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Música

Nico Vascellari and The Tre Giorni di Lotta (a cui entri gratis)

Il festival noise Three Days of Struggle è una delle tante creature di Nico Vascellari, artista, musicista e, per l'occasione, generoso dispensatore di accrediti e tracce in anteprima.

Nico Vascellari è uno che si tiene molto occupato. Prima di tutto, fa l'artista. Poi fa il musicista, in almeno tre gruppi diversi (o forse sono otto). Ha anche un'etichetta discografica molto frou-frou, la Von Archives. Ha anche uno studio/sala concerti/store/galleria, che si chiama Codalunga. E organizza un festival noise, che si chiama Three Days Of Struggle. Tutto questo, poi, lo fa da Vittorio Veneto, che dona alle sue operazioni un certo fascino antebellico legato alle cadute degli Imperi e a un'era in cui se offendevi un tizio a caso, magari ti sfidava a duello, e ti uccideva. E aveva ragione lui.

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Ad ogni modo, questo weekend (dal 18 al 20 maggio) c'è la Three Days, e ci suonano un sacco di act interessanti, tipo i Wolf Eyes, gli Opium Child, gli Squadra Omega, Lorenzo Senni, i Wolf Eyes, Dracula Lewis, Carlos Casas, e i Wolf Eyes. Suonerà anche uno dei gruppi di Nico, i Ninos Du Brasil—quello che, personalmente, trovo più divertente. A tal proposito, ecco una breve intervista con Nico in cui parliamo della Three Days (e vi diamo la possibilità di vincere due accrediti gratuiti) e dei Ninos (e vi diamo la possibilità di scaricare due nuovi pezzi gratuiti). Ma quanto cazzo siamo gentili? E pensare che siamo pieni di hater. Ah, l'internet!

VICE: Stai impazzendo di lavoro?
Nico Vascellari: Madonna, sì! Ci sono due mostre in Francia, e in più, subito dopo la Three Days, c’è la cosa alla Triennale.

Quante persone vi aspettate alla Three Days, quest’anno?
Non lo so. Ogni volta è difficile prevedere. Però spero 200, 250 persone al giorno, anche se è una rosea previsione.

Allora, dimmi dei Wolf Eyes.
Sì! Sono stati invitati come gruppo principale, ogni sera. La cosa deriva dal fatto che sono amici, persone che ho incontrato diverse volte nel corso degli anni e con cui sono, diciamo, in contatto. E poi perché crediamo siano un gruppo in grado di tenere il palco per tre giorni di fila con un live sempre diverso, di interpretare la situazione della Three Days of Struggle. Pur essendo ormai iperconosciuti, sanno adattarsi, hanno sempre rinnovato la necessità di rimanere in un ambiente sotterraneo. Questo emerge anche dai loro progetti solisti, comunque presenti al festival, e dalle loro produzioni con le etichette; lo stesso fatto che dopo i due dischi su Sub Pop abbiano deciso di fare un altro disco con la Hospital, che pure è un'ottima etichetta, la dice lunga su come si muovono…

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Senti, e di gruppi un po’ meno noti dei Wolf Eyes… ce n'è qualcuno che consigli di tenere d’occhio?
Be’, si. A parte i progetti solisti dei Wolf Eyes—che non necessariamente sono particolarmente conosciuti, come Henry And Hazel Slaughter—direi che personalmente, non per fare il democratico, attendo tutti con ansia. Enrico Malatesta è sicuramente molto interessante, come gli Opium Child da Roma, e Dracula Lewis, che di recente ha suonato anche a CodaLunga e alla Triennale.

Quindi sei riuscito a fare una cosa di cui sei felice?
Sì! Sono molto contento. Devo dire che il festival rimane super casereccio, casalingo, però è fuori scala, indubbiamente. Considera che l’organizzazione è tutta in mano al mio studio, siamo in tre, quindi non è facile. Però devo dire che possiamo contare su un manipolo di alleati non indifferente… in più, in questo caso, credo che tutte le persone coinvolte nel festival partecipino anche come segno di amicizia e di rispetto verso quello che facciamo a CodaLunga.

Senti, invece dai Ninos Du Brasil cosa possiamo aspettarci?
Con i Ninos du Brasil è sempre difficile fare qualche previsione. Al di là di tutto, si spera in un concerto al quale sia impossibile assistere stando fermi. Mi auguro ci sia molta danza, molto sudore, qualche svenimento e qualche livido divertito.

E il disco nuovo, quando esce?
Il disco nuovo… be’, il primo EP dovrebbe essere già pronto per la Three Days. Il lancio ufficiale dovrebbe essere l’evento che segue alla Triennale di Milano, il 24. Credo che a questo punto l'album uscirà subito dopo l’estate.

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Capito. E rispetto al primo disco ci sono delle cose nuove?
È molto più elaborato, pur non perdendo in immediatezza. Però sicuramente le influenze della musica brasiliana e la fascinazione per il loro carnevale sono molto più evidenti. È cambiata la formazione, e di conseguenza si è creata una nuova dinamica all’interno del gruppo.

Tipo?
Sul palco ci sono due batterie con due set ritmici, a cui si aggiunge una persona dietro al mixer, che controlla non solo le basi ma una serie di suoni che modificano ed elaborano le percussioni che arrivano dal vivo. Il primo disco era una sorta di Ep registrato in garage, in due giorni, mentre questo è un album che abbiamo sì registrato in garage, ma che poi è stato rimaneggiato in studio. E nel primo c’erano tre canzoni, in questo ce ne sono otto, più quelle uscite prima. C’è dietro un lavoro maggiore, sicuramente.

L'ultima volta che ci siamo visti mi dicevi che i Ninos du Brasil sono nati un po’ per scherzo, e che alla fine ti hanno quasi sorpreso.
Sì, mi hanno sorpreso. È nato assolutamente con uno scherzo. Uno scherzo che risale a un tour dei With Love, tra me e Nicolò. Era un progetto che ho buttato lì, non ricordo nemmeno quali fossero i presupposti. Non vi dirò una stupidagine. Dieci anni dopo, per caso, ce ne siamo ricordati entrambi. Era in occasione della prima Three Days of Struggle e abbiamo deciso di farlo. Oltre che per lo scherzo, tutto è nato dalla voglia che avevamo di rincominciare a suonare insieme, anche se poi il concerto è durato cinque minuti perché inspiegabilmente è saltata la luce, una cosa che non è mai successa in nessun’altra occasione. Quel concerto aveva mostrato che c’era una potenzialità che andava al di là del semplice gioco.

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E da lì in poi, che è successo?
La cosa si è evoluta nel momento stesso in cui abbiamo avuto tante possibilità di suonare. Più tardi si è aggiunto anche Giovanni, che suonava nei With Love. Ora al posto di Giovanni c’è Riccardo Mazza, che suona con A Flower Kollapsed. È un progetto che non ha nessun un legame con quello che stiamo facendo in campo musicale, per nessuno dei tre. È un progetto a sé stante, che in qualche modo ci entusiasma.

Senti e che pezzi—
Per certi aspetti, quello che è successo ai concerti dei Ninos è paragonabile, non so, a quello che succede durante un concerto dei Lightning Bolt, in cui davvero il gruppo è semplicemente un nucleo in una situazione che viene totalmente creata—

Dal pubblico.
Sì, da qualsiasi persona sia nella stanza.

Certo. Non suonate neanche sul palco.
Se riusciamo evitiamo sempre il palcoscenico. O comunque, se esiste una piattaforma, solitamente durante il concerto scendiamo. È davvero come se fosse un condensato di tutta la parata carnevalesca di Bahia in 20 minuti di musica.

Senti, che pezzi ci dai in anteprima?
Ti darei "Tupelo", poi abbiamo un altro pezzo per il quale non c'è ancora un nome, ma direi che nel momento in cui te lo invio ti faccio sapere.

Ok. Senti, dicevo che volevamo fare un piccolo concorso, no? Per dare in palio qualche accredito per andare alla Three Days.
Sì, sì.

Hai qualche idea su cosa potremmo chiedere? Perché non è che li diamo così, chiediamo sempre qualche input al nostro lettore. Cosa potremmo chiedergli di fare?
Potremmo chiedere di finire il proverbio: "Ramo curto…"

Finite il proverbio e mandatelo a contest@vicemagazine.it per vincere due accrediti alla Three Days Of Struggle. 

Per scaricare le tracce, cliccate qui.