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Musica

Recensione: Migos - Culture II

Culture II è una panoramica esemplare sul valore del disco nel 2018 e sulla vecchia regola del sequel.

Se fossimo ad Hollywood avremmo un film relativamente a basso budget che ha spopolato così tanto e (quasi) inaspettatamente a livello mondiale che a un certo punto il Weinstein di turno, dal suo ufficio, ha alzato una cornetta e ha detto “Ok, a questi ragazzi per il sequel diamo dieci volte il budget che avevamo stanziato per il primo, sarà un successo”.

Così, tre bravissimi ragazzi di Atlanta, ligi al loro dovere, si ritrovano in studio, con un budget decuplicato*, tanto tempo libero e un senso del dovere fuori dal comune. Quei soldi, purtroppo, non possono essere spesi se non all’interno dello studio di registrazione, al massimo per convincere dei produttori a collaborare, dei registi fuori dal comune a girare dei video. In ogni caso vanno spesi per quella roba noiosissima che si chiama lavoro. E non ci sono scuse: niente droghe per aumentare la creatività, sedicenti e seducenti modelle a fare da muse ispiratrici: solo musica, musica, musica.

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I tre poveri ragazzi di Atlanta, così, non sanno che fare di tutti quei soldi, ma in qualche modo devono spenderli. La soluzione arriva dopo una notte in cui Quavo non riesce a prendere sonno. Il mattino dopo arriva in studio e annuncia: “Ragazzi, ho la soluzione!”

La soluzione altro non è che un album LUNGHISSIMO (24 tracce) che perde ogni senso di essere definito album, che però sarà un successo, visto che il marchio “Culture”, unito al marchio “Migos”, non può che essere vincente. Il disco dura qualcosa come 105 minuti, molto più di un episodio di una qualsiasi serie televisiva con cui vi piace perdere tempo la sera dopo aver mangiato. In pratica è una lunghissima playlist in cui viene raccolto tutto ciò che hanno fatto nell’ultimo anno i Migos, inserito senza un reale criterio, solo per il puro gusto di far vedere che loro lavorano, e tanto.

E per un malato feticista del trio di Atlanta come me il risultato è una bomba, per un ascoltatore normale e che riesce a essere oggettivo il risultato è palesemente un asciugo: c’è qualche episodio davvero notevole (penso a “Narcos”, per esempio o a quello che dovrebbe essere un esperimento di evoluzione dello stile come “Stir Fry” prodotta da Pharrell), però è normale che un gruppo come i Migos, in un progetto di (ripeto) VENTIQUATTRO TRACCE arrivi a risultare ripetitivo.

Menzione d’onore a 2Chainz, che come già nell’episodio madre di Culture, svolta il disco con una strofa da lacrimuccia, dimostrando di essere uno di quei rapper da farsi amici in un futuro si spera non troppo lontano, o con il quale passare almeno una sera nella propria miserabile vita.

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*I dati sono ovviamente INVENTATI miei cari amici, sfortunatamente non ho accesso al recording budget dei Migos, ma mi piacerebbe devolvessero alla mia causa l’8X1000 come fa vostra madre con la Chiesa Cattolica.

Culture II è uscito il 27 gennaio per Quality Control.

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