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Musica

La tragedia di Prometeo Incatenato secondo gli Ornaments

Il video di "Prometheus" della band post-hardcore italiana trasforma l'opera di Eschilo in un bad trip a tinte rosso sangue.
Giacomo Stefanini
Milan, IT

La prima volta che vidi gli Ornaments dal vivo fu molti anni fa, ancora prima della pausa durata dal 2006 al 2010, periodo pre-Pneumologic. Io ero solo un ragazzino che aveva appena scoperto l'esistenza del post rock e del post hardcore, e loro avevano fuori soltanto un demo autoprodotto, ma ricordo che rimasi molto colpito dall'ambizione che mostravano. Non c'era traccia della timidezza di una band agli inizi nel loro muro di suono, anzi, c'era l'hubris di chi sapeva di essere destinato a essere un giorno considerato un gruppo importante nella scena italiana e internazionale.

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Ora gli Ornaments sono ormai una certezza e si approcciano al quarto album, in uscita proprio oggi per INRI e Tannen Records, con ambizioni alte: Drama, infatti, è un concept album basato sulla tragedia greca Prometeo incatenato di Eschilo, il mito di come un titano donò il fuoco agli uomini e per questo venne punito da Zeus, che voleva tenere questo potente simbolo divino per sé, immagino per non lasciare in mano ai mortali il segreto della crème brûlée. Prometeo viene legato a una roccia enorme con delle catene, e infine gettato in un burrone senza fondo, se mi perdonate lo spoiler.

In questo album il quartetto mantovano/carpigiano/reggiano ha deciso proprio di strafare, gonfiando le proprie composizioni strumentali di momenti particolarmente cinematici, con la collaborazione di Lili Refrain alla voce, con il suo stile tra l'opera lirica e l'esoterismo, in un paio di pezzi e di Daniele Rossi al violoncello in ben quattro canzoni, tra cui quella di cui vi facciamo vedere il video oggi, "Prometheus".

"Prometheus" è una delle canzoni più lunghe e complesse dell'album, che parte da un assalto metal e si snoda lungo nove minuti di passaggi suggestivi tra sussurri, sfuriate e aperture di notevole potenza atmosferica. La regista del video Colette Baraldi racconta di essere rimasta sopraffatta dal pezzo e di non aver avuto scelta se non quella di abbandonarsi alla sua potenza immaginifica e assemblare le visioni che le sono occorse. Così, tra simboli legati alla tragedia di Eschilo (le catene, la montagna, il fuoco), maschere misteriose e occhi sanguinanti, ha mescolato disegno animato e materiale video-fotografico in un impressionante bad trip sui toni del bianco, nero e rosso sangue, o rosso fuoco.

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Guarda il video qua sotto e ordina Drama sul sito di INRI o di Tannen.

Screengrab via YouTube.

Giacom​o gioca col fuoco su Twitter: @generic_giacomo​.

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