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Come fare l'assistente sociale può ucciderti lentamente

Ne ho parlato con la mia amica Lorian, che lavora nel quartiere più malfamato di San Francisco.

Foto di Kevin Killian.

Il quartiere di Tenderloin è noto per essere il più malfamato di San Francisco. Su dieci crimini violenti che hanno luogo in città, sette avvengono a Tenderloin. Secondo alcune statistiche, nell'area si verificherebbero tre reati gravi all'ora, compreso un terzo dei reati per droga dell'intera città, per un totale annuo di due crimini per abitante. La sua popolazione è costituita da più di 6.000 senzatetto e da un quarto dei tossicodipendenti sieropositivi della città, stipati su marciapiedi luridi e palazzi vuoti, frammisti a qualche stanza d'albergo, di solito doppia a uso singola, che ospita affari loschi di ogni tipo.

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La mia amica Lorian fa l'assistente sociale a Tenderloin da diversi anni. I tweet in cui parla del suo lavoro (del tipo: "Oggi: 4 assistiti morti,1 collega assassinato,1 assistito ha defecato nell'ingresso, 1 cane morto, 1 un amico di FB ha postato foto di nachos.") mi hanno incuriosito, così le ho fatto un po' di domande a riguardo.

VICE: Immagino che le tue giornate lavorative siano una diversa dall'altra. Riusciresti comunque a descriverci una "giornata tipo"?
Lorian: La prima cosa da fare, alle 9 del mattino, è riuscire ad arrivare alla porta d'ingresso. Solitamente dobbiamo scavalcare gli assistiti o gente a caso svenuti sulle panchine per l'alcol o la droga. La prima cosa che ti colpisce è l'odore—un tanfo di urina, feci e sporcizia, alla mattina è più intenso, poi col passare della giornata ci fai l'abitudine. Poi controlliamo la segreteria telefonica. In media troviamo una ventina di messaggi dei soliti due o tre che urlano che hanno bisogno di soldi o semplicemente respirano nel ricevitore o dicono che sotto al loro letto ci sono streghe in attesa del prossimo sacrificio. Ai clienti paranoici piace fissarsi con streghe, Satana e via dicendo. In ogni caso, ci prepariamo ad aprire e a consegnamo gli assegni ai clienti che o ricevono un sussidio giornaliero o ne fanno richiesta. I clienti abituali sono i più difficili da gestire dato che a volte diamo loro non più di sette dollari al giorno per contenere i danni che possono farci. Prendono quei soldi e li spendono in qualsiasi tipo di droga riescano a trovare, e dopo due ore tornano a chiederne altri. E trovano sempre modi ingegnosi per supplicarti. Quando non ci occupiamo dei clienti all'ingresso, che può significare qualsiasi cosa, dal consegnare un assegno al pulire il sangue o il pavimento se qualcuno è stato male, di solito dobbiamo dobbiamo vedercela con quei deficienti dell'agenzia governativa per la previdenza sociale. Personalmente lavoro con quasi 200 clienti, quindi la quantità di scartoffie è impressionante. La mia "giornata-tipo" comincia alle 9 e finisce verso le 19 o le 20.

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Lavori a Tenderloin, giusto? Com'è la zona?

Sì. A Tenderloin la maggior parte dei nostri assistiti vive in residence. È uno dei due quartieri a maggioranza afroamericana rimasti a San Francisco, ed è il centro dello smercio del crack, dell'eroina, dell'ecstasy; inoltre ospita il giro di prostituzione transegnder. È un quartiere incredibile. La società per la salvaguardia del paesaggio lavora sodo per mantenere in buono stato gli edifici storici, quindi il quartiere ha un impianto architettonico impressionante, per non parlare di cose come negozi vintage di riviste fetish, dispensari di marijuana medica e strip club trans. È letteralmente situato alle pendici di una grande collina (Nob Hill), da dove i vecchi ricconi possono osservare la povera gente di colore, quindi diciamo che la geografia della stratificazione sociale a San Fransisco è più evidente che in altre città, credo. È un posto assurdo: escrementi umani sui marciapiedi, anfetaminomani che passano ore a spaccare maniglie delle porte, eroinomani che ciondolano in mezzo alla strada, spacciatori che per 20 euro all'ora si assicurano di poter vendere la loro roba nei negozi altrui, succede che ti pisciano sull'uscio di casa appena esci per andare al lavoro, eccetera. È un luogo folle, affascinante e difficile in cui vivere.

Perché, secondo te, così tanti tuoi assistiti sono disturbati o paranoici?
Perché sono così incasinati? Hanno un passato difficile, disturbi post-traumatici da stress e gravi problemi mentali (i casi più frequenti sono di schizofrenia, bipolarismo e demenza). Se a una condizione mentale precaria aggiungi pure una dipendenza da droghe non fai altro che incasinare ulteriormente il cervello. Abuso, stupro, omicidio, suicidio, guerra—di' qualcosa, loro l'hanno vissuto. Molti vivono in strutture apposite e sono seguiti da uno staff di infermieri, ma quando smettono di prendere i farmaci, ecco che si verificano episodi di psicosi e fissazioni. Io stessa sono stata "oggetto" di un paio di queste fissazioni. E anche se la nostra organizzazione sostiene il principio "housing is healthcare," quello che succede in alcuni di quei posti è duro da buttare giù. Tanti si sentono più sicuri a vivere per strada.

Come ha influito sul piano emotivo il contatto con tutte queste situazioni al limite?  
Lavorare come assistente sociale è a dir poco assurdo. Le gente ti reputa un santo. Spesso sento dire: "Ci vuole un certo tipo di persona per svolgere un lavoro del genere." Cazzate. Quando sei giovane puoi permetterti di avere degli ideali, di credere in qualcosa e pensare che quello che fai conta, ma dopo aver visto uomini adulti cagarsi addosso e persino provare a mangiare la loro stessa merda—senza contare tutte le volte che ho dovuto raccattare persone dal pavimento e rimetterle sulle sedie a rotelle perché a forza di bere non riuscivano nemmeno a stare seduti—per quanto misero, il tuo salario comincia a contare molto di più della giustizia sociale.

Credo di aver cominciato a lavorare come assistente sociale perché ero dell'idea che avrebbe potuto "soffocare" il mio ego. Sembra stupido, ma all'epoca avevo quest'impressione. È triste vedere i tuoi ideali e le tue convinzioni finire nel cesso. Per non parlare del fatto che lavorare in un sistema così incasinato e irriconoscente ti uccide un po'. Sono stanca. La maggior parte della gente non vuole essere aiutata. Vogliono soldi, vogliono droga o vogliono morte.

Ma quello che fai sembra importante. Ci dev'essere qualcosa di buono, no? A volte scrivi dei tweet sulle persone che ti portano in regalo le cose più strane. Ci sono dei momenti che riescono a compensare le difficoltà?
Non credo che quello che faccio sia "importante", perché i giorni passano, tutti muoiono, e chi sono io per pensare di sapere qualcosa… Ma sì, ci sono dei momenti, c'è della bontà. Oggi uno mi ha portato un disegno enorme di un albero. L'ha fatto al Golden Gate Park. Gli ci saranno volute ore. Mi ha raccontato di aver disegnato ogni foglia. Gli ho detto che le linee erano meravigliose e mi ha risposto: "Un albero meraviglioso, per una donna meravigliosa." E poi mi ha chiesto "Quand'è il Quattro di Luglio?" A volte momenti come questo sono abbastanza.