Capire i testi dei Thegiornalisti
Fotografia di Cosimo Buccolieri.

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Musica

Capire i testi dei Thegiornalisti

Dopo un'attenta analisi semantica possiamo dire che Tommaso Paradiso vuole stare ubriaco sulla spiaggia di notte e non sa come si sente ma sa che vuole una come te.

Siamo a settembre 2017 e i Thegiornalisti si sono presi il pop italiano. Il punto d'inizio del percorso che li ha portati fino a qui è "Promiscuità", uscita nel 2013. Funzionava, quella canzone, perché era piaciona e basata su un contrasto: tanto accomodante nel suono dei suoi sintetizzatori vecchio stile quanto sboccata nel suo tema, cioè un'orgia. "Le tette sudate, le mani sul culo", per citare il più celebre, è un verso che fa discutere perché non è trascurabile: lo senti e non puoi non avere una reazione—che può legittimamente variare tra tutte le sfumature, dalla più positiva alla più negativa.

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I Thegiornalisti avevano cominciato, con quel disco, un processo che li avrebbe portati a identificarsi con la figura del loro cantante—Tommaso Paradiso—e dei suoi racconti di vita, riportati senza alcun filtro e con una serissima convinzione del loro valore evocativo. "Io divido la musica in due categorie: chi racconta le cose che vede e chi racconta le cose che fa", disse a Rockit, "Io faccio parte di questa seconda categoria". Senza nulla togliere a Primavera e Musella, buona parte del successo dei Thegiornalisti è dovuta a lui. Paradiso chiude gli occhi ed entra a gamba tesa nella conversazione comune un po' come gli pare, iper-convinto che esagerare sia ok e dire ciò che si crede, sempre, sia decisamente ok—idea che tra l'altro è esattamente il soggetto di "Completamente", la canzone. Così ha creato attorno a sé un circolo di attenzioni negative e positive che, scontrandosi, sono esplose tra apprezzamento, critiche, ironia e post-ironia, e quindi si sono cristallizzate in meme.


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Essendo Paradiso e le sue parole in gran parte il motivo per cui oggi siamo qua a parlare dei Thegiornalisti come fenomeno pop, ho pensato di adottare la tecnica "Passiamo tutti i suoi testi in un generatore di Word Cloud e traiamone delle conclusioni"™ nell'ottica di analizzare quali siano le caratteristiche fondanti del suo stile e perché il pubblico si sia preso così bene per le sue parole e non per quelle di qualcun altro. Lui stesso ha dichiarato che i primi due album del suo gruppo avevano un linguaggio differente: Vol. 1 era un album i cui testi erano nati dai suoi studi di filosofia, mentre Vecchio parlava di "un momento tranquillo della sua vita in cui aveva assunto un atteggiamento passivo nei confronti dell'amore". Quindi, se vogliamo capire che cosa significano le canzoni dei Thegiornalisti e analizzare il Tommaso-che-ha-avuto-successo, ci limiteremo ai loro ultimi due dischi + "Riccione". Pronti? Via.

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PARADISO È IN FISSA CON LE NEGAZIONI

Una Word Cloud contenente le parole più usate negli ultimi due album dei Thegiornalisti.

Nei testi degli ultimi due dischi dei Thegiornalisti la parola "non" compare per ben 65 volte—la più usata da Paradiso ad esclusione di "balla", che però non conta dato che compare più di cento volte in una sola canzone. Quindi, "non": che cosa significa? La mia ipotesi è che il personaggio-Tommaso vive di privazioni. Sa quello che non è, quello che non può fare, quello che non vuole, e trova forza in un tentativo romanticamente autoflagellante di ribaltare le situazioni.

Prendiamo "Completamente", in cui parla di un tizio che sta con la ragazza che vuole lui. "Non penso che possa dirti tutto quello che ti dico io". "Mi auguro di cuore che non ci reincontreremo mai più". "Non trovo sonno, non trovo pace". Ma soprattutto, a introdurre una tematica importante: "Non ho più fame, lasciami bere"—perché Tommaso ha un costante bisogno di inebriarsi per poter alimentare il suo essere così esageratamente emotivo, e se non bastano gli eventi allora è l'alcool a doversi sobbarcare il ruolo di interruttore del sentimento paradisiano.

Quando è innamorato (cioè sempre), Tommaso non sa che fare. Soffre per la sua indecisione, ma è felice esattamente perché sta soffrendo e quindi può trovare un senso al suo addolorarsi e al suo amare e al suo volersi ammazzare correndo a duecento con gli occhi chiusi che chissà se poi è così difficile morire. "Non so se piangere o se scrivere che cosa sono o come sto", dice in "Sbagliare a vivere", e poi ancora: "Non ho intenzione di cambiare di là, questa è la mia felicità, la triste mia felicità". Per lui amare in modo esagerato è una rete di sicurezza, più che una fonte di instabilità, e usa sempre le negazioni per esprimerlo: "Non c'è rimedio logico alla tristezza, e la libertà non mi dà gioia a volte, ma solo insicurezza". Paradiso è autosufficiente: la sua emotività gli basta per definirsi tramite la negazione.

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Ai tempi di Fuoricampo, invece, Tommaso aveva ancora bisogno di un altro per raggiungere lo stesso risultato: "Proteggimi perché io sono uno di quelli che se a calcio sbaglia il primo pallone butta via tutta la stagione e non si riprende più", diceva, e ancora "Proteggimi […] dalle situazioni in cui non mi trovo, in cui non mi ritrovo più". Idem in "Fine dell'estate": "Non riesco a muovermi bene, la mia malinconia è tutta colpa tua". Oggi, invece, Tommaso si fa bastare la sua stessa confusione. A tal punto che la negazione sfocia anche in aperta contraddizione: "Hai sempre ragione, non hai mai ragione", si dice in "Tra la strada e le stelle". In "L'ultimo grido della notte", poi, la negazione e l'alcool si uniscono a un altro tema favorito dal Paradiso—a parte chiamare per nome le sue conquiste nelle canzoni e nelle interviste, come a dire "è successo davvero!"—cioè la notte. "Questa è la notte, Marina, e non posso farci niente. Non è il drink della sera, ma il cuore che mi scoppia".

PARADISO VIVE DI NOTTE

La parola "notte" compare nei testi di Tommaso 18 volte. D'altro canto, a quanto ha dimostrato anche con i suoi stati su Facebook, Tommaso Paradiso è il capo del messaggio mandato a fine serata, del tabagismo crepuscolare, del non andare a letto un po' perché non vuoi un po' perché ti prende male abbandonare questa intensa vita romantica che conduci. Lui scrive stati alle quattro e prende mille like, mentre l'uomo comune quando ci prova prende quello di mamma e un commento di un suo amico che gli dà dell'idiota.

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La notte, in Paradiso, un tempo era il luogo del rimpianto quanto dell'opportunità: potevano esserci sigarette fino alle sette, certo, ma "Insonnia" parlava delle "quattro di notte, il sonno che sbatte contro un muro di ansie che bruciano il corpo e le ali"; e proseguiva con "questa notte che si fa più dura e mi fotte". Su "Sold Out", invece, Tommaso prende la notte per i fianchi, la tira verso il suo baffone e la limona con fermezza. Scrive un inno alla "notte leggera in cui non ti viene sonno", "per quando corri in macchina alle due di notte". In "Tra la strada e le stelle" si prende male perché la notte finirà, e lui invece ci vorrebbe restare sempre. "Riccione", coerente con la sua natura di singolo nazionalpopolare, si concede il luogo comune: "La notte è giovane".

L'essere umano medio, di notte, dorme. Si deve svegliare alle sei, alle sette, alle otto ed essere un membro funzionante della società. Può bere, intristirsi, gridare di gioia e amare fino all'alba due giorni alla settimana, se gli va bene. Perché magari quando arriva il venerdì sera alle undici gli prende la stanchezza e il sabato magari non c'è niente e quindi si guarda un film con gli amici schiacciato da una F.O.M.O. terrificante. Tommaso Paradiso racconta quelle notti che magari uno ne fa, boh, una all'anno come se fossero normalità: e dà a tutti quelli che vorrebbero abbandonare la propria routine una chance per immaginarsi impastrignati come lui in una melassa sentimental-alcolico-notturna.

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UN'ETERNA ESTATE AL MARE

Tra tutte le band indie italiane che potevano fare "Riccione", i Thegiornalisti erano i più adatti. "Mare" compare tante volte quanto "notte" nei testi di Paradiso, cioè 18, seguito da 16 "sole", 9 "sabbia" e un solo "spiaggia". Già ce ne potevamo accorgere ai tempi di Fuoricampo, merito di "Mare Balotelli", che voleva essere un singolone su quanto la vita moderna facesse schifo e su quanto il mare fosse invece un posto in cui tutti siamo noi stessi, ignudi e arrapati e ubriachi e innamorati. Tommaso, in spiaggia, non si rompe i coglioni e non si scotta la pelle: si ricorda le "dita piene di sabbia" di una tipa, si sente su una nuvola con "il sole che lo abbronza".

Su Completamente Sold Out, Tommaso ha pensato che a 'sto punto non valeva tanto più andarci piano e ha spinto l'acceleratore del suo Vespino diretto a Varazze: "Siamo fatti di sale, di sole, di sabbia e di mare", dice in "Fatto di te". "Il tuo maglione mio", invece, ha dentro una fantasia balneare da Italia del boom economico, tutta hotel a tre stelle nel pesarese e insalata di riso nel tupperware: "Ho nel cuore questa cosa: distese infinite d'acqua, il sole, il caldo, il mare, e una partita di carte giocata sotto l'ombrellone d'estate". Il sogno bagnato di ogni inviato di Studio Aperto mandato sulla riviera romagnola ad agosto per un vox populi sulle vacanze all'era della crisi. "Riccione" è la conseguenza naturale di tutto questo: una canzone dell'estate dura e pura perfetta per questo 2017. C'è la spensieratezza alla faccia del male del mondo, c'è il mare a cui andremo per le vacanze proprio come ci andavamo quando ce lo diceva Giuni Russo, c'è pure la parola "selfie" che a quanto pare se uno non la usa almeno una volta proprio non gli funziona la canzone. C'è pure il tempo per un piccolo excursus notturno/calcistico: "Ricomincia il campionato e si riaccendono le stelle".

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I MIGLIORI DIECI "COME" DI TOMMASO PARADISO

Alla seconda posizione della classifica delle parole più usate da Tommaso c'è "come". Ho raccolto qua sotto i dieci migliori "come" dei suoi ultimi due dischi, per darvi un'idea del modo in cui li usa per costruire il suo personaggio.

10. "Vorrei morire brillo mentre canto questa canzone, correndo a duemila come un coglione". Sminuirsi in modo ammiccante, col sorriso.
9. "Come si fa a vivere la modernità senza fare schifo?" Quando le contraddizioni nella tua sfera emotiva diventano troppe, giustamente ti parte il domandone esistenziale.
8. "Come noi tifosi credenti che aspettiamo il triplice fischio sull'uno a zero al novantatreesimo". Perché cosa ci unisce tutti più della sofferenza insita nel calcio? E il mare? E l'amore? E la notte? Che è bella? Ecco.
7. "Questa è la luna di sera, mi hanno preso la patente, io cammino felice perso come un deficiente
".
Vedi al punto uno, però con l'aggiunta di un pizzico di notte che non fa mai male.
6. "Ci richiudiamo nei baretti, quelli migliori sono quelli stretti, e ci stringiamo come un roll".
Combo assassina si beve + stiamo vicini vicini e ci tocchiamo + citazione del giapponese.
5. "E tu vai in giro la sera come un amore impazzito". Cioè l'unico tipo di amore concepibile (di sera, sempre).
4. "In cerca della gente come te, che si abbraccia senza motivo e non discute mai di niente, ma che si prende a cuore e si sente". Sei speciale, ragazza. Ci voleva una come te.
3. "La notte arriva su quel treno di cantanti, ballerine, attrici e amanti come te". Anche tu sei speciale, ragazza. Ci voleva anche una come te.
2. "Ogni notte guardo il cielo che si abbatte come un quadro devastante su di me". Cielo che però lo rasserena, non è che è un problema sentirsi devastati, perché è in quei momenti che vivi davvero.
1. "Faccio a schiaffi con le onde e con il vento, le prendo come se fossero te". Tra voi c'è maretta e lo sai, quindi ti prendi i ceffoni ma in fondo vi amate lo stesso. E quindi pensi a lei. Che è speciale. Ci pensi quando sei al mare. Perché ci vai con lei, d'estate. E ci restate, sulla spiaggia, di notte. Dove bevete. E vi amate. E poi bevete ancora. Al mare. Di notte. D'estate. Segui Noisey su Instagram e Facebook.


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