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Questo video mostra un poliziotto di El Paso uccidere un uomo ammanettato

La polizia di El Paso ha diffuso il filmato di qualcosa che può essere descritto solo come un’esecuzione sommaria. E che fa riflettere ancora una volta sulle violenze in divisa.

Grab dal video. Questo post è tratto da VICE News.

Nell'ultima settimana sugli schermi di tutti gli Stati Uniti, un click dopo l'altro, si è fatto strada un avvertimento di “immagini violente” che ha lasciato il passo alla curiosità più morbosa. Si vede un uomo con le mani legate dietro la schiena. Lotta con un poliziotto e si contorce mentre è a terra. Il poliziotto tira fuori una pistola e gli spara. L'uomo sanguina, si agita e infine rimane immobile.

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In Iraq e in Siria, i militanti dell’ISIS conoscono il valore assunto da una morte quando viene mostrata a tutti in un video virale. Ma qui non stiamo parlando di Iraq o Siria: i fatti sono avvenuti a El Paso, in Texas. A seguito di un ordine circa la resa pubblica delle registrazioni, la polizia di El Paso ha diffuso il filmato di qualcosa che può essere descritto solo come un’esecuzione sommaria. Il poliziotto Jose Flores ha sparato a Daniel Saenz, un culturista di 37 anni, mentre Saenz era a terra e in sua custodia.

Il video diffuso dalla polizia di El Paso. La sequenza dello sparo inizia dal minuto 18:00.

Secondo la stampa, Saenz era stato arrestato poiché l'8 marzo 2013 aveva aggredito un agente fuori servizio. Flores e una guardia carceraria stavano trasportando Saenz—che si dimenava ed era ammanettato—dal carcere all'ospedale, perché fosse curato per una ferita che si era procurato. Flores ha esploso il colpo con una Glock semiautomatica, mentre lui e la guardia carceraria lottavano con Saenz all’esterno della prigione.

Il proiettile ha perforato la spalla sinistra e il petto di Saenz, colpendolo al cuore. Le autorità hanno parlato di “incidente”. Hanno detto che la guardia avrebbe urtato Flores mentre aveva la pistola puntata, facendo inavvertitamente partire il colpo. Hanno detto che Saenz avrebbe potuto portare le manette davanti al corpo e usarle come arma. Hanno detto che un taser non sarebbe bastato.

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Ma il video parla da sé. L'uomo è stato giustiziato.

Quando, nel 2009, l’agente Johannes Mehserle aveva sparato a Oscar Grant mentre questi era steso a faccia in giù su un binario della Fruitvale Station di Oakland, uccidendolo, anche lui era stato ripreso in un video (girato dai presenti con i loro cellulari). Quando le immagini si erano diffuse, le strade erano esplose. A seguito di quel fatto una folla di manifestanti e facinorosi aveva distrutto vetrine e bruciato macchine.

Il video della polizia di El Paso non ha provocato una reazione del genere. Le strade sono tranquille. Certo, le differenze di contesto tra i due episodi sono molte. È solo una mia umile opinione che il fatto che un poliziotto abbia sparato a morte contro un uomo disarmato dovrebbe provocare un'esplosione di rabbia collettiva così forte che la polizia la possa sentire, vedere, persino annusare.

Mentre scrivo, Flores non è ancora stato incriminato. Secondo un articolo del New York Daily News “non era chiaro se fosse ancora in servizio.” Lo stesso articolo prosegue dicendo che “Flores è lo stesso poliziotto di El Paso che a gennaio del 2013 ha ottenuto l'attenzione della stampa nazionale per aver dato un paio di calze e stivali a un senzatetto.” Il pezzo del Daily News si conclude col riferimento alla buona azione del poliziotto. Il dubbio se fosse o meno in servizio attivo nel momento in cui ha ucciso un detenuto ammanettato e disarmato è lasciato tra le righe.

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Tutto ciò mi ricorda un articolo del 2012 su un agente del Dipartimento di Polizia di New York che, in una notte d'inverno, aveva dato calze e stivali a un senzatetto. Centinaia di migliaia di utenti di Facebook avevano messo “mi piace” alla foto pubblicata online dal Dipartimento di Polizia.

“Il Dipartimento di Polizia di New York è da tempo in guerra contro i senzatetto,” mi aveva raccontato all'epoca Jean Rice, attivista per i diritti civili di lungo corso e avvocato per i senzatetto con l’associazione non-profit Picture the Homeless. “La gentilezza di un singolo agente è una goccia nell’oceano della tendenza del Dipartimento di Polizia di New York a violare i diritti civili dei senzatetto.”

Nel caso di Flores siamo messi di fronte al fatto che un poliziotto gentile può essere anche un assassino. Potrà sembrarvi fazioso da parte mia pretendere che i poliziotti che si macchiano di brutalità ricevano quantomeno una diffida e non pretendere anche che quelli che si rendono protagonisti di atti di gentilezza o di carità ricevano delle lodi. Se è faziosità, questa reazione è conseguenza di un sistema giudiziario dove un poliziotto può uccidere un uomo ammanettato e non essere nemmeno incriminato. Un poliziotto può uccidere un uomo di colore sdraiato sui binari e farsi poco più di un anno di carcere per omicidio preterintenzionale. Un poliziotto può uccidere un ragazzino del Bronx disarmato dopo che questi si è rifugiato nel bagno di casa di sua nonna e ottenere dal giudice l'archiviazione del caso.

“È così che lavorano loro,” aveva detto in lacrime la madre del giovane assassinato, Ramarley Graham, mentre i colleghi del poliziotto festeggiavano in aula. “Lo si vede tutti i giorni.”

L’uso di quel “loro” è appropriato. Ai sentimenti di ostilità nei confronti della polizia spesso si sente rispondere con frasi come “Sono uomini anche loro” e “Anche loro hanno una famiglia.” A questi commenti rispondo che quando si parla di un agente di polizia non si parla di un individuo, ma di un’istituzione—lo indicano la divisa e le armi. Non tutti i poliziotti danno calze e stivali ai cittadini senza casa. Non tutti i poliziotti uccidono i detenuti disarmati. Ma tutti i poliziotti sono parte di un sistema di sicurezza violento, avvezzo alle persecuzioni e immerso nell’impunità. Sì, tutti i poliziotti.

Segui Natasha Lennard su Twitter: @natashalennard