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Recensione: Cradle of Filth – Cryptoriana – The Seductiveness of Decay

Quando ero un giovane virgulto che si avvicinava alla musica brutta, negli influenzabili anni della prima adolescenza, tra le piaghe dell’internet girava un prontuario per diventare metallaro nel modo corretto, “Le 101 Regole Del Black Metal”. Queste regole, che arrivarono in Italia in una versione tradotta da qualche illetterato dell’epoca con più lost in translation di un anime trasmesso su Mediaset nel 1995, mi colpirono per un dettaglio in particolare. No, non perché la 19) era “sodomizza una puttana vergine”, ma perché quattro di quelle centouno regole citavano a chiare lettere: “Non essere come Dani Filth“. Solo col tempo avrei davvero capito il significato di quelle parole, che invece tanti altri avevano già pienamente compreso.

Perché Dani Filth, nel mondo della musica estrema, è tutto ciò che viene disprezzato. Intanto, il suo immaginario non è mai stato davvero cattivo, quanto, al massimo, estremamente pacchiano. Anziché, morte, malvagità e distruzione, i Cradle Of Filth hanno sempre preferito vampiri, atmosfere gotiche e tette al vento. Poi, e soprattutto, con questa versione di black metal edulcorato Dani e compagni sono riusciti ad avere un successo commerciale che, francamente, i Norvegesi si sono sempre sognati. Altro che rockstar, Fenriz al massimo ha potuto ambire alla carica di consigliere comunale. Quindi, in buona sostanza, per essere un buon blackmetallaro non essere come Dani Filth (x4).

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Capite bene che io tengo molto alla reputazione, e quando mi è stato gentilmente chiesto di scrivere del nuovo album targato CoF, una sorta di concept sull’horror di epoca vittoriana chiamato Cryptoriana (dai, CRYPTORIANA? Dani, ma non ti era bastato partorire un’idea di merda come la ninfetamina? La pianti con questi mashup terrificanti?) la mia fede nel Maligno ha tremato fin nelle fondamenta. Fortunatamente Cryptoriana è pur sempre un lavoro dei Cradle Of Filth, e non c’è alcuna possibilità che sembri anche solo lontanamente un disco sensato. La cosa più divertente di tutte è che comunque, nonostante sia il 2017, Dani Filth e il suo manipolo di vampiri dei poveri continuano ad avere un seguito di tutto rispetto: fiumi di visualizzazioni per il singolone anticipatorio su Youtube, fan soddisfattissimi e la stampa specializzata che continua a parlare di una band in grande ripresa dopo un decennio di profondo buio artistico (eh sì, Nymphetamine faceva schifo proprio a tutti tutti tutti). Però non c’è pericolo: nonostante tutto la musica dei Cradle Of Filth rimane noiosissima, senza capo né coda, anche se infarcita di immagini goth che continueranno a fare la felicità di ragazzini dal guardaroba monocromo e cosplayer di Dracula.

A poco serve lanciare rimandini heavy faciloni, se poi i riff sono di una bruttezza inenarrabile. A poco serve tenere un mid-tempo quasi perenne per far risaltare la voce, se poi Dani ci canta sopra con un growl da pulcino spelacchiato perché il suo scream oggettivamente distintivo e di livello è andato disperso con l’età. A poco serve spacciarsi per una band di grande atmosfera, se le tastiere sono poco più di una trascurabilissima comparsata nell’economia delle canzoni. Ok, che Cryptoriana faccia meno cacare di Thornography è un fatto, ma non è particolarmente consolante. Insomma, adesso che i Cradle Of Filth non fanno più la loro versione edulcorata di black metal con un sacco di donne nude e vampiri, ma un gothic/heavy/qualcosa con un sacco di donne nude e vampiri, non è che siano diventati un gruppo interessante.

Si salvano la copertina, perché una rivisitazione vampiresca della Nascita di Venere di Botticelli è talmente di cattivo gusto da strappare una risata, e l’indiscussa capacità di Dani di scrivere testi di un certo fascino per tutti gli amanti dei penny dreadful.

Cryptoriana: The Seductiveness of Decay è uscito venerdì 22 settembre per Nuclear Blast.

Ascolta Cryptoriana – The Seductiveness of Decay:

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