. Imbarazzante.

A proposito di niente, questa è una rampa che conduce a una gattaiola al secondo piano, così che il gatto possa salire e scendere. Che cosa carina.

Ed è più o meno tutto.

Questo è un modellino di come gli abitanti sperano che Arcosanti diventerà. La piccola parte color grigio scuro in basso è ciò che è già stato costruito, e questo dovrebbe darvi un’idea della scala della loro visione finale. Che ovviamente costerebbe decine, se non centinaia, di milioni di dollari.

Nonostante il fatto che nessun edificio sia stato costruito ad Arcosanti dopo gli anni Ottanta, i cittadini sembrano molto sicuri che tutto questo ci sarà, un giorno.

Che è davvero un ottimo atteggiamento, suppongo. Sfortunatamente, potrebbe non essere molto realistico. Quando gli ho chiesto da dove vengano i loro fondi, mi hanno detto che in aggiunta alle donazioni e alle sovvenzioni, vengono dalla vendita delle campane che costruiscono ad Arcosanti.

Specificamente, queste campane qui, che avete visto l’ultima volta sulla veranda sul retro della casa della vostra insegnante d’arte nel 1991. Costano un centone al pezzo. Quanti di questi affari possono riuscire a vendere in un giorno? Non posso immaginare che ci sia una grossa domanda per costosissime campane artigianali nel bel mezzo del deserto. Potrei supporre che vendano forse 0,3 campane al giorno? Se la matematica non è un’opinione, dovranno iniziare a vendere ALMENO 400.000 volte quella quantità se vogliono rendere quel modellino realtà.

Quindi, ehm, probabilmente non ce la faranno. Che peccato.