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Perché solo i comunisti usano Twitter

O sette ipotesi sul perché l'elettorato di destra è assente dal social network.

Da qualche mese a questa parte, le vicende sociopolitiche nazionali sembrano seguire un canovaccio prestabilito: esce la notizia di qualche politico che dichiara qualche cazzata/fa qualche cazzata/dichiara di voler fare qualche cazzata, segue trending topic sulla suddetta cazzata e i giornali accorrono riportando che il “popolo di internet si scatena su twitter”; passa un giorno e via con un nuovo trending topic e nuove mobilitazioni. La realtà, tuttavia, è che non esiste nessun “popolo di internet”, e i trending topic di politica non sono altro che sfide tra elettori di sinistra (o perlomeno non di destra) a chi tira fuori le battute più tristi sulla notizia del giorno—un buon 57 percento delle quali (lo abbiamo calcolato) ha a che fare con la profezia Maya.

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Le dimissioni di Nicole Minetti e il ritorno di Forza Italia (trendig topic nel momento in cui scriviamo) non fanno che confermare questa ipotesi:

Stando a Twitter, dunque, sembra che l'Italia sia un Paese in cui la sinistra domina incontrastata, mentre l'elettorato di destra, quello che dovrebbe difendere i suoi paladini, o quantomeno rispondere a chi li prende per il culo, è del tutto assente. Ma gli ultimi 20 anni di storia sembrano mostrare che non è affatto così. Impossibile allora non porsi delle domande: dov’è l’elettorato “conservatore” italiano, quello che negli altri Paesi popola il social network tanto quanto la sinistra?

Ecco alcune ipotesi.

IPOTESI 1: L'LETTORATO DI DESTRA NON HA L’ETÀ

Chi vota Silvio Berlusconi? Persone su con l’età o giovanissimi, per lo più accomunati dall’orgoglioso possesso della licenza elementare e dalla tendenza quasi patologica a fare dei canali Mediaset l’unica fonte di notizie. Insomma, nessuno che abbia accesso a internet o la velleità di esprimere il proprio credo in 140 caratteri, nessuno che riesca a vedere senza bisogno di lenti bifocali i minuscoli e azzurrognoli Reply, Retweet e compagnia. Che i membri dell’ex Forza Italia-ex PdL-ora Forza Italia non siano dei maghi dell’online lo dimostra anche la scelta del nome dell’account di Alpha Dog Angelino, e i tentativi alternativi di comunicazione diretta del partito con i suoi fedelissimi: lo spazio azzurro (il nickname dell’utente più attivo delle ultime ore, “Sempre Gino”, qualcosa dell’elettorato berlusconiano dovrà pur dirlo).

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IPOTESI 2: SILVIO NON CONTROLLA TWITTER

Grazie al monopolio della televisione, il Popolo della Libertà è abituato a sentire la propria voce senza nemmeno bisogno di parlare, su almeno tre canali, e sospettiamo che dopo un ventennio (Ventennio) in cui non hanno dovuto fare altro che premere i tasti del telecomando per sentirsi tranquillizzati, non sia facile per gli elettori del Popolo della Libertà Vigilata abituarsi a strumenti così privi di filtri. L’assenza della mano di Silvio che dona una patina di coerenza e ottimismo all’informazione deve farli sentire costantemente smarriti e in balia di tutti questi facinorosi comunisti che, notoriamente, dopo essersi nutriti di bambini, ora si nutrono di codice binario.

IPOTESI 3: I NUOVI MEDIA SONO COMUNISTI

Corollario dell’ipotesi due e al tempo stesso sua rettifica, questa probabilità sembrerebbe dare ragione allo stesso Silvio: dopo la magistratura, la carta stampata, la  e l' di Madonna (anche se per quest'ultima scoperta dobbiamo ringraziare Gabriella Carlucci), anche l’internet è di sinistra, addirittura comunista.

IPOTESI 4: IL FURTO DI GRILLO

Con la lontananza di Silvio dagli scranni del Parlamento, sembra che il testimone populista sia passato non nelle mani dei suoi seguaci, ma, come da manuale di saggezza popolare, dalla padella alla brace, dritto dritto al nemico: rinfrancato dal successo del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo ha rivisitato tutto il filone di frasi fatte e gesti da Commedia dell’Arte, portandole al livello successivo e adattandole alle nuove generazioni con montaggi irresistibili e titoli a effetto. Sentite solo i primi dieci secondi di un suo comizio per avere un assaggio di un populismo che non si sentiva dal miglior Marco Antonio. Bambini ai suoi piedi, uguaglianza su e giù dal palco, non c’è più concorrenza.

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IPOTESI 5: L’ELETTORATO DI DESTRA NON HA IRONIA

L’ironia è l’arma vincente per ogni tweet di successo, ma nella sua anima di contropotere, si sa, è da secoli appannaggio della sinistra—e questo mette automaticamente fuori gioco chi, tra gli elettori di destra, volesse rispondere al villano umorismo della rete. La destra può tentare al massimo la polemica o il dente avvelenato. Non su Twitter, comunque.

IPOTESI 6 A: L’ELETTORATO DI DESTRA È PIÙ INTELLIGENTE DI QUANTO SI PENSI  

Questo è il momento in cui ci accorgiamo di avere frainteso tutto, il momento di guardare le cose dalla prospettiva opposta. Come si fa con i matti e i bambini, la destra non sta rispondendo alle battutine dei grillini e degli altri catto-comunisti e vari schieramenti post-societici per non abbassarsi a un infimo livello intellettivo. Come i veri saggi, hanno raggiunto quella superiorità intellettuale per cui non si sentono messi in discussione dalle malignità avversarie, soprattutto quando queste maliginità si palesano sotto forma di battute talmente deprimenti da far sembrare le barzellette di Berlusconi dei capolavori dell'arte comica.

IPOTESI 7: L’ELETTORATO DI DESTRA NON ESISTE

E se twitter fosse il vero specchio della vita reale? Se gli elettori di destra non esistessero davvero? Le abbiamo vagliate tutte, e la verità è alla fine emersa per esclusione. Abbiamo trovato falle in tutte le ipotesi precedenti, tutti ostacoli superabili, come dimostra l’esperienza di FormattiamoIlPdL. Ecco dunque un’ipotesi che si è fatta strada nelle nostre menti: l’elettorato del PdL non esiste. Con le televisioni, Silvio ha creato una specie di Matrix che ha fottuto tutti per decenni.

Mentre la sinistra usa i suoi esperti di informatica per "istigare" trending topic anti-PdL su twitter, i tecnici informatici della destra di Silvio sono occupati nei loro laboratori sotterranei a mantenere viva questa realtà alternativa, in cui un nano malato di sesso ha avuto 20 anni di tempo per mandare a puttane un intero Paese, e dopo esserci riuscito ha anche l'occasione di riprovarci. A pensarci bene, questa è senza dubbio l'ipotesi più plausibile.